L’11 gennaio 2022 all’1:15 David Sassoli si è spento all’età di 65 anni. Oltre alla sua incredibile carriera giornalistica e politica, il presidente del Parlamento europeo si è fatto spesso notare per come ha saputo affrontare i temi legati alla disabilità.
Uno degli accenni più significativi è arrivato durante la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 2021, quando Sassoli ha pubblicato un breve ma intenso tweet su come sarebbe opportuno dibattere sul tema: “La disabilità è parte integrante, piena, del nostro mondo. Chi non lo comprende, perde una grande opportunità di arricchimento interiore”.
David Sassoli e la disabilità: un tema da tenere in considerazione
A livello politico, il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha più volte manifestato profondo interesse per le questioni inerenti la disabilità. Come primo esempio abbiamo un incontro del 13 gennaio 2021 tra lo stesso Sassoli e una delegazione dell’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, guidata da Yannis Vardakastanis.
In quell’occasione, il Presidente ha sottolineato l’importanza di tenere conto della situazione delle persone con disabilità, aumentando “la capacità di reazione di tutte le Istituzioni continentali su questi temi” e affermando che “ogni iniziativa del Parlamento Europeo dovrebbe includere un approccio ai diritti delle persone con disabilità” (Superando).
Anche sul proprio sito, David Sassoli ha dato ampio spazio alla disabilità, documentando il lavoro del Parlamento europeo in materia. Per esempio in una recente nota si è parlato del lavoro sulla Carta Europea della Disabilità: “I deputati sostengono che l’UE dovrebbe avere una definizione comune di disabilità e introdurre una Carta europea della disabilità per il riconoscimento comune della condizione di disabilità in tutta l’Unione”.
In aggiunta, il comunicato ha riportato anche quali sono stati i temi affrontati dal Parlamento europeo: “Le persone con disabilità dovrebbero accedere facilmente ai trasporti, all’istruzione e al mondo digitale, nonché ad alloggi non segregati”, oltre al fatto che “l’interpretazione del linguaggio dei segni dovrebbe essere introdotta per gli eventi orali pubblici e gli edifici governativi dovrebbero essere facilmente accessibili”.
In più, un monito nei confronti dell’Unione Europea, che “deve concentrarsi di più sulla lotta contro la violenza (compresa la violenza di genere) e le molestie, di cui le persone con disabilità sono vittime in maniera sproporzionata, e sul colmare il divario occupazionale che svantaggia le persone con disabilità”. All’interno di un’altra nota inoltre, Sassoli ha riportato le preoccupazioni del Parlamento Europeo per i “gruppi vulnerabili”, tra cui le persone con disabilità, “colpiti in modo sproporzionato dai tagli alla spesa pubblica”.
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Sassoli ha messo a disposizione anche la propria figura in occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, spiegando che “non è una malattia ma una condizione di vita e che interessa persone rendendole uniche, come unico è ognuno di noi. La diversità è il motto dell’Unione Europea, perché ognuno di noi nella sua specificità possa avere la possibilità di contribuire allo sviluppo e alla crescita della società senza essere oggetto di discriminazioni o stigmatismi”.
David Sassoli: “Troppo silenzio sui risultati paralimpici”
Il grande interesse per gli argomenti di questo settore è emerso anche la scorsa estate, prima e durante le Paralimpiadi di Tokyo 2020. Sulla propria pagina Facebook, Sassoli ha più volte ribadito l’importanza dei Giochi Paralimpici, parlando di una “manifestazione sempre più seguita, apprezzata e partecipata”.
Tuttavia l’impegno di Sassoli nel trasmettere certi concetti e valori legati allo sport paralimpico si evince da un post successivo, profondo quanto calzante: “Possiamo dire che c’è troppo silenzio, troppa timidezza attorno allo straordinario risultato delle atlete e degli atleti italiani alle Paralimpiadi? Siamo già a 51 medaglie, di cui 13 d’oro, e credo che in un mondo ideale, o almeno in un mondo migliore, dovremmo riservare loro gli stessi riconoscimenti, lo stesso entusiasmo, le stesse attenzioni e possibilmente, se ne siamo capaci, provare la stessa gioia che abbiamo provato per le Olimpiadi”.
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