Ci sono voluti 7 anni di attesa, ma alla fine quest’anno sono state pubblicate le nuove linee guida del collocamento mirato per le persone disabili, previste dal Job Acts (decreto legislativo 151/2015) e implementate dal decreto ministeriale 43/2022. Le “linee guida in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità” prevedono diversi obiettivi e proposte che provano a rivoluzionare e rafforzare il settore.
Collocamento mirato disabili 2022: obiettivi delle nuove linee guida
Come si può leggere all’interno del decreto ministeriale in questione, ci sono diversi punti in base ai quali le linee guida vorrebbero cambiare il collocamento mirato per le persone disabili. Troviamo:
approccio basato sulla multidimensionalità;
progetti personalizzati;
rete integrata di servizi (sanitari, sociali, istruzione/formazione, lavoro), anche con la presenza di équipe multisiciplinari;
lavoro al centro dei percorsi di inclusione sociale delle persone con disabilità e dei progetti di vita indipendente;
pari opportunità e non disciminazione;
sistemi informativi integrati e interoperabili;
approccio bio-psico-sociale utilizzato come standard nella revisione dell’accertamento della disabilità;
investimento nella formazione degli operatori e nel potenziamento delle competenze.
Collocamento mirato disabili 2022: le proposte delle linee guida
L’elenco delle proposte contenuto nelle linee guida del decreto ministeriale 43/2022 troviamo:
percorso di collaborazione e condivisione interistituzionale verso l’inclusione lavorativa, favorendo l’adozione di interventi innovativi e del rafforzamento nella programmazione regionale;
offerta di un quadro di riferimento unitario;
promozione e consolidamento della gestione sistematica dei dati amministrativi del collocamento mirato, con aggiornamento costante e regolazione dei flussi informativi;
piattaforma informatica accessibile e dinamica per la raccolta delle buone pratiche di inclusione lavorativa;
monitoraggio annuale dell’attuazione delle linee guida da parte del Ministero del Lavoro;
approccio mainstreaming della disabilità, al fine di considerare il potenziale impatto sul mondo della disabilità delle misure predisposte in termini di equità e crescita economica;
entro 18 mesi i servizi devono attuare una ricognizione sugli iscritti per verificare anomalie per le persone dentro al collocamento mirato da oltre 24 mesi, identificando quali sono le cause della disoccupazione e il numero di offerte di lavoro presentante in quel determinato periodo;
promozione di campagne di comunicazione e valorizzazione della responsabilità sociale delle imprese;
introduzione di meccanismi e clausole a favore di imprese ed enti che abbiano istituito la figura del responsabile dell’inserimento lavorativo nel luoghi di lavoro;
ricorso della figura di responsabile dell’inserimento lavorativo anche sotto forma di consulenza per le PMI;
ricorso al disability management;
rimodulazione delle misure e dei servizi del collocamento mirato.
Che cos’è il collocamento mirato per persone disabili?
La definizione di collocamento mirato per le persone disabili è contenuta nell’articolo 2 della Legge 68/99, la normativa sulle categorie protette. All’interno del testo infatti possiamo leggere che con questa locuzione è intesa “l’insieme degli strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi di lavoro e di relazione”. Inoltre la stessa normativa dispone che l’iscrizione al collocamento mirato può essere sottoscritto da:
persone con minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e portatori di disabilità intellettiva, che comportino una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%;
invalidi del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33%;
ciechi o sordomuti;
invalidi di guerra, invalidi civili di guerra e invalidi per servizio;
profughi italiani;
familiari di vittime del terrorismo e della criminalità organizzata;
orfani e vedove per causa di lavoro, servizio, guerra o equiparati.
Ultima modifica: 20/04/2022
Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.