Le fascicolazioni muscolari sono contrazioni spontanee di gruppi di fibre muscolari che sono visibili sotto la pelle. Chi ne viene colpito, avverte una sorta di scossa sotto la pelle ma in realtà non compie alcun movimento. Questo mancato movimento è imputabile (nei casi più gravi) a un funzionamento anomalo dei muscoli (squilibrio a livello di elettroliti, disfunzioni dei neurotrasmettitori e degenerazioni delle unità motorie).
Quali sono le cause fascicolazioni muscolari?
Spesso le fascicolazioni sono benigne e non si associano a patologie neurologiche e muscolari: possono essere causate infatti da ansia, privazioni del sonno, sforzi fisici eccessivi, ipoglicemia e carenza di potassio, abuso di farmaci come le benzodiazepine o di sostanze eccitanti come caffeina, anfetamine o droghe in generale). Quando le fascicolazioni invece sono accompagnate da atrofia muscolare o astenia, significa invece che il nostro corposta “combattendo” contro una degenerazione causata da una malattia neurologica o muscolare.
Le fascicolazioni di questo genere sono tipiche delle malattie del motoneurone, ovvero quelle malattie connesse a condizioni degenerative che influiscono in modo invalidante sull’organismo come la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), la sclerosi laterale primaria (SLP), l’atrofia muscolare progressiva (AMP), la paralisi bulbare progressiva (PBP), la paralisi pseudobulbare e l’atrofia muscolare spinale (SMA).
Possono comparire fascicolazioni muscolari anche in caso di miastenia, distrofia muscolare, poliomielite, siringomielia, intossicazione da pesticidi, fibromialgia, sindrome della fatica cronica, artrosi, tumori del midollo spinale e sclerosi multipla.
Quando preoccuparsi sono le Fascicolazioni muscolari?
La comparsa di una fascicolazione muscolare, nella stragrande maggioranza dei casi, non ha alcun significato patologico. Possono essere indicative di un malfunzionamento momentaneo dei neuroni motori e quindi solo passeggere. Prima di fare una visita neurologica, è necessario accertarsi che le fascicolazioni colpiscano in maniera persistente una determinata categoria di muscoli. Solo in seguito a determinati avvenimenti motori emerge la necessità di ricorrere a visite neurologiche.
Una delle malattie che può scatenare le fascicolazioni articolari è la SLA (sclerosi laterale amiotrofica) detta anche morbo di Gehrig. Essa è una delle più importanti malattie del motoneurone ed è caratterizzata da una progressiva degenerazione delle cellule neuronali. Il termine sclerosi indica la porzione laterale del midollo spinale dove si trovano le fibre del motoneurone, il termine amiotrofica invece indica la perdita di massa muscolare (atrofia) che costituisce uno dei segnali clinici più rilevanti.
SLA e fascicolazioni muscolari
Una delle malattia in cui le fascicolazioni muscolari sono più evidenti è la SLA (sclerosi laterale amiotrofica), una delle patologie più invalidanti che comporta una degenerazione dei motoneuroni e una progressiva e paralisi della muscolatura con una conseguente incapacità di muoversi, parlare, deglutire e respirare.
Per fortuna la SLA è una malattia rara e colpisce al massimo 6 persone ogni 100 mila abitanti- Qualsiasi fascia di età può essere colpita dalla malattia, ma in linea di massima sono rari i casi di SLA giovanile sotto i 20 anni (circa il 5% dei casi totali). In generale, i primi sintomi compaiono con l’avanzare dell’età e raggiungono il picco fra i 60 e i 70 anni.
Cause della SLA
La SLA è una malattia neurologica legata ai motoneuroni le cui cause, ad oggi, sono ancora sconosciute. Una patologia invalidante, cronica e incurabile che viene classificata tra le malattie rare. La qualità della vita, con la SLA, subisce un colpo irreversibile. Parlare, mangiare e prendere un oggetto in mano possono diventare azioni quasi impossibili da compiere e col passare del tempo, diventano un vero e proprio miraggio.
La paralisi ad ogni modo è solamente fisica perché la parte fisica, cognitiva e sensoriale continua a vivere in maniera normale. Il sistema emotivo infatti continua a vivere una vita nella norma, ma non è in grado di trovare un suo riscontro nel linguaggio del corpo. Il paziente malato di SLA vive una condizione altamente invalidante dove non è in grado di veicolare in alcun modo le emozioni che sta provando.
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Diagnosi fascicolazioni muscolari
In linea di massima, una fascicolazione muscolare non è mai una condizione che deve determinare ansia e preoccupazione nel paziente. Solo le fascicolazioni persistenti localizzate in zone muscolari ben precise e che durano anni sono degne di un approfondimento neurologico. Il primo strumento che si può utilizzare in questi casi è l’elettromiografia (EMG). Nel caso in cui la fascicolazione sia dovuta a una causa normale (ansia, stanchezza, stress) l’esito di questo esame sarà positivo.
Un secondo esame che a cui si può sottoporre è quello della forza muscolare: in questo caso, al paziente viene richiesto di effettuare una serie di movimenti che consentono di valutare il grado di contrazione muscolare come camminare sui talloni o sulla punta dei piedi o sollevare e spingere la mano in direzione opposta rispetto a quella del medico.
Attraverso questi movimenti, il medico può capire se le alterazioni della forza muscolare sono la spia di qualche patologie neurologica. Nel caso in cui il medico abbia ancora dubbi può richiedere una TAC, una risonanza magnetica o il dosaggio degli ormoni tiroidei (in caso di ipotiroidismo).
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Esistono cure e rimedi per le fascicolazioni muscolari?
A seconda della causa che ha determinato la comparsa delle fascicolazioni, il medico prescriverà la cura adeguata che, va detto, non è mai definitiva. Non esistono infatti farmaci in grado di far sparire completamente le fascicolazioni, esistono soltanto soluzioni per arginare e contenere i fattori di rischio che possono portare a questa condizione.
Se la causa delle fascicolazioni è una malattia del motoneurone, come la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), la sclerosi laterale primaria (SLP), l’atrofia muscolare progressiva (AMP), la paralisi bulbare progressiva (PBP), la paralisi pseudobulbare, l’atrofia muscolare spinale (SMA), non esiste alcuna terapia farmacologica.
Solo nel caso di fascicolazioni benigne dovute ad ansia e stress si può intervenire con beta-bloccanti e anticonvulsivanti per slatentizzare la condizione psico-fisica. Quando la fascicolazione muscolare tende a trasformarsi in spasticità, è consigliabile una terapia farmacologica. I farmaci che possono contrastare la spasticità muscolare sono molteplici. C’è il Baclofen che è un importante neurotrasmettitore inibitorio che agisce a livello delle sinapsi e riduce il rilascio dei neurotrasmettitori. Questo farmaco è molto efficace nel trattare gli spasmi dolorosi e aumentare il tono muscolare.
Poi c’è la tizanidina, che agisce sui recettori b2 adrenergenici a livello del midollo spinale. Alcuni studi hanno dimostrato che questo farmaco ha una efficacia simile a quella del Baclofen e a tratti anche migliore: i pazienti a cui viene somministrata la tizanidina infatti sembra che reagiscano meglio a livello muscolare. Un altro farmaco che viene utilizzato è il dantrolene: agisce direttamente sulla fibra muscolare e riduce la liberazione di calcio che segue lo stimolo neurotrasmettitoriale.
Anche le benzodiazepine hanno una potente funzione antispastica. L’unica controindicazione è che la loro assunzione provoca una marcata sonnolenza e per questo motivo, il loro uso viene limitato solo in alcuni casi specifici. Un capitolo a parte riguarda i cannabinoidi, un gruppo di farmaci che negli ultimi anni hanno dimostrato di avere un effetto contrastante ed efficace e contrastante contro ogni forma di spasticità.