Il Family Act è un disegno di legge delega annunciato l'11 giugno 2020 e che prevede sostegni economici di vario tipo per le famiglie
Con il Dpcm dell’11 giugno 2020, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha introdotto ulteriori provvedimenti per la Fase 2 del Coronavirus, in vista anche della possibile Fase 3. Tra le varie misure previste, c’è anche il Family Act, un pacchetto di sostegni e agevolazione alle famiglie in cui si parla anche di assegno universale.
Il Family Act (noto anche come “Misure per il sostegno e la valorizzazione della famiglia”) è un disegno di legge delega di 8 punti voluto fortemente dalla ministra della Famiglia Elena Bonetti e che ieri (11 giugno) ha ottenuto l’ok da parte del Consiglio dei Ministri (CdM). Grazie a questa misura, sono introdotti sostegni e agevolazioni fiscali a diverse tipologie di famiglie.
Con il termine disegno di legge delega si indica un atto normativo che entra immediatamente in vigore in casi di necessità, ma comunque ha bisogno della conversione in legge da parte del parlamento entro 60 giorni. Essendo delega, il parlamento attribuisce al governo la facoltà di disciplinare la materia con i decreti legislativi.
Nello stesso comunicato stampa diffuso ieri, si legge inoltre che il testo “delinea la cornice normativa e le scadenze temporali entro le quali il governo sarà chiamato ad approvare i decreti legislativi di attuazione della delega”.
In particolare, ci sono due principali scadenze:
Di seguito, sono elencate le misure principali emanate dal Family Act.
In base all’articolo 2 del Family Act, entro il 30 novembre 2020 il governo dovrà adottare un decreto legislativo per istituire l’assegno universale e riordinare le misure per le famiglie con figli a carico.
In particolare, l’assegno universale consiste in una quota mensile che verrà corrisposta dal 7° mese di gravidanza fino al compimento del 18esimo anno d’età di ciascun figlio. Per i figli disabili, invece, non c’è limite d’età. Il riconoscimento dell’assegno avverrà tramite un somma in denaro oppure con un credito d’imposta da usare in compensazione.
Nel caso di figli successivi al primo, l’assegno universale subirà una maggiorazione del 20%. In linea generale, comunque, tale misura avrà un importo minimo definito per tutte le famiglie, a cui andrà aggiunta una quota variabile in base all’Isee.
Infine, è importante sapere che l’assegno universale non pesa sul reddito imponibile e non influisce su eventuali prestazioni a sostegno del reddito.
Il Family Act inficia anche in diversi ambiti dell’istruzione. Per quanto riguarda gli asili, ad esempio, sono previsti dei buoni per il pagamento delle rette di asili nido, micronidi, sezioni primavera e scuole dell’infanzia.
Inoltre, sono previsti sostegni per le spese di famiglia con figli minori affetti da patologie fisiche e non (che riguardano anche i disturbi dell’apprendimento) e misure per l’acquisto (documentabile) di libri scolastici per ciascun figlio iscritto alla scuola secondaria di 1° e 2° grado. Rientrano anche sostentamenti per le spese relative a gite scolastiche, iscrizione o abbonamenti ad associazioni sportive e corsi di lingua, arte e musica.
Disposizioni simili riguardano anche l’università. Nel dettaglio, ci sono detrazioni fiscali delle spese relative al contratto di affitto di abitazioni per figli maggiorenni iscritti a un corso universitario. Anche qui, sono previsti sostegni alle spese sull’acquisto dei libri universitari (solo se però non si gode di altre forme di sostegno in materia).
Il Family Act prevede agevolazioni fiscali sull’affitto della prima casa alle giovani coppie, in cui entrambi hanno un età non superiore ai 35 anni.
Il testo del Family Act inficia anche sui congedi parentali obbligatori, che devono essere di almeno 10 giorni nei primi mesi di nascita del figlio. Un discorso molto simile riguarda anche i genitori lavoratori autonomi, per i quali si prevedono misure specifiche per un’estensione della disciplina.
Infine, viene disciplinata anche la possibilità di ottenere permessi retribuiti di almeno 5 ore nell’arco dell’intero anno scolastico per i colloqui con i professori dei propri figli.
Il disegno di legge delega mira anche a salvaguardare le madri lavoratrici. In particolare, introduce l’indennità integrativa del 30% sulla retribuzione erogata dall’Inps nel periodo in cui rientrano al lavoro dopo il congedo obbligatorio. In aggiunta, prevede una modulazione graduale della retribuzione percepita nei giorni di astensione nei casi di malattia del figlio.
Viene introdotta la possibilità di dedurre le spese per le baby-sitter in relazione al proprio Isee.
Per quanto riguarda lo smart-working, il Family Act prevede il riconoscimento del lavoro agile ai genitori con figli di età inferiore ai 14 anni. Per i datori di lavoro, invece, sono previsti degli incentivi se stabiliscono modalità di lavoro flessibile.
Ultima modifica: 29/12/2020