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Cosa c’è da sapere sulla demenza vascolare

Per demenza vascolare si intende un deterioramento costante, cronico e inesorabile delle capacità intellettive. Scopri cause, sintomi e rimedi.

Per demenza vascolare si intende un deterioramento costante, cronico e inesorabile delle capacità intellettive. La causa è un mal funzionamento della circolazione sanguigna a livello cerebrale. Questa alterazione ha ripercussioni negative sulle cellule nervose presenti nell’area colpita e può essere causata anche da emorragie cerebrali o aterosclerosi. Se il sangue non circola nella giusta maniera a livello cerebrale, si compromettono le funzioni cognitive.

Cause della demenza vascolare

Individuare una causa della demenza vascolare non è semplice. Le motivazioni che possono portare il sangue a non raggiungere alcune zone del cervello infatti sono molteplici e spesso sono legate a fattori diversi.

La demenza vascolare è una delle malattia più comuni e colpisce generalmente gli uomini dopo i 70 anni di età. Questo disturbo (molto comune) è associato a fattori di rischio vascolare come diabete, ipertensione, colesterolo e malattie cardiache (come infarto e fibrillazione atriale). Anche il fumo può contribuire in maniera negativa all’insorgenza di questo disturbo.

La riduzione del flusso sanguigno, in alcuni casi, può avere cause patologiche molto precise: malattia dei piccoli vasi sanguigni, ictus, demenza mista, demenza multi infartuale e aterosclerosi.

Sintomi della demenza vascolare

I sintomi della demenza vascolare sono simili a quelli delle altre forme di demenza e sono connessi alla zona del cervello interessata dalla compromissione vascolare. A seconda della zona, i sintomi possono quindi variare di natura e di gravità. Il primo sintomo è la difficoltà nella concentrazione: il paziente affetto da demenza vascolare si distrae facilmente, manifesta confusione mentale e può vivere episodi di perdita della memoria a breve termine. Apprendere diventa sempre più difficile.

Oltre a questo, la demenza vascolare ha ripercussioni notevoli sulla capacità di linguaggio, sull’instabilità dell’umore e sulla personalità. In generale, il paziente inizia a perdere un po’ di autonomia: inizia a non riconoscere gli oggetti e può dimenticarsi di come si compiono alcuni gesti apparentemente “normali”. Con l’avanzare della malattia, il paziente sviluppa disturbi motori e urinari (minzione frequente o difficoltà a controllare lo stimolo).

Come diagnosticare la demenza vascolare

Per rallentare il decorso della malattia (o diagnosticarne una condizione precoce) è necessario diagnosticarla in tempo. Alla comparsa dei primi sintomi (perdita della memoria, difficoltà nell’articolare le parole, disturbi nel movimento) bisogna immediatamente contattare il medico di base. Sia chiaro, non bisogna recarsi se si è giovani o giovanissimi o se si verifica un’amnesia sotto un periodo di forte stress. La diagnosi per la demenza vascolare si articola in diversi momenti fondamentali:

  • esame obiettivo (medico osserva i sintomi o chiede al paziente di descriverli);
  • indagini sulla storia clinica del paziente (studio della cartella clinica), analisi dei farmaci assunti dal paziente (e degli effetti collaterali);
  • esame delle facoltà cognitive (MCA) per valutare attenzione, concentrazione, memoria, linguaggio, capacità di calcolo e orientamento;
  • analisi del sangue;
  • TAC (computed axial tomography);
  • risonanza magnetica.

Come si cura la demenza vascolare

Visto che la demenza vascolare è una patologia cronica, non esiste una cura definitiva: esistono solo rimedi, cure e trattamenti che possono rallentare il processo. In generale, come prima cosa, bisogna cambiare il proprio stile di vita. Chi soffre di demenza vascolare deve intervenire “in gamba tesa” per modificare il proprio equilibrio:

  • smettere di fumare (o ridurre drasticamente);
  • ridurre il consumo di alcol;
  • mangiare in modo sano;
  • fare attività sportiva con regolarità;

Queste attività non impediscono l’insorgere della demenza vascolare, ma possono essere un ottimo palliativo per arrestarne la sua evoluzione. Curare la demenza vascolare (dal punto di vista medico) può essere molto complesso. Il medico di base deve avvalersi deve incrociare i dati di neurologi, psicologi, fisioterapisti e logopedisti. Non esiste una cura di base e ogni paziente va curato come un caso singolo e unico.

Terapie riabilitative

Per migliorare la condizione di demenza, è necessario lavorare su piani diversi. Al netto della terapia farmacologica (che può portare numerosi benefici) è necessario stimolare il corpo e la riabilitazione delle cellule nervose debilitate. Una delle pratiche principali è la stimolazione cognitiva attraverso esercizi per la memoria e per il linguaggio.

A questa, si può associare la terapia di orientamento alla realtà. Il paziente, sconnesso o sospeso in una realtà lontana da quella esistente, viene stimolato nella rievocazione del suo passato. Attraverso il ricordo di luoghi, date, oggetti e vicende personali il paziente potrebbe tornare in sé stesso, ripercorrere i momenti fondamentali della propria vita e riappropriarsi della propria personalità.

Negli anni Ottanta, è nato inoltre il metodo validation (fondato alla gerontologa Naomi Feil). Lei si era accorta che la maggior parte dei disturbi degli anziani nascevano dalla difficoltà di comunicazione. Da qui l’idea di validare, dare valore alla vita e ai sentimenti degli anziani attraverso l’empatia e la condivisione. Anche la terapia comportamentale può agire in modo decisivo su depressione, cambi di personalità improvvisi e aggressività.

Altre due attività importanti sono la fisioterapia (che incentiva il movimento e contribuisce al recupero delle attività motorie) e la terapia del linguaggio (mirata a migliorare la capacità di esprimersi).

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Terapia farmacologica

Una delle cause della demenza vascolare è l’ipertensione, che può essere curata attraverso farmaci in grado di abbassare la pressione del sangue come ACE-inibitori e betabloccanti. Per chi invece ha fenomeni di sonnolenza o di confusione, sono consigliabili farmaci inibitori dell’acetilcolinesterasi e della memantina (che rallenta il deterioramento cognitivo).

Per le altre patologie, si agisce in maniera specifica: si somministrano statine se il paziente soffre di colesterolo alto, anticoagulanti se il malato è a rischio di ictus o trombosi e antidepressivi se il paziente è depresso.

Negli ultimi anni, è emersa anche la possibilità di trattare i pazienti con il cerebrolysin: un preparato ricavato dalle cellule cerebrali del maiale che sembra avere benefici notevoli sulle funzioni cognitive dei pazienti affetti da demenza vascolare. Il farmaco è ancora in fase di approvazione, ma i risultati attuali fanno ben sperare.

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Ultima modifica: 27/04/2021

Angelo Dino Surano

Giornalista, addetto stampa e web copywriter con una passione particolare per le storie di successo. Esperto in scrittura vincente e comunicazione digitale, è innamorato della parola e delle sue innumerevoli sfaccettature dal 1983. La vita gli ha messo davanti sfide titaniche e lui ha risposto con le sue armi più potenti: resilienza e spirito di abnegazione. Secondo la sua forma mentis, il contenuto migliore è quello che deve ancora scrivere.