AstraZeneca ha ufficialmente ritirato il suo vaccino contro il Covid Vaxzevria da tutto il mondo, come riporta un avviso del 7 maggio 2024 dell’Agenzia europea per i medicinali, in cui si legge chiaramente che tale vaccino non è più autorizzato all’uso.
Secondo quanto riporta il The Guardian, la giustificazione del ritiro del vaccino contro il Covid da parte di AstraZeneca è nell’eccedenza di vaccini aggiornati disponibili, che aggrediscono le nuove varianti del virus. Questa visione verrebbe confermata anche dal fatto che recentemente l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha spiegato che i prossimi vaccini dovranno essere formulati contro la variante JN.1 del Covid.
“Secondo stime indipendenti, solo nel primo anno di utilizzo sono state salvate oltre 6,5 milioni di vite umane e sono state fornite oltre 3 miliardi di dosi a livello globale”, si legge nella nota riportata dal The Guardian.
Vaccino Covid di AstraZeneca e le trombosi rare: cosa sappiamo?
L’annuncio di AstraZeneca segue l’ammissione avvenuta a fine aprile da parte della stessa azienda anglo-svedese che il proprio vaccino contro il Covid può causare trombosi come effetto collaterale raro.
Una questione su cui si è tanto dibattuto già nel 2021, e su cui resta un dato: questa sindrome rara, cioè la trombosi con trombocitopenia o TTS, si è verificata in circa 2/3 persone su 100mila vaccinati con il vaccino Vaxzevria (sempre come riporta il The Guardian). Insomma, complessivamente parlando il vaccino resta sicuro ed efficace, ma presenta effetti collaterali, come ogni vaccino.
Rispetto agli altri vaccini disponibili, il funzionamento del vaccino contro il Covid di AstraZeneca era diverso. Di fatto Vaxzevria aveva al suo interno un altro virus della famiglia degli adenovirus modificato in modo tale che il gene potesse produrre la proteina del Sars-CoV-2: in sostanza, non conteneva il virus stesso, ma non poteva neanche causare la malattia Covid.
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