Nel corso degli ultimi anni abbiamo imparato a comprendere come si trasmette il nuovo Coronavirus, eppure la ciclica risalita dei contagi insinua il timore che attualmente non stiamo seguendo le regole promosse da istituzioni e organi sanitari. Urge dunque un breve ripasso per evitare il più possibile di restare contagiati.
Procediamo con ordine, e proviamo a rispondere alla domanda su come si trasmette il Coronavirus. Finora sappiamo che la Sars-CoV-2 (che causa la malattia Covid-19) è estremamente contagiosa, e le varianti che stanno nascendo lo rendono ancor di più un virus insidioso.
La sua elevata contagiosità dipende dal fatto che si trasmette attraverso l’esposizione ai droplet, cioè alle particelle o goccioline che ognuno di noi emette dalla propria bocca quando parliamo, tossiamo, starnutiamo, urliamo e cantiamo. Dunque, nei luoghi chiusi è più rischioso restare contagiati rispetto all’aperto. Molto dipende anche dalla carica virale del soggetto.
Lo stesso virus può essere trasmesso anche se tocchiamo le mani, la bocca, il naso e gli occhi di una persona contagiata. Altresì, è possibile restare contagiati toccando superfici contaminate (in base al tipo di materiale, il nuovo Coronavirus può resistere tra poche ore e diversi giorni).
Principalmente, dunque, il rischio di restare contagiati da questo nuovo virus dipende se siamo stati a contatto stretto con un possibile caso positivo, sia in caso di individuo sintomatico che asintomatico.
Cosa si intende per contatto stretto?
Come spiega il Ministero della Salute, in linea generale, per contatto stretto si intende qualsiasi persona esposta a un caso probabile o confermato di Covid-19 in un periodo di tempo (incubazione) compreso tra le 48 ore fino ai 14 giorni dall’insorgenza dei sintomi (sintomatico) o fino alla conferma della diagnosi (asintomatico). Più nello specifico, ci riferiamo a:
- una persona che vive nella stessa casa di un caso COVID-19;
- una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso COVID-19 (per esempio la stretta di mano);
- una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso COVID19 (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati);
- una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di almeno 15 minuti;
- una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) con un caso COVID-19 in assenza di DPI idonei;
- un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso COVID-19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso COVID-19 senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei;
- una persona che ha viaggiato seduta in treno, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso COVID-19; sono contatti stretti anche i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto.
Invece per contatto a basso rischio intendiamo:
- una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso COVID-19, ad una distanza inferiore ai 2 metri e per meno di 15 minuti;
- una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) o che ha viaggiato con un caso COVID-19 per meno di 15 minuti;
- un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso COVID-19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso COVID-19, provvisto di DPI raccomandati;
- tutti i passeggeri e l’equipaggio di un volo in cui era presente un caso COVID-19, ad eccezione dei passeggeri seduti entro due posti in qualsiasi direzione rispetto al caso COVID-19, dei compagni di viaggio e del personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto che sono infatti classificati contatti ad alto rischio.
Leggi anche: Le differenze tra sintomi del Coronavirus e dell’allergia stagionale
Quali sono i sintomi del Coronavirus?
Tra i sintomi del Coronavirus possiamo riconoscere:
- Febbre;
- Perdita dell’olfatto (anosmia) o diminuzione dell’olfatto (iposmia);
- Perdita del gusto (ageusia) o alterazione del gusto (disgeusia);
- Tosse;
- Polmonite;
- Affaticamento;
- Difficoltà respiratoria;
- Dolori muscolari;
- Mal di testa;
- Mal di gola;
- Raffreddore;
- Dolore toracico;
- Debolezza;
- Diarrea;
- Sindrome da distress respiratorio acuto;
- Cefalea;
- Brividi di freddo;
- Astenia;
- Mialgia;
- Nausea e vomito.
Le precauzioni da adottare contro la trasmissione del Coronavirus sono sempre le stesse, e puntano a evitare che le goccioline di droplet possano far diffondere il virus:
- indossare la mascherina protettiva (quelle annoverate tra i dispositivi di protezione individuale);
- tenere un metro di distanza dalle persone;
- starnutire su un fazzoletto oppure con il gomito piegato;
- lavarsi frequentemente le mani.
Leggi anche: Dopo due dosi di vaccino Covid c’è contagio e trasmissione del virus?