Lo stress da caregiver può essere una condizione difficile da gestire. Ecco alcuni suggerimenti su come non farsi sopraffare
Lo stress del caregiver non deve essere una vergogna, ma è una condizione da tenere sotto stressa osservazione. Già perché, per quanto sia importante prendersi cura di un’altra persona, ciò non deve diventare una vera e propria patologia: in buona sostanza, non deve annichilire l’individuo che adatta la propria vita alle esigenze di un altro.
Prima di scoprire come provare ad arginare lo stress nel caregiver, spieghiamo di cosa stiamo parlando. Con il termine caregiver indichiamo una figura lavorativa che in Italia non è regolamentata a dovere: sostanzialmente è una persona che si prende cura gratuitamente e giornalmente di un individuo malato e/o con disabilità. Nella maggior parte dei casi si tratta di un familiare (da qui il termine caregiver familiare).
Non sappiamo con precisione quanti siano in Italia, poiché la raccolta dei dati è molto complessa, a causa soprattutto di una normativa in materia poco chiara. I compiti che un caregiver svolge possono essere di natura amministrativa e medica, sebbene non si può sostituire a operatori sanitari veri e propri. Tra le azioni che compie troviamo:
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Stress e fatica cronica possono determinare l’insorgere della Sindrome del Caregiver, dovuta soprattutto al carico psicologico e fisico che richiede questo ruolo. Di fatto prendersi cura di un’altra persona può inficiare negativamente nella propria qualità della vita, sia in termini di tempo ma anche in termini di salute. Di tanto in tanto occorre prendersi un po’ di riposo per se stessi, altrimenti si rischia l’annichilimento.
Le conseguenze psicologiche per il caregiver possono essere devastanti, perciò è bene conoscere se stessi e sapere quando lo stress sta mangiando la nostra mente. Ecco alcuni suggerimenti utili:
Esistono degli strumenti per valutare il proprio livello di stress (che però non valgono come soluzioni diagnostiche, per ottenere una diagnosi è bene rivolgersi sempre a un medico specializzato).
Uno dei questionari self-report più famosi al mondo è il Caregiver Burden Inventory (Novak M. e Guest C., Gerontologist, 29, 798-803, 1989), che valuta attraverso diverse domande le 5 dimensioni dello stress (o burden): oggettivo, psicologico, fisico, sociale ed emotivo.
Un altro self-report è la Zarit Burden Interview (Zarit, Reever & Bach-Peterson, 1980), che nel corso degli anni ha subìto anche diversi aggiornamenti: la versione che viene comunemente accettata è un modello a due fattori che affronta la tensione personale e la tensione di ruolo (Hérbert, Bravo e Préville, 2000).
Un terzo questionario è noto come Inventario NeuroPsichiatrico di Cummings (1994 – validato per la popolazione italiana da Binetti et al., 1998), che però si riferisce più a cambiamenti che possono essere associati alla demenza, studiando 10 sottodomini: deliri, allucinazioni, agitazione/aggressività, disforia, ansia, euforia, apatia, disinibizione, irritabilità/labilità e attività motoria aberrante
Ultima modifica: 29/09/2021