Per diabete alto si intende glicemia sopra i 200 mg/dl. Il diabete è una patologia complessa, invalidante e irreversibile. Una volta infatti che il paziente ha sviluppato una forma di diabete, è impossibile tornare indietro. La malattia non regredisce e diventa cronica. Gli unici strumenti a disposizione sono l’alimentazione, lo stile di vita ed eventualmente una terapia farmacologica.
Il primo passo per diagnosticare il diabete, dopo la comparsa dei sintomi più frequenti come minzione frequente e sete, è l’analisi dei livelli di glucosio nel sangue (glicemia o dosaggio glicemico). Se vi è il riscontro di una glicemia a digiuno (misurata 8 ore dopo l’ultimo pasto) uguale o maggiore di 126 mg/dl e se in generale superano i 200 mg/dl durante la giornata, è quasi certo che il paziente sia affetto da una forma di diabete mellito tipo 2.
Il test che viene fatto per effettuare la diagnosi è l’OGTT, ovvero il test da carico orale di glucosio. Al paziente viene misurata la glicemia a digiuno, poi vengono somministrati 75 grammi di glucosio e dopo 2 ore viene ricontrollato il valore. Dopo due ore, le due analisi verranno comparate.
Se i valori sono inferiori a 140 mg/dl, non c’è motivo di preoccuparsi. Se invece i valori sono compresi fra 140 e 199 mg/dl, il paziente si trova in una condizione di intolleranza al glucosio o di prediabete che va monitorato per scongiurare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari o diabete tipo 2.
Valori uguali o superiori a 200 mg/dl invece sono in prevalenza sinonimo di diabete. Ad ogni modo è possibile che il medico, per essere sicuro della sua diagnosi, provi a ripetere il test nei giorni seguenti.
Tipi di diabete alto: quanti sono e cosa accade al corpo?
Quando di parla di diabete si parla quasi sempre di diabete mellito (chiamato così dagli antichi greci a causa della presenza abbondante di urine con questo sapore). Esiste però anche una forma di diabete insipido che si differenzia in modo significativo da quello mellito per cause e sintomi. Esistono 4 forme di diabete mellito.
Diabete di tipo 1
Il diabete mellito di tipo 1, chiamato anche anche insulino-dipendente o diabete infantile, si sviluppa prevalentemente in età adolescenziale ed è la forma più grave di diabete. Per fortuna solo un diabetico su dieci è colpito da questa forma, che è in assoluto la più grave e irreversibile. Siamo di fronte a una malattia autoimmune (come l’anemia mediterranea) perché l’organismo non riconosce un proprio componente e cerca di distruggerlo.
Il corpo in questo caso si accanisce contro le cellule beta (quelle implicate nella produzione dell’insulina) e vi è una alterazione irreversibile nella regolazione della glicemia nel sangue. In questo caso ci sono poche alternative: la persona affetta da diabete 1 sarà costretto ad assumere dosi di insulina (tramite farmaco o tramite endovena) per tutta la vita.
Studi recenti hanno dimostrato che gli organismi che tendono a distruggere le cellule beta si attivano anche contro altri organi e possono causare celiachia e tiroidite. Le cause di questo diabete sono ancora sconosciute e si ritiene che possa sorgere in concomitanza di determinati fattori genetici e ambientali.
Diabete mellito di tipo 2
Il diabete mellito di tipo 2 è la forma più comune di diabete e riguarda infatti 9 casi su 10. Si sviluppa di solito intorno ai 40 anni e colpisce nella gran parte dei casi i soggetti obesi o sovrappeso e tutte quelle persone che hanno uno stile di vita sbagliato (alimentazione scorretta e poca attività fisica).
Ci sono due tipi di diabete tipo 2: nel primo caso l’organismo non produce abbastanza insulina per soddisfare il bisogno dell’organismo (e qui si parla di deficit di secrezione), nel secondo caso l’insulina prodotta non viene assimilata in maniera efficace dall’organismo (insulino-resistenza).
Queste due forme possono coesistere o comparire in maniera separata. L’insulino-resistenza è tipica dei pazienti obesi: l’alimentazione e lo stile di vita inadeguato hanno deteriorato a tal punto gli organi che non riescono più a rispondere all’azione dell’insulina. Il glucosio non riesce a penetrare le cellule e rimane all’interno del sangue.
La prima reazione del pancreas è quella di produrre una maggiore quantità di insulina, che col passare degli anni si trasforma in mancata produzione. Il diabete mellito di tipo 2 può essere ereditario, ma nella stragrande maggioranza dei casi è causato da fattori scatenanti come obesità, vita sedentaria, stress e alcune malattie cellulari.
In caso di diabete altissimo (legato a una forma di diabete di tipo 2), è necessario rivolgersi immediatamente al proprio medico. In questi casi infatti non bisogna mai ricorrere a soluzioni fai da te perché il livello di glicemia nel sangue è un parametro vitale che va sempre monitorato da un professionista. Dopo le analisi di rito, sarà il medico a decidere se aumentare il dosaggio dei farmaci o se cambiare la cura.
Diabete gestazionale
Il diabete gestazionale invece si manifesta nel periodo di gravidanza. Si verifica solo nell’8% dei casi e scompare quasi sempre con la nascita del bambino. Ad ogni modo è una condizione che va monitorata con grande attenzione perché, se il livello di glicemia dovesse alzarsi in modo considerevole, il primo a rischiarne sarebbe il feto. Il bambino infatti rischia:
- difetti cardiaci, problemi renali e difetti spinali;
- macrosomia (bambino più grosso perché le sue cellule sono state ipernutrite dall’eccesso di zuccheri presenti nel sangue);
- ritardo di crescita fetale (quando il diabete ha creato danni a livelli vascolari e placentari)
- preeclampsia (aumento della pressione arteriosa);
- polidramnios (eccesso di liquido amniotico che può portare a parti prematuri);
- infezioni delle vie urinarie sindrome da di stress respiratorio (immaturità polmonare del feto).
In caso di glicemia alta in fase gestazionale, è necessario quindi rivolgersi il prima possibile al proprio ginecologo per scongiurare che il feto possa averne ripercussioni. Nei casi più lievi, il medico può consigliare un determinato stile alimentare, nei casi più gravi potrebbe ricorrere a terapie farmacologiche a base di insulina.
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Diabete insipido
Esiste poi un altro tipo di diabete, quello detto insipido. Esso è strettamente legato ai liquidi perché i pazienti che ne sono affetti, hanno uno stimolo continuo ad espellere liquidi dall’organismo e una sete incontenibile.
L’ormone coinvolto in questo processo di continua assunzione ed espulsione di liquidi è la vasopressina, un ormone antidiuretico che viene prodotto dall’ipotalamo e dall’ipofisi posteriore. L’alterazione nella sua produzione può causare il diabete insipido.
Diabete alto e attività fisica
Un modo per contrastare il diabete alto è praticare attività fisica con regolarità. L’attività aerobica infatti aiuta il nostro organismo ad abbassare i livelli di glicemia nel sangue perché costringe le cellule del nostro organismo a bruciare il glucosio presente nel corpo (che diventa quindi energia).
L’attività fisica ha un effetto ipoglicemizzante: il corpo si ossigena, la glicemia si abbassa e il pancreas non è costretto a produrre insulina. Fare attività fisica non fa bene solo in caso di diabete alto (glicemia sopra i 200), ma è determinante per eliminare dal corpo grassi e zuccheri, per ridurre la possibilità di sviluppare il rischio di malattie cardiovascolari, per portare ossigeno all’apparato circolatorio e per ridurre lo stress.