Quando l’equitazione è integrazione

Redazione:

Che lo sport sia un incubatore sociale è noto da tempo: la ricerca di affermazione attraverso una partecipazione pulita e con regole condivise è modello e obiettivo della convivenza corretta con gli altri – famiglia, società, istituzioni.

E questo è vero, a maggior ragione quando si cerca l’integrazione della disabilità. I primi germogli hanno visto luce e sono fioriti nel grande impegno del Cip, il Comitato paralimpico italiano, che ha portato gli azzurri con disabilità in cima a molti medaglieri.

Equitazione e disabilità

Tante le soddisfazioni in numerose discipline, e solida la situazione in Equitazione, sport dove la prestazione si potenzia nella relazione con il cavallo, individuo senziente. Anche a livello di promozione sportiva, in quello “sport di base” dove si formano tanti futuri campioni, si registra un grande impegno, che si traduce in iniziative, progetti, proposte innovative.

Il lavoro di ASI nell’equitazione

Tra gli enti, particolarmente attivo è stato in questi anni Asi, che oltre 6 anni fa ha ideato e realizzato il dipartimento Discipline Equestri Integrate, oggi capofila riconosciuto dello sport integrato.

Tre le specialità che caratterizzano le Discipline Integrate: Dressage, Gimkana e Volteggio. Ogni categoria è stata studiata minuziosamente e concepita per accogliere un’utenza diversamente abile che si confronterà con i cavalieri normodotati sulle sole difficoltà tecniche, valutate da un Giudice unico, non consapevole a priori della presenza o assenza di disabilità. Per una volta, insomma, tutti in campo ad armi pari e su terreno neutrale.

La crescita esponenziale del settore ha portato in breve alla nascita di uno stabile circuito di gare assurto al ruolo di Trofeo in aggiunta al Campionato nazionale. Partecipazione nell’ordine delle centinaia di atleti, ogni tappa un’occasione di socializzazione per i cavalieri e le loro famiglie, integrazione compiuta fra gli atleti disabili e non.

In un mondo che persegue politiche sempre più inclusive, ma tiene ancora ben distinte Olimpiadi e Paralimpiadi, il progetto Discipline Integrate prosegue sulla scia di chi sei anni fa lo ha “sognato”: sport di integrazione e per l’integrazione, guardando avanti.

Per svegliarsi, magari, e vedere quel sogno diventato realtà.

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