Classificazione sport disabili: ne abbiamo parlato con la Dott.ssa Emiliana Bizzarini, classificatrice nazionale ed internazionale di atleti disabili. Come si relaziona allo sci paralimpico?
Dal 2000 è medico classificatore di persone con disabilità che praticano sport agonistico e necessitano di essere inserite in una categoria in base al tipo e al grado di disabilità. La classificazione sport disabili avviene solitamente prima di un evento nazionale o internazionale e segue dei criteri specifici stabiliti dall’IPC, il Comitato Paralimpico Internazionale.
La Dott.ssa Bizzarini ci ha spiegato che nel suo caso è stata la passione a guidarla verso la scelta di diventare un medico classificatore perchè “è un campo molto bello. Si vede il tutto dal punto di vista del recupero delle capacità. E’ vedere la disabilità attraverso un’ottica positiva”. Il percorso da seguire per essere un classificatore di atleti paralimpici comprende ovviamente la laurea in medicina con specializzazione in medicina dello sport o in fisiatria e la partecipazione a corsi specifici organizzati dalle federazioni italiane ai quali si possono aggiungere ulteriori corsi a livello internazionale.
La Dott.ssa Bizzarini ha voluto dedicarsi in particolar modo al basket in carrozzina nel quale ha classificato atleti di grande livello mondiale ed è stata responsabile fino al 2011 della classificazione sport disabili per la FIPIC, ma è anche punto di riferimento dell’ambulatorio del Friuli Venezia Giulia per la classificazione ed esamina degli sciatori disabili della Regione.
“Quello che si vuole valutare durante l’esame di classificazione – spiega la Dottoressa – è la parte funzionale e medica che riguarda soprattutto la disabilità e le disfunzioni muscolari e la pratica in gara quindi la prestazione effettiva dello sportivo”. A tal fine viene convocata una Commissione di esperti composta da un medico classificatore specializzato in medicina dello sport o fisiatria, un fisioterapista e un tecnico che fanno le proprie valutazioni e si confrontano per rendere il giudizio il più equo possibile e creare categorie omogenee. La Dott.ssa Bizzarini ci ha spiegato che “i criteri si aggiornano sempre e si deve continuare a studiare per mantenersi aggiornati. Alcune patologie sono più difficili da classificare mentre per altre, come le amputazioni, la valutazione è relativamente più semplice ed immediata”.
Il team di medici e tecnici effettuano innanzi tutto dei test medici e test di controllo della mobilità del tronco, degli arti superiori e della forza muscolare mentre in una seconda fase della classificazione si valuta la prestazione sportiva in allenamento o in un contesto simile a quello della gara dove l’atleta si impegna al massimo delle proprie capacità.
Le classificazioni non sono necessariamente permanenti ma possono essere soggette a revisioni richieste anche dall’atleta stesso o in conseguenza a un miglioramento o peggioramento della propria condizione di disabilità.
E’ necessario – conclude la Dottoressa – che la commissione esaminatrice per la classificazione sport disabili discuta anche con l’atleta perchè è importante che l’atleta stesso prenda consapevolezza della categoria nella quale compete e ne rispetti le regolamentazioni.
Ultima modifica: 30/04/2020