Martedì 5 novembre sarà l’Election Day delle Elezioni USA 2024, l’ultimo giorno in cui i cittadini americani potranno votare per eleggere il 47esimo Presidente e il nuovo Vicepresidente degli Stati Uniti d’America. O meglio, per eleggere i Grandi Elettori, coloro che effettivamente diranno chi sarà il nuovo inquilino o la nuova inquilina della Casa Bianca.
Di fatto le elezioni degli Stati Uniti d’America non prevedono l’elezione diretta del Presidente da parte dei cittadini, i quali invece devono prima eleggere 538 Grandi Elettori, che formeranno il Collegio Elettorale, adibito appunto alla nomina presidenziale. All’interno di questa guida, scopriamo chi sono e qual è la loro funzione precisa nelle elezioni americane, e come sono conteggiati nei singoli stati.
Elezioni USA 2024 e Grandi Elettori: come funziona il sistema elettorale
Negli Stati Uniti d’America l’elezione del Presidente e del Vicepresidente non è diretta, ma dipende dal Collegio elettorale, formato dai Grandi Elettori, i quali a loro volta sono eletti dai cittadini americani. Tutto ciò è sancito dall’articolo 2 della Costituzione americana, e prevede che ogni Stato sia rappresentato da un preciso numero di Grandi Elettori
Dunque, una volta formato, il Collegio Elettorale determina il vincitore delle elezioni negli USA. Una vittoria che può essere ottenuta grazie al sistema “Winner-takes-all“, cioè chi vince prende tutto: in soldoni, il candidato o la candidata presidente che vince il voto popolare, anche un solo voto in più rispetto all’avversario, conquista tutti i Grandi Elettori in palio. Ciò accade in 48 stati su 50, tranne che per Maine e Nebraska.
Ed è qui che si crea un paradosso: un candidato può diventare presidente avendo meno voti popolari a livello nazionale rispetto al suo avversario, ma proprio perché è riuscito a ottenere la maggioranza dei Grandi Elettori, che devono almeno essere 270. Ad esempio, come ricorda Euronews, nel 2000 George W. Bush ebbe l’appoggio di 271 grandi elettori nonostante Al Gore prese 500mila voti in più a livello nazionale.
Tecnicamente però, come ricorda Fanpage, i Grandi Elettori hanno la possibilità di votare un candidato diverso rispetto a quello della volontà popolare del proprio stato di riferimento. Tuttavia in 26 Stati e nel Distretto di Columbia esiste l’obbligo di legge di adeguare il proprio voto a quello espresso dai cittadini.
Elezioni USA: il ruolo degli swing states
Tradizionalmente, durante le elezioni, esistono due tipologie di stati, come ricorda Skytg24. La prima categoria riguarda i “Safe States”, termine che indica gli stati che votano sicuramente per un singolo partito. Spesso nelle grafiche li possiamo riconoscere perché identificati con un colore preciso: “Blue States” (quando la maggioranza vota per i democratici); “Red States” (quando la maggioranza vota per i repubblicani).
L’altra categoria è nota come “Swing States“, che significa “stati in bilico”, cioè dove il voto è indeciso. Questi Swing States sono fondamentali, in quanto diventano i luoghi chiave dove i voti possono contribuire alla vittoria definitiva delle elezioni americane. Per il 2024, gli stati considerati in bilico sono Carolina del Nord, Michigan, Pennsylvania, Nevada, Wisconsin, Georgia e Arizona.
Leggi anche: La politica che non sa fare politica sulla disabilità
Quanti sono i Grandi Elettori
Il numero complessivo dei Grandi Elettori è 538: 435 sono i rappresentati statunitensi, 100 i senatori e 3 i rappresentanti eletti nel District of Columbia, la zona della capitale Washington. Al fine di vincere le elezioni, bisogna ottenere almeno 270 Grandi Elettori, che sono suddivisi stato per stato in questo modo:
- Alabama 9
- Alaska 3
- Arizona 11
- Arkansas 6
- California 54
- Colorado 10
- Connecticut 7
- D.C. 3
- Delaware 3
- Florida 30
- Georgia 16
- Hawaii 4
- Idaho 4
- Illinois 19
- Indiana 11
- Iowa 6
- Kansas 6
- Kentucky 8
- Louisiana 8
- Maine 4
- Maryland 10
- Massachusetts 11
- Michigan 15
- Minnesota 10
- Mississippi 6
- Missouri 10
- Montana 4
- Nebraska 5
- Nevada 6
- New Hampshire 4
- New Jersey 14
- New York 28
- Nord Carolina 16
- Nord Dakota 3
- Nuovo Messico 5
- Ohio 17
- Oklahoma 7
- Oregon 8
- Pennsylvania 19
- Rhode Island 4
- Sud Carolina 9
- Sud Dakota 3
- Tennessee 11
- Texas 40
- Utah 6
- Vermont 3
- Virginia 13
- Virginia Occidentale 4
- Washington 12
- Wisconsin 10
- Wyoming 3
Chi può votare i Grandi Elettori?
Negli Stati Uniti d’America possono votare le persone con almeno 18 anni d’età, ma tutti gli Stati – tranne il North Dakota – richiedono la registrazione degli elettori. Solamente che i documenti di registrazione possono variare da stato a stato: la patente è il documento più usato, ma possono valere anche il certificato di nascita o la tessera universitaria. Documenti che però non sempre sono facilmente ottenibili dalle minoranze: un quadro che, come spiega ISPI, contribuisce a una distorsione del diritto al voto conosciuta come “voter suppression”.
Grandi Elettori: cosa succede dopo il voto
A seguito dell’Election Day, previsto per martedì 5 novembre 2024, i Grandi Elettori dovranno riunirsi entro il 17 dicembre 2024. Prima però, l’11 dicembre, ogni stato dovrà consegnare i risultati elettorali, senza errori. Infine, il 6 gennaio 2025 ci sarà la conta finale dei voti in sessione congiunta del Congresso, e il 20 gennaio 2025 sarà la volta della Cerimonia di Inaugurazione del nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America, il cui mandato scadrà nel 2028.
Nel caso in cui nessuno dei candidati riesca a ottenere 270 voti elettorali, in base al dodicesimo Emendamento della Costituzione americana, si profila uno scenario particolare: la Camera dei Rappresentanti sceglierà il Presidente tra i tre candidati più votati, mentre il Senato si occuperà di eleggere il Vicepresidente.