L’impatto economico del Coronavirus sarà preoccupante e complesso da gestire su scala globale. L’ipotesi arriva da un’analisi realizzata da Rima Shretta, Honorary Visiting Research Fellow dell’Università di Oxford. Sostanzialmente, lo studio teorizza che l’impatto economico del Coronavirus nell’economia mondiale sarà abbastanza difficoltoso da affrontare, e tutto dipenderà da noi.
Per valutare la nuova economia da Coronavirus, bisogna prima comprendere quali saranno le variabili che ne determineranno l’impatto economico. In particolare, secondo Shretta, ci sono diversi valori da tenere a mente. Nel dettaglio:
- durata della pandemia del nuovo virus (considerando anche che alcuni esperti temono una seconda ondata nell’autunno prossimo);
- misure adottate dai governi locali per contenere il contagio da Coronavirus;
- l’adesione pubblica alle misure comportamenti per diminuirne la diffusione (come il distanziamento);
- i mezzi economici messi a disposizione dai governi locali per sostenere le conseguenze economiche della pandemia.
Tuttavia, ciò che viene messo in luce è che “il vero costo del COVID-19 sarà di gran lunga superiore ai costi sanitari diretti”. Sostanzialmente, i costi sostenuti dalla Sanità non avranno lo stesso impatto dei costi indiretti, cioè tutte quelle categorie economiche (come il turismo) che saranno indirettamente colpite dalla situazione sanitaria globale.
Che cosa sono i costi diretti?
All’interno dei costi diretti dell’impatto economico del Coronavirus, quindi, troviamo i costi relativi ai test e alla tracciabilità dei contatti, ai ricoveri, alle cure mediche intensive, agli interventi di controllo per la gestione della malattia e agli stipendi degli operatori sanitari.
In futuro, saranno inclusi anche i costi dei vaccini, dei trattamenti, dei test diagnostici rapidi e dei test sugli anticorpi, “se e quando saranno disponibili” come ricorda Shretta. A questi, andranno aggiunti “i costi di ricerca e sviluppo di nuove terapie e vaccini” e “le spese vive (OOP)”.
Sono spese che peseranno molto nei paesi a basso e medio reddito. Di fatto, i costi diretti “comprendere fino al 50% di tutte le spese sanitarie se i governi non prevedono disposizioni per test e trattamenti gratuiti per i pazienti con COVID-19”.
Che cosa sono i costi indiretti?
Invece, i costi indiretti sono i costi aggiuntivi associati alla malattia o all’impatto economico da Coronavirus dei comportamenti adottati durante (e dopo) la pandemia.
Troviamo “le perdite di produttività derivanti dall’assenteismo dei lavoratori a causa di morbilità e mortalità, compresa la perdita di salari e costi di opportunità. Includono anche effetti di ricaduta sull’economia da interventi di avversione che sono o governativi o autoimposti per evitare l’esposizione al virus. Il risultato di questi effetti provoca shock sia della domanda che dell’offerta”.
Insomma, in linea generale i costi indiretti rifletteranno i comportamenti adottati dai singoli governi e i modi di consumo delle persone in conseguenza al Coronavirus.
Il primo impatto economico del Coronavirus si fa già sentire. Secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale martedì 14 aprile 2020, infatti, il PIL mondiale è diminuito del 3% nel 2020, segnando quindi una crisi finanziaria che non si registrava da molto tempo: si tratta, infatti, della peggiore recessione dal 1930.
Sarà colpita anche l’Eurozona, con una flessione del 7,5%. Studiando i casi paese per paese, abbiamo la Germania con -7%, la Francia con -7,2%, la Spagna con -8% e l’Inghilterra con -6,5%. Dall’altra parte dell’Atlantico gli Usa lasciano sul terreno il 5,9 per cento del PIL.
E qual è la situazione economica italiana? Poco rosea, in quanto si registra il calo peggiore con -9,1%. Comunque, l’ipotesi di ripresa c’è, ma la vedremo solo nel 2021 e potrebbe portarci un +4,8%.
Infine, un altro dato per comprendere la realtà attuale è il commercio internazionale, che quest’anno scenderà dell’11% a causa del lockdown globale.