Emiliano Malagoli è un pilota motociclista disabile dell’associazione Di.Di. Diversamente disabili onlus che, insieme a Chiara Valentini, ha fondato la Fimpar, la Federazione italiana di motociclismo paralimpico, a cui ha voluto dare il suo personale benvenuto anche il presidente del Comitato paralimpico Luca Pancalli. Questa la sua storia, raccontata durante un normale giorno di allenamento presso l’autodromo romano di Vallelunga.
“Una delle prime persone ad arrivare è stata mia figlia che, purtroppo, non volendo, è stata la testimone oculare del mio problema…prima di arrivare da me, 40 metri prima aveva trovato la mia gamba appoggiata lungo la strada…”
“Mi hanno salvato la vita la notte in ospedale, dove sono arrivato con circa un litro e mezzo di sangue…mi hanno messo tutto il sangue congelato, però non ripartiva niente dei miei organi…”
“La paura… Io ho vissuto la paura della morte, lo ammetto, paura di morire…quando mi sono risvegliato ed ero vivo, indistintamente dai problemi fisici che avrei riportato ero già una persona felice…”
“La protesi non è una cosa da nascondere, è quella cosa che mi permette di fare una vita normale…sono innamorato della mia protesi – sottolinea Emiliano Malagoli – non devo vergognarmene assolutamente. Con i bambini, spesso, quando me la guardano e sono un pò timorosi sono proprio io che uso questo termine, che sono Jeeg Robot d’acciaio, mezzo robot! Per sdrammatizzare la loro prima incertezza e creare in loro curiosità, creare in loro domande, perché è giusto che i bambini crescano con un’idea diversa di un disabile. Un disabile non è una persona sfigata! I bambini devono crescere con un’idea positiva della persona disabile…”
“La velocità è adrenalina!…adrenalina e odore di benzina bruciata sono le cose che ho dentro il naso…dentro la mente… – prosegue Emiliano Malagoli – per un motociclista arrivare a tutta velocità ad una curva, scalare le marce, buttarsi fuori dalla moto, chiudere il gas, riaprire senza cercare di far scivolare il posteriore, la moto che saltella davanti…sono sensazioni che solo un motociclista può provare, è difficile poterle far capire a chi non guida una moto…”
“Non si finisce mai di sognare…credo che i sogni esistono per essere realizzati ed in parte mi ritengo molto fortunato perché in seguito al mio incidente ho realizzato molti sogni che mi ero prefissato: il primo era tornare in moto, e ci sono riuscito…il secondo era portare altra gente disabile e riprovare quelle sensazioni che avevo provato io…perciò creare una scuola per ragazzi disabili per dargli la possibilità di guidare in sicurezza una moto, sia per strada o anche in pista…”
“La prima cosa che ti posso dire è vieni a vedere, per convincerti, una gara dei nostri ragazzi! All’interno del box vivi una famiglia, vivi un’amicizia, vivi l’aiutarsi veramente l’uno con l’altro…respiri il motociclismo a polmoni pieni! Quello che non ha le gambe aiuta quello che gli manca il braccio per montare una gomma…quello a cui manca il braccio magari va a prendere una bibita al bar per chi è senza gambe…integrazione a 360°! Poi, una volta entrati in pista, quelli più esperti aspettano quelli che vanno più piano e gli insegnano il circuito, cose che ormai – conclude Emiliano Malagoli – nel motociclismo sportivo e agonistico non vediamo più…
“…coltiviamo la passione del motociclismo…!”
Se vuoi correre in moto puoi contattare l’associazione Di.Di.Onlus
Sito Web: www.diversamentedisabili.it
Email: ufficiostampa@diversamentedisabili.it
Ultima modifica: 25/05/2020