La Distrofia muscolare congenita fa parte di un gruppo di malattie clinicamente eterogenee e relativamente frequenti nella popolazione, che esordiscono abitualmente entro il primo anno di vita e sono trasmesse con carattere autosomico recessivo.
Trattandosi appunto di un gruppo di malattie eterogenee, le forme di Distrofia muscolare congenita sono diverse:
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Esiste anche un possibile interessamento del muscolo cardiaco e dell’apparato respiratorio, ed in alcune forme si manifesta anche un coinvolgimento di vario tipo e gravità del sistema nervoso centrale: subclinico o clinicamente evidente.
La distrofia congenita è trasmessa con carattere autosomico recessivo. Questo significa che l’alterazione del DNA è presente in entrambi gli elementi di una copia di cromosomi ed è quindi necessario che vi siano due copie del gene affetto perché la malattia si manifesti. Generalmente entrambi i genitori sono portatori ed il rischio di ricorrenza della malattia, per una coppia che abbia già avuto il figlio affetto, è del 25% ad ogni gravidanza.
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La merosina, o laminina alfa-2, è una proteina che funge da legame tra la membrana e la matrice extracellulare. E’ codificata sul cromosoma 6 ed è stata individuata intorno al 1993-1994. Da qui la classificazione in distrofie muscolari congenite merosino-positive e merosino-negative oggi ritenuta superata. I soggetti che presentano difetto completo di merosina hanno di solito un quadro clinico piuttosto severo e non deambulano. Anche il sistema nervoso centrale è coinvolto in forma subclinica. Poiché la merosina è presente anche nel sistema nervoso periferico, è possibile individuare una neuropatia in queste persone, di solito senza rilevanza clinica. Esistono poi molte varianti con merosina parzialmente ridotta e quadro clinico meno severo.
In alcune forme può servire la risonanza magnetica muscolare, la quale dimostra un interessamento selettivo di alcuni gruppi rispetto ad altri. Infine l’analisi genetica consente la definizione di una diagnosi precisa di distrofia genetica.
Per tutte le forme di distrofia congenita bisogna fare attenzione alle posture, alle retrazioni e a tutto ciò che può facilitare l’autonomia motoria. Inoltre, si dovranno impostare controlli della funzionalità cardiaca e respiratoria in sonno e veglia. Quando necessario, dovrà anche essere impostata un’adeguata terapia dell’epilessia che può accompagnarsi all’interessamento del sistema nervoso centrale. Andranno inoltre previste attente valutazioni neuroftalmologiche e ortottiche per le forme che abbiano coinvolgimento oculare.
Per finire, si rendono indispensabili opportuni interventi relativi ai possibili deficit cognitivi presenti in alcune forme di distrofia congenita.
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Ultima modifica: 28/05/2020