Dicono che il comico sia il tragico di spalle. Niente di più vero se guardiamo Stefano Belisari (in arte Elio) e suo figlio che soffre di autismo: una vicenda che il frontman del gruppo Elio e le storie tese non ha mai nascosto e che ha sempre cercato di far emergere in modo elegante e accorato. Da diversi anni, Elio è in prima linea nella promozione di campagne di sensibilizzazione legate all’autismo: secondo lui, se ne parla troppo poco e il più delle volte in modo molto superficiale.
Elio e l’autismo: “Una malattia dimenticata”
Elio ha un figlio di 11 anni che soffre di autismo e lamenta una assenza di interesse a livello nazionale : “In Italia non esiste neanche un censimento dei ragazzi con l’autismo, i politici – ma non solo loro, tutti quanti – credono che aiutare significhi isolare i bimbi e lasciare che la famiglia, come dire, respiri. Ma quello non è aiutarci, significa non aver capito niente. I bambini autistici possono imparare a vivere, a parlare, ma per farlo devono essere seguiti appena il problema si manifesta”.
Secondo Elio, anche le procedure mediche andrebbero riviste: “Io e mia moglie ci siamo presentati davanti alla Commissione che doveva stabilire se mio figlio fosse o non fosse autistico. Sai da chi era presieduta? Da un otorino. Mi vergogno a dirlo, ma mi sono messo a urlare. Dopo un anno mi hanno risposto e ora, attraverso sforzi disumani – perché otto ore di riabilitazione al giorno sono tante – mio figlio parla, ha degli amici, va a scuola. Ma per ogni successo ci sono migliaia di bambini che vengono lasciati senza sostegno, abbandonati”.
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Autismo e quarantena
Nei mesi scorsi di quarantena e di restrizioni, Elio si è prodigato a difesa delle famiglie e dei genitori con figli autistici abbandonati durante il lockdown: “Chi vive in questo stato, ormai si è fatto un’armatura e quindi affronta tutto. Però non c’è stata attenzione alle esigenze di chi ha un figlio autistico. Lo dico perché mi sono accorto dei miglioramenti di mio figlio con assistenza tutti i giorni».
Parole tranchant che avevano denunciato una situazione insostenibile (e che forse oggi, con la vaccinazione, vede uno spiraglio di luce): per mesi, sono stati chiusi i centri diurni per disabili ed è stato interrotto ogni rapporto tra educatore e terapista.
“La sensazione di paura e imprevedibilità legata al Coronavirus, che negli ultimi mesi hanno vissuto tutti, prima o poi terminerà – aveva commentato il cantante -. Nel caso dell’autismo, invece, non scomparirà mai. Nella sola Lombardia ci sono 100mila casi di persone autistiche. Se si affronta il tema con competenza per risolverlo, si possono fare tante cose”.
La battaglia per i vaccini
In questi mesi intensi di campagna vaccinale e di lento e graduale ritorno alla vita, Elio ha rivolto un appello al governo e alle regioni di affrettare la somministrazione dei vaccini anti-COVID ai ragazzi autistici.
Secondo il cantante, ci sono 600mila famiglie in Italia che sono attualmente in ginocchio perché non ce la fanno ad assistere i loro figli autistici: “Vaccinate al più presto i ragazzi autistici e chi vive accanto a loro. La situazione delle famiglie con figli autistici in tempi di Covid è difficile anche solo da descrivere. Non si tratta di sopravvivere giorno per giorno, ma ora per ora. Molte di queste persone non sono autosufficienti e hanno bisogno di assistenza 24 ore su 24”.
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Elio e l’autismo Propaganda: ecco gli “Autism Manager”
Qualche settimana fa Elio è stato ospite di Propaganda Live e ha parlato ancora una volta dell’autismo. Lo ha fatto come al solito in modo ironico, ma ha portato alla luce dati allarmanti: un bambino su 70 nasce con una forma di autismo e, secondo Elio, è il caso di parlarne e di trovare delle soluzioni perché prima o poi riguarderà tutti. La percentuale inoltre è in crescita.
Con une metafora illuminante, Elio ha affrontato anche il discorso linguistico. Secondo lui, in Italia funzionano solo i mestieri che hanno il nome in inglese. Fare il viaggio sul treno con il controllore è poco entusiasmante, molto meglio il Train Manager: dà più sicurezza e fa fare anche bella figura quando lo si nomina. Allo stesso modo, Elio e alcuni papà con figli autistici hanno deciso di inventarsi una nuova figura professionale: l’autism manager. Attraverso questo espediente, Elio spera di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla malattia.
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