In Premier League continua la battaglia contro la demenza senile e l’Alzheimer. La Football Association ha di fatto comunicato le nuove linee guida per la stagione 2021-2022 e, tra le varie nuove regole per i calciatori professionisti, non saranno permessi più di 10 colpi di testa in allenamento.
Demenza senile e calcio: esiste un collegamento
In base a un comunicato stampa diffuso dalla FA, “questa raccomandazione viene fornita per proteggere il benessere dei giocatori e sarà rivista regolarmente man mano che verranno intraprese ulteriori ricerche per comprendere meglio l’impatto del colpo di testa nel calcio”. Insomma, i colpi di testa saranno limitati in allenamento, in particolare quelli a seguito di un passaggio lungo di più di 35metri, un cross, un calcio d’angolo e un calcio di punizione.
Non si tratta di una presa di posizione priva di fondamento, in quanto da diversi anni numerosi scienziati stanno effettuando ricerche per capire quali possono essere le conseguenze negative di alcuni fattori del calcio, come appunto i colpi di testa.
Basti pensare che sul tema c’è un’importante ricerca del 2019, pubblicata su The New England Journal of Medicine e finanziata dalla FA e dalla Professional Footballers’ Association. Lo studio ha evidenziato che “la mortalità per malattie neurodegenerative era più alta e la mortalità per altre malattie comuni più bassa tra gli ex calciatori professionisti scozzesi rispetto ai controlli abbinati”. Oltreutto “i farmaci correlati alla demenza sono stati prescritti più frequentemente agli ex giocatori”.
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Oltre la demenza senile: calcio e SLA
Non solo malattie neurodegenerative come la demenza senile sono al vaglio degli esperti, ma c’è anche la Sclerosi Latera Amiotrofica. Nel corso degli anni, infatti, abbiamo documentato vari aggiornamenti sulla questione che legherebbe il gioco del calcio e la SLA.
Per esempio all’inizio del 2020 abbiamo evidenziato come uno studio condotto dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCSS di Milano abbia escluso “qualsiasi associazione tra le squadre in cui i calciatori avevano militato e l’insorgenza della Sclerosi Laterale Amiotrofica”. Tuttavia resta confermata “la correlazione tra il gioco del calcio e l’insorgenza della degenerazione neuronale”.