Scopriamo, insieme alla dott.ssa Fabiana Sonnino, l’autismo e l’Accademia degli Autismi. Oggi Presidente della Tutti Giù Per Terra Onlus, Fabiana è impegnata nel sociale da oltre vent’anni. Sta lavorando ad un importantissimo progetto per l’integrazione tra bambini autistici e normodotati.
L’autismo è un disturbo neuropsichiatrico che interessa la funzione cerebrale. Descritto per la prima volta dallo psichiatra austriaco Leo Kanner. E’ una patologia che nel corso degli anni ha suscitato in tutto il mondo un notevole incremento di interesse, soprattutto verso le anomalie del comportamento, della comunicazione e dello sviluppo dei bambini autistici. Lo stesso interesse che ha spinto una psicoterapeuta italiana ad approfondirne le problematiche.
“Dire autismo infantile non è proprio esatto – spiega Fabiana Sonnino – perchè l’autismo dura non solo nell’infanzia ma dura tutta la vita…Il primo ragazzo che ho conosciuto con diagnosi dello spettro autistico era un ragazzo adulto, non verbale, in una struttura tristissima dove era gestito senza nessuna competenza…quindi non usavano il visivo per comunicare con lui e lui non aveva nessun modo, nessuno strumento per comunicare con gli altri. Era veramente isolato, maltrattato, anche se aveva le cure primarie necessarie. Era in un Istituto per suore, all’epoca molto carine perchè l’avevano comunque accolto…i genitori non riuscivano a gestirlo. Io venivo da un interesse per il mondo animale, dal mondo dell’etologia e quando ho visto che potevo applicare le mie competenze, della conoscenza del comportamento non verbale degli animali a persone mi è sembrata veramente una svolta, qualcosa che potesse appassionarmi ma anche qualcosa che potesse essere più utile che nel mondo animale”.
“Mi sono laureata in psicologia anzichè in biologia – prosegue Fabiana Sonnino – e ho cominciato a fare questo tipo di studi, di approfondimenti e di sperimentazioni, andando anche all’estero e vivendo quotidianamente questo tipo di problematiche in più ragazzi, in più bambini…oggi finalmente siamo riusciti a realizzare qualcosa che penso possa essere utile sia a noi, per un interesse scientifico, tecnico, una passione e una vivacità intellettuale… che per questi bambini, persone, adulti, ma anche famiglie che vivono e convivono con questa disabilità per fargli apprezzare le loro peculiarità, che sono tante…”
Parliamo di bambini e animali…di bambini autistici e animali…cani e gatti, possono aiutare e contribuire a far si che un bambino autistico cambi il suo aspetto, la sua vita verso la società…possono contribuire a migliorare i comportamenti pro sociali?
“Far convivere una persona con questa disabilità con un cane, spontaneamente, non risolve la difficoltà e spesso non aiuta neanche – sottolinea Fabiana Sonnino – bisogna sfruttare il cane o il gatto ma anche altri strumenti, se piacciono… abbiamo lavorato con le canoe, abbiamo lavorato con la musica, abbiamo lavorato con il cinema, abbiamo lavorato con tanti strumenti che divertono e possono motivare maggiormente il bambino, il ragazzo, la persona a trovare un punto d’incontro e a lavorare ad aiutarsi a superare i propri limiti e per trovare l’accordo per far si che anche lavorare con un cane diventi pro sociale, un qualcosa che aumenti la propria autostima, il proprio senzo di responsabilità, la propria competenza abilitativa necessaria a livello sociale e comunicativo, verbale o non verbale, verso un altro essere vivente. Quindi un pretesto bello, simpatico che non è il solito lavoro a tavolino, che sia più interessante sia per l’operatore e il genitore che per il bambino, o l’adulto o la persona con disabilità di tipo autistico”.
“Abbiamo creato questo spazio – racconta Fabiana Sonnino – perchè siamo partiti da lontano, da diverse brutte esperienze – chiamiamole così – all’inizio partivano molto accoglienti, avevamo maneggi che ci accoglievano, avevamo altre fattorie, avevamo istituti, persone che ci accoglievano per realizzare i nostri progetti abilitativi. Noi andavamo con la nostra equipe e i nostri ragazzi con diagnosi dello spettro autistico ma dopo qualche tempo creavamo un pò dei disturbi, non eravamo a casa nostra e quindi ci relegavano ad orari e giorni marginali: all’ora di pranzo potete venire! Oppure la sera alle otto potete venire!…non era integrazione come noi intendavamo. Quindi abbiamo creato uno spazio che fosse prima di tutto uno spazio pensato per accogliere bambini e persone con diagnosi dello spettro autistico, familiari ed amici di questa patologia. E poi che fosse disponibile ad accogliere chiunque e che chiunque venisse in questo spazio potesse essere sensibilizzato e formato per poter convivere al meglio con questa problematica, e abbiamo creato grazie a diverse fondazioni, che ci hanno seguito nella realizzazione di questo progetto, il centro aggregativo La Collina Storta, uno spazio verde, aperto a tutti, authism friendly, ecologicamente orientato, quindi cerchiamo di usare il meno possibile la plastica, cerchiamo di orientare anche i nostri clienti verso l’attenzione e il rispetto verso la natura, verso l’ecologia e verso ciò che è il diverso”.
Lo sport è un argomento ampio e molto importante nella sua vita…so che lei ha delle grandi competenze in equitazione, nuoto, sci…quanto ha influito nella sua vita lo sport nel suo avvicinamento all’autismo?
“Penso che lo sport sia importantissimo come forma mentis, come sopportare la frustrazione, darsi dei limiti, superare i propri limiti, e per questo è trasversale e per chiunque…a cavallo diciamo che è uno dei pochi sport dove si può competere bambini, adulti e disabili – prosegue Fabiana Sonnino – l’importante è il binomio cavallo cavaliere e veramente dipende dalla giornata del cavallo e del cavaliere, dall’esercizio e dal training, dall’obiettivi che si pongono e dalla serietà con cui si pongono…l’ippoterapia è anche uno sport di squadra dove c’è un grande legame tra il team, il coach e tra le persone che ruotano intorno; è importante anche la fiducia che si ha con il proprio stalliere, con il proprio groomer, i nostri ragazzi preparano i cavalli per esempio ma montano anche a cavallo e lo stesso cavallo è sia per la persona disabile ma anche per l’atleta o anche per l’anziano che monta a cavallo…abbiamo anziani che montano a cavallo meglio di noi…è uno sport che, possiamo dire, elimina i limiti…”
“Posso dire anche la stessa cosa per il nuoto e anche per lo sci, i nostri ragazzi con lo spettro autistico sciano ed alcuni sciano molto bene…”
Ma voi come ONLUS siete sostenuti, avete degli aiuti per facilitare il vostro operato, le vostre iniziative?
“Aiuti a livello di patrocini molti, aiuti a livello politico qualcuno, all’inaugurazione del parco giochi sono intervenuti diversi rappresentanti delle istituzioni, a livello economico solamente sponsor privati che fino adesso ci stanno appoggiando in maniera molto importante. L’Accademia dell’autismo è stata possibile realizzarla grazie alla tavola dell 8×1000 della Chiesa Valdese e grazie anche alla Fondazione Vodafone, alla Johnson & Johnson e alla Unicredit No profit, altrimenti con le nostre possibilità economiche non potevamo realizzare nulla…”
“La nostra grande ambizione è poter utilizzare al meglio la parte digitale, vorremmo utilizzare le webcam, già abbiamo iniziato a farlo, con un cellulare o uno smartphone per riuscire a collaborare e interagire ovunque noi siamo con quello che succede nell’Accademia degli Autismi, e questo ha del miracoloso… A questo io posso dare la mia supervisione clinica come anche quella di esperti a livello internazionale semplicemente utilizzando un link… Se io ho problemi con un ragazzo che non riesco a comprendere a pieno posso chiedere una consulenza al mio amico Larsen nel Nord Carolina, che è un esperto d’integrazione al lavoro di ragazzi adulti con diagnosi dello spettro autistico…”
“Come posso fare per migliorare una mia prestazione, perchè se un ragazzo funziona male sono io che non riesco a chiedere bene quella performance a quel ragazzo, non riesco a comunicare bene, devo trovare un’altra soluzione, a volte ci si incastra ed ho bisogno di un parere esterno e in più posso monitorare qual’è il comportamento problema o qual’è invece la cosa che funziona, e studiare la sequenza anche in un altro momento, in un altro tempo, a mente fredda…e questo grazie a questo tipo di sistema che vorremmo allargare maggiormente e portare anche nelle case delle famiglie e chiedere la possibilità di poter offrire questo servizio di consulenza online a più persone, all’insegnante a scuola, all’operatore di assistenza domiciliare, allo sportivo che ha in palestra un ragazzo del genere…è la nostra ambizione futura, vedremo se riusciremo a portarla avanti…”
Quindi un progetto ricreativo a 360…obiettivi?
“Intanto realizzare appieno l’Accademia degli autismi, quindi di farla lavorare come punto di riferimento di formazione e informazione e di sensibilizzazione per la comunità e per i ragazzi con disabilità e per i bambini. Far comprendere a più persone l’importanza della diagnosi precoce: un bambino con questo tipo di diagnosi può essere individuato fin dai primi mesi, basta saperli osservare, quindi chiedo ai pediatri di formarsi, di usare dei piccoli questionari…è meglio un falso positivo da inviare a un neuropsichiatra o a una Asl che trascurarlo e arrivare troppo tardi… La diagnosi precoce propone un intervento precoce che abbassa l’ansia del bambino che non è costretto a creare dei comportamenti/problema e quindi facilita a tutti il proprio lavoro, anche un domani alla maestra di scuola; di creare formazione soprattutto agli insegnanti a scuola, di creare uno spazio adatto a questo tipo di problematica”.
“In America esistono scuole integrate, specializzate per accogliere questo tipo di problematica…in Italia accogliamo tutti e siamo assolutamente non specializzati…non possiamo essere noi a chiedere ad un’insegnante di essere formata per tutte le disabilità, per la cecità, per il mutismo, per la disabilità fisica, per l’autismo, per la sordità…è impensabile! Non possiamo essere specializzati così! Invece potremmo diventarlo con delle categorie specializzate in, persone che scelgono di lavorare per l’autismo e non per tutte le altre problematiche…e inserire lavorativamente i nostri ragazzi, la possibilità per molti di diventare abili a fare dei lavori che possano essere inseriti lavorativamente davvero, nei supermercati, nelle lavanderie, nei centri equestri, nelle fattorie e in tanti altri spazi…dobbiamo creare noi spazi di lavoro, anche per l’autismo. Sono ragazzi che portano qualcosa di veramente particolare e sono veramente unici nella loro tipologia e credo che sia possibile conoscerli con gli strumenti giusti per comunicare con loro e godere della loro presenza e amicizia…”
Un messaggio a chi ci ascolta…
Consultate il nostro sito www.lacollinastorta.org e www.tuttigiuperterra.org e scaricare il piccolo manuale pratico dei primi strumenti e tecniche per approcciarsi al mondo dell’autismo che si chiama “Se fosse autismo”…
Vieni a trovarci alla Collina Storta…ti aspetto con tutto il nostro staff!
Ultima modifica: 28/05/2020