Ma vediamo come funziona tutto l’iter e quali sono i costi a cui si va incontro.
La badante – un lavoro dipendente
La badante, o assistente familiare o lavoratore domestico, è un dipendente a tutti gli effetti che deve svolgere il suo lavoro, all’interno di un orario prestabilito, in base alle sue capacità e mansioni ma sarà il datore di lavoro, che nel nostro caso è una persona fisica, a deciderne le modalità.
Un lavoro dipendente può essere:
- a tempo indeterminato, se nel contratto di lavoro stipulato non è previsto un termine di cessazione;
- a tempo determinato o a termine, se il datore di lavoro e il lavoratore stabiliscono che il rapporto di lavoro duri fino ad una data stabilita.
La prestazione lavorativa può essere svolta in due modalità differenti:
- lavoro a tempo pieno
- lavoro a tempo parziale (part-time)
In entrambi i casi la durata complessiva della prestazione deve coincidere con quella stabilita dal contratto collettivo nazionale relativo alla categoria di lavoratori in oggetto. Il part-time, che in genere corrisponde al 50% del tempo può prevedere:
- una prestazione quotidiana come quella prevista per il tempo pieno ma per un numero di ore ridotte;
- una prestazione prevista per l’intera giornata ma effettuata in un numero di giorni o settimane inferiori.
L’assunzione
Il datore di lavoro ha l’obbligo di mettere in regola un lavoratore domestico e di comunicarlo agli Enti previdenziali. Servono poche cose:
- presentazione dei documenti del lavoratore
- accordo sulle condizioni d’impiego
- stipula del contratto di lavoro
- comunicazione dell’assunzione
Lo stipendio della badante
Le retribuzioni minime delle badanti vengono aggiornate annualmente da una commissione nazionale che riunisce sindacati e associazioni dei datori di lavoro presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. In genere decorrono dal 1° gennaio di ogni anno.
Secondo le categorie previste dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (lavoro domestico), vengono stabiliti gli importi, partendo dai collaboratori domestici alle prime armi (liv. A) per arrivare a chi, dopo un’adeguata formazione professionale, assiste persone non autosufficienti (liv. DS). C’è poi una distinzione tra conviventi (anche part-time), non conviventi e lavoratori che assicurano assistenza o presenza notturna.
I costi
- Livello CS – 1495.14 euro mensili, è il costo complessivo mensile di una badante convivente, a tempo pieno, per l’assistenza di una persona non autosufficiente.
- Livello BS – 1353.60 euro mensili è il costo complessivo di una badante convivente non formata, a tempo pieno, per l’assistenza di una persona autosufficiente.
I giorni di ferie maturati in un anno sono 26 (che equivalgono circa ad un mensile aggiuntivo per l’eventuale sostituzione).
Da considerare come straordinari nel caso in cui il lavoratore domestico vi rinunciasse per motivi di lavoro, dal conteggio precedente sono esclusi:
- i giorni nei quali il lavoratore usufruirà del riposo festivo
- indennità di vitto e alloggio per periodo di ferie
- i giorni corrispondenti ai riposi settimanali
- il riposo Domenicale
- gli scatti di anzianità.
I contributi
I contributi previdenziali in favore della badante vanno versati all’INPS ogni 3 mesi e sono compresivi anche del contributo Cassacolf, obbligatorio per tutti i rapporti di lavoro disciplinati dal CCNL Lavoro domestico. Una parte garantisce inoltre l’assicurazione INAIL per malattie professionali ed infortuni.
Nel caso di infortunio i contributi obbligatori Cassacolf forniscono ai datori di lavoro la copertura assicurativa della responsabilità civile; e ai lavoratori domestici prestazioni di assistenza socio-sanitaria (integrative, aggiuntive e/o sostitutive delle prestazioni sociali pubbliche obbligatorie).
Il lavoratore si trova così tutelato e garantito sia al raggiungimento dell’età pensionabile o comunque al termine della propria vita lavorativa (in caso di inabilità, invalidità, o reversibilità), sia nel caso di indennità di maternità, malattia, disoccupazione o di condizioni di vita sfavorevoli (integrazione delle pensioni al trattamento minimo, assegno sociale, assegno per il nucleo familiare, assegni di sostegno per la maternità).
Scattano le sanzioni in caso di ritardato e, ovviamente, mancato pagamento.
Irpef della badante
Fino ad un reddito imponibile di € 8.000 euro circa, la badante non ha l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi. Nel caso in cui il suo reddito imponibile superi la soglia limite degli € 8.000 euro, è obbligata, ogni anno, a fare la dichiarazione dei redditi. Se non lo fa, incorre in un illecito amministrativo.
In proporzione al reddito guadagnato dovrà pagare le imposte secondo delle percentuali fissate sempre dalla legge. Chiaramente più alto è il reddito più è alto l’importo da versare allo Stato.
La retribuzione percepita è al netto dei contributi previdenziali ed assistenziali che vengono versati trimestralmente all’Inps che non comprendono però la parte che ciascuna persona è tenuta a pagare a titolo di tasse e imposte per poter usufruire dei servizi che lo Stato offre attraverso i suoi uffici pubblici (Scuole, Ospedali, Comuni).
Detrazioni fiscali, addetti assistenza e detrazioni per badante
La persona disabile o non autosufficiente (articolo 433 del codice civile) che paga la badante, ha diritto a detrarre le spese sostenute nella percentuale del 19% calcolabile su un ammontare di spesa non superiore a 2.100 euro, purchè il suo reddito non sia superiore a 40.000 euro. La deduzione diminuisce con l’aumentare del reddito e compete anche se il familiare non è fiscalmente a carico.
Le spese sostenute, per poter essere dedotte nella dichiarazione dei redditi, devono essere documentate anche con delle ricevute rilasciate dalla badante stessa purchè complete di codice fiscale e i dati anagrafici di chi effettua il pagamento e di chi presta l’assistenza. Se la spesa è sostenuta in favore di un familiare, nella ricevuta devono essere indicati anche gli estremi anagrafici e il codice fiscale di quest’ultimo.
La deduzione dal reddito imponibile e la relativa detrazione d’imposta per la badante non pregiudica di dedurre i contributi previdenziali ed assistenziali obbligatori che sono deducibili nel limite di 1.549,37 euro.
L’accertamento dello stato di non autosufficienza deve risultare da certificazione medica. La deduzione non compete per l’assistenza prestata a bambini, se la non autosufficienza non si ricollega all’esistenza di patologie.
2015, Il nuovo CCNL colf e badanti
Se vuoi approfondire di più la materia ti potrebbe interessare il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro sulla disciplina del rapporto di lavoro domestico, con decorrenza dal primo luglio 2013 fino al 31 dicembre 2016, articolato in 53 punti che stabiliscono tutte le regole da seguire, i diritti ed i doveri per un corretto svolgimento del suddetto lavoro.