Procedure, corsi di laurea e consigli su come si diventa insegnante di sostegno in Italia e come funziona il TFA sostegno 2023
Se ti stai chiedendo come si diventa insegnante di sostegno, sei nell’articolo giusto. La figura dell’insegnante di sostegno riveste un ruolo fondamentale nel sistema educativo, poiché si occupa di supportare gli studenti con disabilità o bisogni educativi speciali affinché possano raggiungere il massimo delle loro potenzialità. Questa professione richiede una combinazione di competenze pedagogiche, empatia e dedizione. In questo articolo, esploreremo il percorso da intraprendere per diventare insegnanti di sostegno e l’importante contributo che offrono alla formazione di una società inclusiva e diversificata.
Per diventare un insegnante di sostegno, bisogna possedere una solida base di competenze educative e una profonda comprensione delle esigenze degli studenti con disabilità. In molti paesi, il percorso tipico richiede una laurea in Scienze della Formazione Primaria o in Pedagogia, seguita da un corso di specializzazione o una formazione post-laurea nel campo dell’educazione speciale. Questa formazione è essenziale per comprendere le diverse sfaccettature delle disabilità, le strategie di insegnamento adattate e le metodologie inclusive.
In virtù dell’ultima modifica apportata dalla legge di bilancio, occorre distinguere le due procedure per conseguire il titolo.
La prima procedura su come si diventa insegnante di sostegno riguarda la selezione per conseguire il titolo di sostegno, per partecipare alle selezioni per la specializzazione sul sostegno è necessario possedere il titolo di accesso ad una classe di concorso e il possesso dei 24 CFU nelle discipline antropo/psico/pedagogiche e metodologiche oppure l’abilitazione su una classe di concorso (non servono in questo caso i 24 CFU).
La seconda riguarda la procedura per diventare di ruolo su posti di sostegno. Possono partecipare al concorso per sostegno coloro che possiedono uno dei seguenti requisiti:
Le norme per la selezione dell’insegnante di assistenza sono cambiate più volte nel corso del tempo: dal precedente istituto di corsi intensivi, scuole specialistiche per docenti già abilitati e corsi universitari, fino al Decreto Legislativo 249/2010 che ha stabilito che la specializzazione per l’attività di assistenza si ottiene attraverso percorsi di specializzazione offerti dalle Università, e al Decreto Ministeriale del 30 settembre 2011 che ne ha regolamentato i criteri e le modalità.
Come si diventa insegnante di sostegno in Italia nel 2023:
I percorsi di specializzazione sono programmi di studio istituiti e attivati dalle Università. L’ammissione al corso annuale di specializzazione per le attività di assistenza è subordinata al superamento di una serie di prove stabilite dalle singole Università per i vari gradi di istruzione: un test preliminare, una prova scritta e una prova orale.
Il test preliminare consiste in 60 domande formulate con cinque opzioni di risposta, tra cui il candidato ne seleziona una sola. Almeno 20 di queste domande sono dedicate a verificare le competenze linguistiche e la comprensione dei testi in italiano. Vengono ammessi alle prove successive il doppio dei candidati rispetto ai posti disponibili presso ogni sede.
Le prove di ammissione ai corsi di specializzazione valutano anche le competenze socio-psico-pedagogiche e didattiche differenziate in base al grado di istruzione
Una volta superate le prove, il percorso di specializzazione per l’assistenza didattica consiste in: lezioni, attività di laboratorio e tirocinio. Il corso si conclude con un esame finale.
Una volta completato il percorso di specializzazione per le attività di supporto didattico, il docente ha la possibilità di assumere ruoli di supplenza sia tramite l’inserimento nelle liste di disponibilità che attraverso la messa a disposizione (MAD). Poiché spesso le graduatorie risultano insufficienti a coprire tutte le esigenze interne delle scuole, queste ultime cercano frequentemente supplenti per il supporto didattico.
Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia e primaria, il Decreto Ministeriale del 9 aprile 2019, numero 327 (che spiega come si diventa insegnante di sostegno) prevede la possibilità di un eventuale test preselettivo basato su computer (nel caso in cui il numero dei candidati superi quattro volte il numero dei posti disponibili). Questo test ha l’obiettivo di valutare le capacità logiche, la comprensione del testo e la conoscenza delle normative scolastiche.
Successivamente, vi è una prova scritta composta da tre quesiti per i posti di supporto didattico: due quesiti aperti concernenti le metodologie didattiche da applicare alle diverse tipologie di disabilità, finalizzati a valutare le conoscenze dei contenuti e delle procedure per l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità. Segue un ulteriore quesito strutturato in otto domande a risposta chiusa, per testare la comprensione di un testo in lingua inglese di livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento. Infine, è richiesta una prova orale che consiste nella pianificazione di un’attività didattica.
Per quanto riguarda la scuola secondaria di primo e secondo grado, il Decreto Legislativo numero 59 del 2017 regolamenta il concorso. Si parte da una prova scritta volta a valutare il grado di conoscenza e competenza del candidato in materia di pedagogia speciale, didattica per l’inclusione scolastica e relative metodologie. In aggiunta, è prevista una prova orale sotto forma di colloquio per valutare le conoscenze e competenze nella lingua straniera europea e nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Il bando del TFA Sostegno 2023 prevede 29061 posti. Le prove preselettive si sono tenute a Luglio. Una volta superate, si potrà partecipare al VIII ciclo del Tirocinio Formativo Attivo per diventare insegnante di sostegno.
Una volta che si è diventati insegnanti di sostegno, si può partecipare a tutti i concorsi e le procedure dedicate al sostegno. Inoltre si possono avere più chance di ricevere una chiamata per le supplenze nelle scuole. Al giorno d’oggi infatti, la scuola italiana è carente di queste figure professionali.
Qualche giorno fa, il ministro Valditara ha dichiatato di voler aumentare l’attuale contingente previsto per l’ottavo ciclo da 29 mila a 35 mila. Questo incremento potrebbe anche avere un senso, trattandosi di un “ritocco” ai posti iniziali, anche se potrebbe non essere ben visto dato che già si sono svolte le prove preselettive e quindi la procedura è stata avviata. Gli aspiranti infatti hanno scelto l’Ateneo in cui partecipare anche sulla base dei posti disponibili comunicati con dm n. 694 del 30 maggio 2023.
Nella peggiore delle ipotesi, ovvero nel caso in cui non si riesca a trovare una soluzione fattibile per tutti, è probabile che l’aumento possa riguardare il prossimo ciclo di TFA.
(fonte immagine: Freepik)
Ultima modifica: 29/08/2023