Alle Elezioni Europee 2024 vincerà l'astensionismo? Scopriamo cosa dice la storia e quali sono le cause del partito del non voto
Alle Elezioni Europee 2024 potrebbe vincere l’astensionismo. Ancora una volta, il partito del non voto è argomento preminente di una nuova tornata elettorale, sebbene nel corso degli anni gli interpreti politici hanno spesso glissato sull’effettiva necessità di capire come avvicinare gli astensionisti alle urne.
Il disinteresse alle elezioni da parte di una buona fetta dei cittadini italiani può essere spiegata in diversi modi, è chiama in causa anche svariate ragioni sociali. Nonostante negli anni l’argomento sia stato sviscerato a più riprese, ancora oggi il timore di una bassa affluenza alle urne è decisamente alto.
La Treccani identifica l’astensionismo come “l’astenersi di proposito, per ostentazione di indifferenza o di protesta, dal partecipare alla vita politica o da un determinato atto politico”. Oltre a questa tipologia di astensionismo, ne esiste un’altra forma, definita “attiva“, che figura quando l’elettore si reca comunque alle urne, ma vota in modo tale da far risultare nulla la propria scheda.
Questo comportamento entra in contrasto con l’articolo 48 della Costituzione Italiana, la quale disciplina l’esercizio di voto: “Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge. Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge”.
Nel corso degli ultimi anni, in Italia il partito del non voto è cresciuto esponenzialmente, caratterizzando ogni risultato elettorale. Astenersi dal votare non garantisce una posizione di vantaggio a nessun partito o coalizione in gara, ma spesso è rappresentazione di una politica che non riesce ad entrare in contatto con i propri elettori.
Ogni elezione è diversa, che sia locale, nazionale o europea. Tuttavia è possibile individuare alcune cause generali che possono aiutarci a dipingere un quadro preciso su cosa porta gli elettori a non votare.
Partiamo da un dato di fatto: in Italia votare è un diritto e un dovere, ma non un obbligo. L’esercizio di voto richiama la nostra coscienza civica, nel pieno rispetto della democrazia, ma nessuno ci impone di votare in quanto regola. Questo fa sì che molte persone possano non essere invogliate a recarsi alle urne.
Un altro aspetto da tenere in seria considerazione è la sfiducia nei confronti dei partiti politici e, più in generale, nel modo in cui oggi viene condotta la politica dai suoi interpreti. Ad esempio, in base al Rapporto sul benessere equo e sostenibile dell’Istat, i dati mostrano un grande scetticismo verso la classe politica italiana rispetto alle altre istituzioni.
Un altro aspetto che non viene considerato come dovrebbe è l’astensionismo giovanile, in quanto le fasce d’età più basse hanno spesso lamentato la poca rappresentanza politica da parte dei partiti in termini di proposte e idee in favore delle nuove generazioni.
Infine, dobbiamo anche considerare che le proposte dei programmi elettorali sono spesso simili tra loro, anche tra partiti diversi, così come i temi presentati. A livello sociale, ciò si traduce come uno scollamento totale con l’elettore, che viene visto solo come oggetto di consenso e non di rappresentanza politica.
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Se volessimo posare lo sguardo unicamente sulle Elezioni Europee, grossomodo noteremo molte similitudini, come la disillusione per la politica. Questo argomento è stato oggetto di un’inchiesta condotta dal magazine portoghese Divergente, in collaborazione con l’Osservatorio sui Balcani e Caucaso-Transeuropea e al Sole 24 Ore.
Da questo studio è venuto fuori che uno degli elementi che porta i cittadini a non votare è legato principalmente al benessere della popolazione: “I paesi o le regioni con più astensionismo sono infatti quelle con più anziani, con tasso di analfabetismo più alto e soprattutto con redditi più bassi”, scrive La Stampa. Inoltre a incidere è anche una profonda e complessa burocrazie per accedere ai fondi europei.
Un dato di confronto, che ci può aiutare a definire meglio il quadro dell’astensionismo alle Elezioni Europee, ci viene dalla tornata elettorale del 2019, le cui motivazioni erano state sintetizzate in 3 macro-aree: delusione verso la politica; disinteresse verso la politica; votare non serve a niente. Sostanzialmente, in Italia può cambiare la tipologia di elezioni, ma bene o male le cause restano sempre le stesse.
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Prevedere la percentuale precisa di astensionismo alle Elezioni Europee 2024 è pressoché impossibile, ma possiamo studiare il sentimento generale con il quale ci stiamo avvicinando alla nuova chiamata alle urne. E per farlo, dobbiamo rivolgere lo sguardo al passato.
A livello europeo, l’affluenza delle urne ha avuto il suo picco storico alle Elezioni Europee 2019 (50,66%), dopo anni in cui la curva era direzionata verso il basso. Secondo l’indagine di Eurobarometro, l’aumento dell’affluenza fu determinato principalmente dalle giovani generazioni in tutta l’Europa, in particolare i giovani cittadini sotto i 25 anni (+14 punti percentuali sul 2014) e i 25-39enni (+12 punti percentuali sul 2014).
In termini di affluenza, quelle storiche elezioni furono fondamentali anche per alcuni Paesi, i quali registrarono un aumento di partecipazione alle urne, come Polonia, Romania, Spagna, Austria, Ungheria, Germania, Slovacchia e Repubblica ceca. Di contro, l’Italia registrava il dato più basso di sempre: 54,50% nel 2019, quasi 3 punti percentuali in meno rispetto al 2014.
Nonostante questa curva discendente, c’è grande ottimismo in vista delle Elezioni Europee 2024. Il sentimento generale ipotizza un’affluenza maggiore rispetto a 5 anni fa, addirittura del 60%, in risposta soprattutto a un senso di comunità che si sarebbe sviluppato a fronte di alcuni grandi emergenze internazionali, come la pandemia da Covid e la guerra in Ucraina.
Ability Channel sostiene che il lavoro d’informazione sia necessario per permettere alle persone di recarsi alle urne in modo consapevole e sicuro. Per questo motivo, la redazione ha realizzato una serie di approfondimenti mirati per permettere a tutti gli aventi diritto al voto di partecipare alle Elezioni Europee 2024 e poter convertire l’astensionismo in partecipazione politica.
In particolare, è stata posta grande attenzione allo studio dei programmi elettorali in materia di disabilità, cioè a tutte quelle proposte che i partiti hanno scritto in difesa dei diritti delle persone disabili. Di seguito i vari approfondimenti:
Ultima modifica: 04/06/2024