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Danno epatico causato da farmaci: cosa c’è da sapere

Il danno epatico riguarda il fegato e potenzialmente può essere causato da qualsiasi farmaco. Scopriamo i dettagli di questa situazione

Il danno epatico causato da farmaci è una reazione avversa dell’organismo rispetto ad alcuni farmaci o, spesso, relativamente al loro errato utilizzo. È un evento fortunatamente molto raro, tuttavia da non sottovalutare e soprattutto da tenere bene a mente quando, sbagliando, si sceglie una cura fai da te.

Abbiamo approfondito l’argomento con l’aiuto della dottoressa Emanuela Visconti di idoctors.it, gastroenterologa a Roma.

Quali sono i farmaci che possono causare un danno epatico?

Leggendo il bugiardino, praticamente qualsiasi farmaco può causare problemi al fegato. Questo accade perché la maggior parte dei farmaci hanno un metabolismo epatico (pochi quello renale), cioè vengano metabolizzati dal fegato per poi diventare biodisponibili.

Tutti i farmaci rischiano quindi di essere epatotossici. Possono esserlo gli antinfiammatori, gli antipiretici, ma anche degli antibiotici, gli ipertensivi, i farmaci oppiacei, le benzodiazepine, addirittura anche i farmaci gastroprotettori o alcuni integratori proteici, quelli utilizzati ad esempio dagli anziani per recuperare massa. Tutti questi farmaci, in particolare il loro abuso, possono essere tossici per il fegato, seppur temporaneamente.

In particolare bisogna poi fare attenzione alle statine, cioè i farmaci per abbassare il livello di colesterolo, uno dei farmaci che più spesso può causare tossicità per l’organismo.

Fortunatamente, comunque, nella mia casistica clinica è stato estremamente esiguo il numero dei pazienti ad aver avuto un danno epaticocausato dalla tossicità di qualche farmaco. Questo perché, errore madornale a parte, generalmente si evita di arrivare a quel livello di pericolo.

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È quindi un problema legato all’abuso di un farmaco o a prescindere alcuni farmaci in alcune condizioni dell’organismo risultano tossici?

Beh ad esempio le statine, che sono quelle più “antipatiche” da gestire, se danno problemi le danno da subito, anche a dosaggi regolari. Le definisco complicate da gestire sostanzialmente perché possono dare non solo problematiche al fegato ma anche rottura dei muscoli e quindi conseguente insufficienza renale acuta, tremori, ecc. Gli antinfiammatori, invece, possono causare un danno epatico, seppure temporaneo, più lento, e in questo caso spesso la tossicità è legata ad un’assunzione sbagliata del farmaco.

Ci sono dei fattori scatenanti perché si verifichi una reazione avversa dell’organismo ad alcuni farmaci?

Sicuramente l’utilizzo eccessivo di alcool ci può remare contro, perché in quel caso quel fegato non sarà in grado di metabolizzare correttamente. Anche l’obesità, e quindi la possibile relativa steatosi (un fegato che ha delle caratteristiche da fegato grasso), può causare quella che si chiama steatoepatite, cioè un’epatite dove interviene il fegato grasso. Queste diciamo le principali concause.

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Come si può evitare che un farmaco diventi tossico per il fegato?

Dal punto di vista medico, l’importante sicuramente è analizzare bene il punto di partenza: fare un’accurata anamnesi del paziente e un corretto esame obiettivo, apprendere cioè quanti più dati possibili sul paziente per poi regolarsi sulla scelta del farmaco e del dosaggio. Quest’ultimo fattore può essere infatti determinante in alcune situazioni. Spesso infatti anche se da bugiardino viene consentito un certo dosaggio di alcuni farmaci, personalmente mi tengo prudentemente molto al di sotto della soglia consigliata di partenza, soprattutto se non ho corrette informazioni sul paziente e non posso monitorarlo costantemente (ad esempio se non ho recenti esami del sangue, o storie pregresse di assunzione di quel farmaco, ma anche se non so se il paziente è in grado di seguire correttamente o meno la mia terapia). Si tratta quindi di fare un vero e proprio vestito su misura.

A quali sintomi bisogna prestare attenzione per capire che può esserci in corso un’intossicazione da farmaci?

In questo anche il paziente deve fare la sua parte. Un consiglio che posso dare infatti è quello di cercare di essere molto precisi nell’esporre al proprio medico curante precedenti patologie e quanti più dati possibili sulla propria condizione fisica in modo da indirizzarlo correttamente nella prescrizione di un farmaco ed evitare che questo si riveli poi tossico provocando danni epatici o di altro tipo. Inoltre, a terapia avviata, la collaborazione del paziente continua ad essere fondamentale, per questo è importante segnalare qualsiasi disturbo: ittero, improvviso prurito, stitichezza, bradicardia, rialzo delle transaminasi (anche se di alcuni di questi è difficile che il paziente li riconosca).

Un altro importante consiglio è quello di non fare di testa propria e nella decisione di assumere un qualsiasi farmaco mettere sempre sul piatto della bilancia pro e contro, anche nell’assunzione del “semplice” paracetamolo. Importante per questo che si abbia un buon rapporto di fiducia col proprio curante, per sentirsi libero di raccontare tutto, magari anche di precedenti utilizzi dello stesso farmaco (magari poi sospeso per un determinato motivo). A questo in ogni caso viene inoltre incontro l’abilità del curante nel mettere egli stesso il paziente nelle condizioni di raccontare quanti più dettagli possibili, magari facendo delle domande dirette e specifiche utili alla somministrazione di una terapia adeguata. È quindi un gioco tra le parti molto importante è che richiede tempo.

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Cosa fare se ci si accorge che un farmaco ha causato danni al fegato?

Prima di tutto c’è ovviamente l’immediata sospensione di quello che si pensa essere la causa, poi sicuramente l’idratazione, molta idratazione. A seconda dei casi si può inoltre ipotizzare di somministrare dei farmaci detossificanti del fegato per endovena che aiutano a ripulire tutto velocemente. Tutto ciò però è complicato in regime domiciliare, quindi c’è quasi sempre un ricovero.

Un consiglio che si sente di dare per evitare di incorrere in situazioni di pericolo?

Non c’è qualcosa che concretamente si può fare per non incorrere nel danno epatico da farmaci, se non sostanzialmente l’evitare nel modo più assoluto le cure fai da te, e/o i sovradosaggi dei farmaci prescritti dal medico.

Ultima modifica: 03/05/2022

Redazione - Ability Channel

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