Elisa Forte in campo contro se stessa e i pregiudizi culturali. Lei, 36enne di Roma, con la passione per la musica, ma anche una sordità neurosensoriale bilaterale che per molti può essere vista come un ostacolo. In Forte invece ha prevalso altro, la voglia di intraprendere un percorso canoro, covato per tanto tempo ed esploso recentemente.
Elisa Forte: “Ecco la mia storia”
Elisa Forte ha solo 10 mesi di vita quando le viene diagnosticata una sordità neurosensoriale bilaterale profonda, “il grado più grave della sordità“, ci scrive per mail. I medici “dissero ai miei genitori che non avrei mai sentito né parlato, in quanto il mio residuo è davvero minimo”. Grazie però all’intervento della logopedia, unito “al mio carattere testardo e caparbio e alla determinazione dei miei genitori”, Forte ottiene dei risultati: “Ora parlo abbastanza bene, sento abbastanza bene, anche se in alcuni contesti ho bisogno della lettura labiale”.
E così nel 2017 inizia a prendere lezioni di canto: “A oggi ho fatto diverse cover, diversi live e uno spettacolo inclusivo a dicembre 2021, con la speranza che altre persone che si trovano nella mia stessa condizione o i genitori di bambini sordi capiscano che i limiti possono essere superati“. Per conoscere molto la storia della cantante, le abbiamo fatto qualche domanda via mail.
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Come fa una persona sorda a cantare? Ci sono delle tecniche particolari che usi durante le prove?
“Fin da piccola, grazie al metodo riabilitativo che ho seguito, mi sono sempre allenata con l’ascolto e l’emissione dei suoni. Mi allenavo parlando al telefono, chiudendo gli occhi e cercando di capire quello che mi veniva detto, parlando da una stanza all’altra con diverse persone e ascoltando musica, tanta musica.
Di conseguenza mi allenavo nella produzione dei suoni in base a quello che captavo. Mi ha aiutato tanto anche il metodo riabilitativo, che si basava sui ritmi musicali e linguistici e mi faceva lavorare tantissimo con la voce. Questo è stato molto importante per poter avere una certa fluidità nel parlato e di conseguenza anche nel cantato.
Poi quando ho deciso di voler iniziare a studiare canto ho scoperto le vibrazioni, che mi aiutano a capire l’altezza esatta delle singole note e la posizione in maschera. Oltre alle vibrazioni è importante lavorare sul respiro, diaframma, appoggio, apertura della bocca e delle costole, ma questo vale anche per gli udenti.”
Come mai hai deciso di intraprendere questo percorso?
“Perché il canto è una passione troppo forte! Prima ero convinta fosse una cosa che non avrei mai potuto studiare, ma mi sono ricreduta! Decidere di intraprendere questo percorso è stata una svolta per me, sia dal punto di vista psicologico e di autostima, sia dal punto di vista ‘fisico’: la mia capacità di ascolto e di parlato sono migliorati assai! Il canto lo considero una sorta di logopedia, che mi aiuta a mantenermi allenata.”
Ci hai scritto che per anni ti sei vergognata di portare avanti questa tua passione per la musica. Cosa ti ha fatto cambiare idea?
“Mio figlio! Fin da piccolissimo amava cantare anche lui, è cresciuto con le canzoni di Giorgia (oltre che con le canzoni per i bambini) e insieme cantavamo tanto, ovunque. La mia passione, che è rimasta latente e nascosta per anni, è ritornata prepotentemente in superficie e non mi sono data pace fino a che non mi sono detta: ‘Senti, ci devo provare…male che vada smetto!’. E da lì non ho più smesso. La mia fortuna è stata quella di aver trovato due insegnanti molto empatici e che non mi hanno chiuso le porte in faccia. Bisogna dare la possibilità a tutti di vivere di musica.”
Contro quali pregiudizi hai dovuto combattere per farti valere in qualità di artista?
“Nel 2022 ancora incontro persone che mi dicono ‘Ma come, sei sorda e parli così bene?’, addirittura qualcuno ha messo in dubbio la mia sordità! Ormai è credenza popolare che le persone sorde parlino male o non parlino affatto. Figuriamoci una persona sorda che canta! Invece non è così, al giorno d’oggi anche le persone sorde possono raggiungere un buon livello di parlato, ascolto e possono anche cantare! Certo ci vuole una buona dose di allenamento, di forza di volontà e di coraggio, ma mai arrendersi.
Non è facile farmi accettare dagli altri, ne sono perfettamente consapevole. Per quanto possa allenarmi, studiare, ecc, so benissimo che la mia voce è diversa da quella di una persona udente e che potrò arrivare fino ad un certo punto. Mi è stato detto più volte che non riesco a mantenere l’intonazione per tutta la canzone. Questo lo so benissimo, ma continuo ad andare avanti e cerco di migliorare più che posso, non mi faccio abbattere dalle critiche. Vorrei solo che le persone imparino a guardare oltre e a cogliere il significato di quello che voglio trasmettere.”
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Oggi la musica è una passione, ma domani vorresti farla diventare un lavoro?
“Sarebbe bellissimo, ma so anche che è impossibile e quindi resto con i piedi per terra. Mi godo quello che riesco a fare, che è già veramente tantissimo.”
Musica e sordità sono due mondi conciliabili?
“Assolutamente si! Anzi sarebbe bellissimo se i sordi si avvicinassero di più alla musica e se tutti gli dessero la possibilità di farlo.”