Massimo Di Marcello, tecnico della nazionale della FISPES, la Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali, ti parla della disabilità visiva nello sport, in particolare nell’atletica leggera, disciplina regina delle Paralimpiadi. Massimo Di Marcello è anche consigliere nazionale all’interno della stessa FISPES in rappresentanza dei tecnici.
L’incontro con il tecnico nazionale Massimo Di Marcello, avvenuto in occasione dei campionati italiani assoluti che si sono svolti a Padova nel primo weekend di luglio, viene preceduto dallo sprint nella gara degli 800 metri di Annalisa Minetti, atleta con disabilità visiva affetta da Retinite Pigmentosa, ed il suo tecnico e guida, Andrea Giocondi, atleta di livello internazionale già protagonista sulla stessa distanza alle Olimpiadi di Atlanta. Immagini di disabilità visiva e sport di grande suggestione, al rallentatore che enfatizzano sia lo sforzo che la perfetta intesa della coppia.
“Nella disabilità visiva e sport gli atleti ipovedenti o ciechi (sensoriali) possono fare tutto ciò che è nell’ambito dell’atletica leggera, quindi corse, salti e lanci”.
“Per quanto riguarda i salti e i lanci l’atleta con la disabilità visiva – spiega Massimo Di Marcello – viene posto nelle pedane di riferimento e può essere supportato da una guida o da un tecnico effettuando il gesto richiesto attraverso chiamata…con il tecnico o l’atleta guida di fronte viene indirizzato attraverso la voce“.
“Nella corsa – prosegue Massimo Di Marcello – invece l’atleta è supportato da una guida che gli corre a fianco, specialmente nelle categorie ciechi totali e ipovedenti T12, con ipovisione media… hanno questa guida, questo atleta che gli corre a fianco solo ed esclusivamente per indirizzarli ed avere un riferimento lineare”.
“Le difficoltà che incontra nella disabilità visiva e sport – continua il tecnico della nazionale – spesso sono dovute ai cambiamenti, diciamo così, di luminosità, specialmente negli atleti ipovedenti, per cui loro si affidano. Avendo un piccolo barlume di luce si affidano a questa luce e spesso i cambiamenti di luminosità quale ombra sole, sole ombra, li portano a non focalizzare più le righe e quindi andare fuori assetto o addirittura fuori linearità, quindi essere soggetto a squalifica; mentre, affiancati da un atleta guida riescono a seguire una linea ben logica e quindi a completare la gara in una forma più degna”.
“L’allenamento insieme – sottolinea Massimo Di Marcello – specialmente per chi corre poi con la guida perchè ci deve essere una sincronia… nella disabilità visiva e sport ci vuole una sincronia nei gesti per far si che l’atleta si senta proprio libero nell’esprimere il proprio gesto; per questo c’è bisogno che un atleta top level sialleni tutto l’anno insieme alla propria guida. Diciamo che l’atleta e la guida spesso crescono insieme e su quello si creano delle basi forti e la sincronia viene proprio attraverso queste basi”.
“Il tempo necessario – conclude l’allenatore – può essere da un minimo di tre o quattro mesi per avere i primi approcci perché entrambi apprendano il gesto come più naturale possibile, sia da parte dell’atleta che sente l’accompagno vicino che da parte della guida che deve supportare l’atleta”.
Nonostante i problemi che si possono immaginare la disabilità visiva non ti impedisce di praticare con successo sport come l’atletica leggera.
Ultima modifica: 12/05/2020