Devotee: di cosa si tratta? Detto in poche parole, vuol dire provare attrazione sessuale per stampelle, protesi, carrozzina, o altri ausili che utilizzano le persone disabili, l’impulso sessuale che si ha verso un arto amputato o altre menomazioni di chi ha una disabilità. Il fenomeno del devotismo però si configura come molto articolato e di una complessità notevole. Ancora poco conosciuto e studiato in Italia, in America è già noto da tempo.
Il fenomeno dei devotee è sicuramente una delle deviazioni sessuali più particolari e di nuova scoperta. Nell’odierna società occidentale, “devota”, consacrata e votata alle cure estetiche e alla performance in campo relazionale e sessuale, il devotismo prende parte e si pone in antitesi con questo “modus pensandi”.
Gli individui che praticano il devotismo vengono chiamati con il termine devotee, e dichiarano un’attrazione sessuale per donne e uomini che possiedono un’handicap fisico o che hanno subito amputazioni di uno o più arti.
La componente patologica di questo fenomeno risiede e prende consistenza nel fatto che l’interesse è indirizzato solo verso la parte amputata o l’handicap e raramente verso la persona e le sue qualità umane. Un’ulteriore diversificazione del fenomeno devotee è quella che riguarda i cosiddetti “wannabe“, ovvero coloro che desiderano un’amputazione o anche l’atto di effettuarla, su se stessi o su altri. Presentano anche un interesse per il materiale in rete che mostri l’attrazione di amputazioni cruente.
L’esistenza in rete di una sorta di agenzie per devotee è sicuramente la cosa più sconcertante: queste consentono infatti una vera compravendita di donne amputate provenienti da paesi dell’Est che uscenti da guerre, presentano un alto numero di soggetti vittime di amputazioni a causa dei conflitti.
Una possibile dinamica del fenomeno devotee rimanda al concetto freudiano di castrazione: il fenomeno del devotismo rappresenterebbe quindi una forma di esorcismo dell’angoscia di castrazione messa in atto attraverso la cancellazione di un organo sostitutivo che non siano i genitali.
Le perversioni sessuali, recentemente indicate con il termine più proprio di parafilie, hanno attirato l’attenzione del mondo scientifico solo da poco tempo, forse perché le persone che hanno determinate perversioni raramente giungono negli studi di psichiatri e psicologi spontaneamente, ma nella maggior parte dei casi lo fanno nel momento in cui il loro comportamento li abbia messi in conflitto con i compagni sessuali o con le norme sessuali.
D’altra parte, l’emergenza forte e virulenta dell’abuso sessuale e della pedofilia segnalata dalla cronaca ha acceso dibattiti e riflessioni, che ancora, purtroppo, non hanno prodotto modelli di prevenzione e trattamento efficaci; rimane inoltre arduo affrontare l’esperienza traumatica delle vittime che con la loro sofferenza profonda stimolano nell’operatore risonanze emotive molto difficili da gestire.
Nello specifico, inoltre, è molto importante il ruolo dei mass-media: infatti, se da una parte, i mezzi di comunicazione di massa hanno l’obiettivo di dare informazioni corrette ed utilizzabili dall’utenza, dall’altra influenzano e partecipano alla rappresentazione sociale delle perversioni e ne determinano la nuova nosologia.
Il fenomeno devotee si sfrangia in quattro categorie ben definite che sono le seguenti:
Esistono inoltre varie tipologie di devotee: i caster (amante dei gessi), gli amputee (amanti degli amputati/e) e si può dire che sono la maggioranza, i lovercrutch (amanti delle stampelle), i loverwheelchair (amanti delle sedie a rotelle), i loverpolio (amanti dei poliomielitici), etc. etc.
Si tenga presente che spesso il devotee può anche essere un pretender o wannabe: i confini fra le varie categorie non sono mai netti e definiti.
Sicuramente una “categoria” di disabili in cui il fenomeno devotee si manifesta più apertamente è quella degli amputati. I gruppi devotee oltre alla ricerca di fotografie o filmati (ci sono amputati che ne hanno fatto un business vendendo i loro video), si scambiano anche richieste relative alle loro preferenze sul tipo di amputazione. Quindi si possono trovare richieste di fotografie SAK, SHD, SBK, ecc.
Amputazioni identiche su entrambi i lati del corpo sono anche conosciute come “bilaterali” (B): così ad esempio BAK sarebbe equivalente di DAK.
L’amputazione della caviglia disarticolata è conosciuta anche come “amputazione di Syme” dal Dr. James Sime. L’aggiunta di R (right) o L (left) indica (un’amputazione o una disarticolazione) a destra o a sinistra.
L’assenza di tre arti e la totale assenza di arti sono rispettivamente descritte come Triple e Quad. Nella Community Amputee-Devotee ci sono tracce di devozione per l’amputazione del dito alluce.
C’è poi un piccolo gruppo di nucleo di devotee che hanno attrazione ossessiva per amputazioni agli occhi: RE 8occhio destro), LE (occhio sinistro).
Il concetto di bellezza femminile e maschile è stato trattato da innumerevoli autori, ma nonostante questo nella società odierna è difficile se non impossibile, stabilire cos’è definibile come “realmente bello”. Esistono dei canoni estetici sui quali appoggiarsi, che rispecchiano “gli ideali” comuni e ci consentono di distinguere l’armonia, la grazia e l’eleganza di un corpo, rispetto ad un altro, che possiamo percepire come sgradevole, se non addirittura mostruoso. Non sempre però, quanto diamo per scontato è la regola di tutti. A volte, quanto per noi di più imperfetto esiste, risulta essere seducente per un’altra persona, e viceversa. La frenesia dei tempi moderni è spesso la diretta conseguenza del nostro perdere di vista le sfumature intermedie fra il bianco e il nero, e in taluni casi, ci allontana da qualunque cosa si discosti anche di poco, dall’essere uguale a noi.
Sarebbe utile avere strumenti condivisi da tutti gli operatori impegnati nei campi della psicologia, della giustizia, dell’educazione e della divulgazione di massa, in modo da poter compiere un viaggio all’interno di un fenomeno inesplorato.
Ultima modifica: 11/05/2020