Sono in aumento i casi di discriminazione disabili: è quanto emerge dall’allarme lanciato dalla FISH, la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, per voce del suo presidente Pietro Barbieri. Non solo per quanto riguarda i casi legati alla cronaca ma anche per quanto sta avvenendo per le politiche sociali che vengono messe in atto dalle nostre istituzioni.
Anffas, l´Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e Relazionale, ha realizzato una guida per aiutare le persone disabili e i loro familiari a proteggersi dalle discriminazioni. Il testo descrive in maniera approfondita e dettagliata tutti i tipi di discriminazioni che vengono comunque suddivise in due categorie principali:
Le prime sono strettamente connesse alla disabilità, ovvero quando a parità di situazione una persona disabile non viene trattata e considerata come una normodotata.
Le seconde invece avvengono quando un atto, una disposizione, una legge, apparentemente neutri, cioè uguale per tutti, mette una persona disabile in una situazione di evidente svantaggio.
Tra i tipi di discriminazioni nella guida dell’Anffas si fa riferimento anche quei comportamenti che violano la dignità e la libertà della persona, come, per esempio, la cosiddetta discriminazione ambientale.
Questo importante lavoro vuole essere un prezioso supporto per aiutare le persone disabili ad avere il coraggio per denunciare molestie, abusi ed intimidazioni che troppo spesso, ancora oggi, rimangono avvolte nel silenzio.
L’UNAR, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni razziali, sta lanciando un nuovo contact center contro tutte le discriminazioni, quindi anche contro quelle subite dalle persone con disabilità.
Dopo un anno di sperimentazione in cooperazione con le regioni e gli enti locali, UNAR ha creato questo importante contact center con il numero verde 800 90 10 10 , o in alternativa al sito www.unar.it per andare incontro alla direttiva dell´Unione Europea 43/2000, direttiva emanata il 29 giugno del 2000 per attuare il principio della parità di trattamento delle persone indipendentemente dalla razza e dall´origine etnica. E per dare concretezza al principio di non discriminazione che è sancito dall´articolo 3 della nostra Costituzione.
Al Contact center di Unar, che sarà operativo dal 28 novembre, oltre alle discriminazioni disabili, si potranno segnalare anche quelle legate all´età, alla religione e all´orientamento sessuale.
Intanto qualcosa ha cominciato a muoversi. Da più parti definita esemplare, il Tar di Sardegna ha emanato una sentenza che ha visto accogliere il ricorso presentato da quindici famiglie di studenti disabili ai quali, “grazie” alle nuove politiche sociali e ai tagli alla spesa, erano state ridotte le ore di sostegno. La sentenza ha condannato il Ministero che dovrà pagare di mille euro di risarcimento per ogni mese di minore sostegno e mancata assistenza nei confronti dell´alunno disabile.
Già all´inizio del 2011 il Tribunale Civile di Milano aveva condannato il ministero dell´Istruzione presieduto da Mariastella Gelmini, dopo un ricorso presentato da 17 genitori contro il ministero stesso, l´Ufficio scolastico regionale e quello provinciale.
Questi due fatti dimostrano quanto sia stato importante per le famiglie unirsi per difendere il diritto dei propri figli. Ci si augura che tante altre famiglie possano seguire questi esempi, trovando il coraggio e la forza per scendere in campo con orgoglio e dignità.
Ultima modifica: 13/05/2020