Come sarà il Natale con il Covid? Nelle ultime ore la sottosegretaria alla Salute ha fatto trapelare informazioni sul prossimo Dpcm
Mentre la Fase 3 tende a essere sempre più un miraggio, la Fase 2 del nuovo Coronavirus ci porta un nuovo quesito da affrontare: come passeremo il Natale con il Covid? La risposta potrebbe arrivare nei prossimi giorni.
Tutto parte dal fatto che l’ultimo Dpcm emanato dal premier Giuseppe Conte, datato 3 novembre 2020, ha effetto fino al prossimo 3 dicembre, e quindi per ora le disposizioni vigenti non tengono conto delle festività invernali – che potrebbero segnare l’arrivo della terza ondata.
In questa circostanza, poi, c’è da considerare il fattore vaccino. Sicuramente a fine anno la popolazione non potrà beneficiare di una somministrazione delle dosi, ma ci sono delle buone notizie che fanno ben sperare: alla fine di novembre, forse, potrebbero partire le prime richieste per l’autorizzazione a utilizzare alcuni dei prototipi ora in fase 3 di sperimentazione. Ma Natale non sarà come quello degli anni precedenti.
Il governo sta monitorando la curva dei contagi e, se tutto andrà bene, il Natale potrà essere passato con parenti stretti, ma a determinate condizioni. Lo rivela la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, in un’intervista a La Stampa.
Di fatto, Zampa ha annunciato che nelle prossime settimane verrà emanato un provvedimento che potrebbe permettere a tutti di evitare “un Natale solitario”, così da consentire alle famiglie di riunirsi, tenendo fede però ad alcune particolari restrizioni. Indicativamente, le visite saranno concesse solo a un “nucleo ristretto”, cioè a “parenti di primo grado, fratelli e sorelle“.
Tuttavia, resta da capire il “come”. Al momento, l’Italia è divisa a colori, tra aree gialle, arancioni e rosse. In base alla propria regione d’appartenenza, alcuni spostamenti non sono consentiti. Difficilmente dunque è ipotizzabile che parenti di primo grado di una zona rossa potranno riunirsi, così come sarà arduo per le zone gialle ricevere in casa più di 6 parenti stretti. Forse ci sarà la possibilità di spostarsi tra le regioni arancioni. Comunque, l’obiettivo minimo sarebbe portare alcune zone da rosse ad arancioni, anche se si pensa a un’Italia tutta gialla.
Molto probabilmente sarà stabilito anche “un allentamento del rigore per alcuni esercizi“, e quindi il ritorno ad orari allungati (anche se per bar e ristoranti potrebbero restare i limite delle 6 persone per tavolo). Sempre però con le regole di capienza massima, distanza e igiene delle mani all’interno dei negozi. Tutto però dipenderà dall’indice Rt, e di fatto Zampa avverte: “Siamo tutti consapevoli che se il trend non muta, nessun servizio sanitario al mondo potrebbe reggere”.
Anche l’ipotesi di un coprifuoco allungato alle 23 o a mezzanotte (soprattutto per le zone arancioni e gialle) dal prossimo 3 dicembre è sul tavolo.
Infine la sottosegretaria ha parlato anche del vaccino contro il Covid: “I cittadini comuni potranno essere vaccinati entro l’estate. Ma anche i medici di base devono in questa fase fare la loro parte, con visite e tamponi, altrimenti rischiano la convenzione con lo Stato”. Il messaggio generale resta chiaro: bisogna evitare le leggerezze fatte durante l’estate.
Lo stesso premier Conte, in una recente intervista a “Otto e mezzo”, ha spiegato che le prossime misure saranno pensate per “non ripetere il Ferragosto, non ce lo possiamo permettere”.
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È comunque innegabile affermare che non sarà un Natale come gli altri. Anche se la curva dei contagi dovesse abbassarsi, non saranno permessi ulteriori rilassamenti – come quelli avvenuti durante l’estate.
Gli effetti della seconda ondata del nuovo Coronavirus si fanno già sentire. Ad esempio, come spiegato dalle FAQ del governo in merito all’ultimo dpcm, i mercatini di Natale non potranno essere organizzati, in quanto sono manifestazioni locali con prevalente carattere commerciale e di natura fieristica, e quindi sono da assimilare alle fiere, le quali sono vietate fino al prossimo 3 dicembre.
In aggiunta, la circolare n. 15350 del ministero degli Interni del 7 novembre 2020 conferma che piazze e strade con rischio assembramento potranno essere chiuse in ogni momento della giornata. Il documento – dal titolo “Ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19” – si riferisce all’attuazione del dpcm del 3 novembre, e all’articolo 1 comma 4 specifica:
“La possibilità di disporre la chiusura di strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, già precedentemente prevista dopo le ore 21.00, viene espressamente estesa all’intero arco della giornata o comunque a specifiche fasce orarie non predeterminate, sempre fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private.”
Tale delibera ha già avuto delle conseguenze. Per esempio, l’edizione 2020-2021 della Festa della Befana di Piazza Navona, a Roma, è stata sospesa.
Oltretutto, ci sono delle attuali restrizioni che non paventano un Natale in famiglia in totale serenità. L’attuale esecutivo, infatti, sconsiglia di accompagnare i propri figli dai nonni, in quanto gli anziani sono una delle categorie più a rischio di contagio da Covid. Può essere annoverato solo come spostamento in caso di estrema necessità.
Infine, per gli spostamenti in auto, persone non conviventi possono sedere nello stesso veicolo, ma i passeggeri possono occupare massimo due posti sui sedili posteriori, mentre il guidatore deve essere lasciato da solo nella fila anteriore. Sempre con l’obbligo di utilizzare la mascherina.
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C’è chi comunque è abbastanza scettico sulla possibilità di vedere un rallentamento del Covid a Natale. In un’intervista a Il Corriere della Sera, Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri ha ipotizzato che “fra Natale e l’inizio del 2021 i casi di influenza si sommeranno a quelli di Covid e i pronto soccorso saranno pieni di persone con gli stessi sintomi e la paura di aver preso il coronavirus”. Insomma, “il peggio deve ancora venire”.
Perciò, non ci potrà essere un vero e proprio libera tutti, e secondo Anelli la divisione a colori delle regioni rischia di creare un rilassamento: “Gli italiani non hanno capito che finire in zona gialla, dove le misure di mitigazione sono meno strette che nelle arancioni e rosse, non equivale a poter fare il comodo proprio”.
Ultima modifica: 26/11/2020