Il nuovo Coronavirus ha fatto riscoprire la centralità dell’informazione e della comunicazione. A tutti. Anche alle persone disabili. Ed è un fattore di grande speranza per il nostro mondo, che deve aiutarci a consapevolizzare il ruolo nevralgico che fanno giornalisti e organi di stampa vari. Alcune ricerche ci aiutano a capire meglio questo fenomeno.
Aggiornamenti e informazioni sul nuovo virus si rincorrono ogni giorno, persino ogni ora. Siamo di fronte a una dimensione totalmente nuova per il pubblico, che si trova costretta a canalizzare la massima attenzione su ciò che ruota attorno la pandemia. In questo senso, dunque, il mondo della comunicazione che impatto ha avuto nelle vite di tutti noi?
Sicuramente, benevolo. E alcuni dati di fine febbraio di Havas Media ci confermano che gli strumenti dell’informazione sono risultati necessari all’interno della nostra quarantena, fin dall’inizio.
Basti pensare che, ad esempio, secondo le statistiche, gli ascolti televisivi del 22-23 febbraio hanno registrato un aumento del 3,5%, con più spettatori (+1,4%) che hanno guardato la televisione per più tempo (+2,1% minuti spesi). E anche i programmi d’informazione hanno subito un cambiamento positivo: +40% per il TG5; +18% per il TG1; +37% per TgLa7; + 24% per Non è l’Arena.
Persino i canali all news ne hanno tratto giovamento: +132% per Tgcom24; +146% per Rai News 24; +213% per Sky TG24.
Ma non è tutto qui. Una ricerca successiva di Havas Media, infatti, ha indagato lo stile dei consumatori al tempo del Coronavirus, notando come la tv sia diventata uno strumento necessario, e non solo per le news (46%). Segue, poi, l’ascolto della radio, anche continuativamente nel tempo (25%). Infine, è aumentato l’acquisto di magazine, abbonamenti e libri online (33%).
Il Coronavirus in Italia ha cambiato non solo il modo in cui percepiamo l’informazione, ma anche come essa è pensata. Il periodo storico attuale ci ha messo di fronte all’esigenza di pensare costantemente alla società anche in base a categorie ben precise, come quella delle persone disabili.
In questa dinamica, quindi, è diventata pressoché indispensabile la diffusione di comunicazioni verticali, indirizzate a una precisa fascia di popolazione, così da non abbandonarle nell’oblio. Questa è una metodologia atta (anche) a rammentare l’esistenza di una collettività fatta di diversità che vanno tutelate.
Anche le autorità competenti si sono mosse in materia tempestiva per tutelare il diritto all’informazione per le persone disabili. Ricordiamo, ad esempio, la pagina Coronavirus FAQ sempre aggiornata. E, ovviamente, c’è chi anche con il proprio lavoro quotidiano cerca di sbrogliare il bandolo della matassa informativa: come l’approfondimento di Ability Channel sul DL Cura Italia per disabili.
Insomma, quando tutto ciò sarà finito, non dimentichiamoci del mondo dell’informazione, che sta servendo un servizio impeccabile. Per tutti.