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Ciclismo paralimpico su strada alle Paralimpiadi: storia e medagliere Italia

Redazione:

Il debutto del ciclismo paralimpico su strada risale al 1984, quando ancora Paralimpiadi e Olimpiadi erano organizzate in città diverse tra loro. Oggi il paraciclismo ai Giochi paralimpici conta due discipline: su strada e su pista, ma non è sempre stato così. Attualmente l’Italia ha portato a casa 33 medaglie da questa disciplina sportiva.

All’interno di questa guida scopriamo brevemente la sua storia, quali sono le edizioni dei Giochi paralimpici nei quali è apparsa e quali sono le nazioni che sono riuscite a conquistare almeno una medaglia durante le gare paralimpiche.

Storia del ciclismo paralimpico su strada

Il ciclismo paralimpico su strada è stato il primo sport del paraciclismo a entrare nella rassegna dei Giochi. In particolare, il suo debutto risale alle Paralimpiadi di Stoke Mandeville – New York del 1984.

Inizialmente, le gare erano aperte solamente a ciclismi con paralisi cerebrale, ma edizioni successive aprirono le proprie porte anche ad altre categorie: ad esempio alle Paralimpiadi di Atlanta 1996 furono introdotti atleti con altre disabilità. Nello stesso anno, venne messo in rassegna anche il paraciclismo su pista. Un’altra tappa importante della storia di questa disciplina sportiva è il 2004, quando ai Giochi di Atene furono organizzate le prime gare in handbike.

Classificazioni funzionali del ciclismo paralimpico su strada

In linea generale le classificazioni funzionali del paraciclismo su strada identificano 4 categorie: disabilità visiva, paralisi della parte inferiore del corpo, paralisi cerebrale e disabilità motorie. Più nello specifico poi, vi sono lettere e numeri che ci aiutano a identificare la categoria specifica a cui gli atleti appartengono:

  • B (o VI): sono atleti con disabilità visiva (ciechi o ipovedenti) che gareggiano in tandem insieme a una guida vedente
  • T1-T2: sono atleti con disabilità fisica a livello del busto che influisce sul loro equilibrio e sulla capacità di coordinazione. Gareggiano utilizzando un triciclo
    • gli atleti di questa classificazione presentano una paresi celebrale, una condizione neurologica o una menomazione che influisce sulla loro capacità di guidare una bicicletta standard. La classe 1 indica la disabilità più grave
  • H1-H5: atleti con disabilità che colpisce gli arti inferiori (può essere anche un’amputazione) e gareggiano su una handbike
    • sono atleti con paraplegia, tetraplegia o amputazione. La categoria 1 indica una disabilità grave, mentre la 5 una disabilità lieve. Le categorie 1, 2, 3 e 4 gareggiano in posizione sdraiata, mentre la categoria 5 gareggia in posizione inginocchiata
  • C1-C5: atleti con una disabilità alle braccia, alle gambe o/e al tronco e usano le biciclette standard usate dalle persone normodotate
    • gli atleti di questa classificazione possono guidare una bicicletta standard. Il livello 1 indica la disabilità più grave, come un alto livello di compromissione neurologica o amputazioni multiple; il livello 5 invece indica una disabilità più lieve e può riguardare atleti con una compromissione lieve a livello neurologico o l’amputazione di un singolo braccio.

Medagliere complessivo del ciclismo paralimpico su strada alle Paralimpiadi

Di seguito il medagliere aggiornato alle Paralimpiadi di Tokyo 2020:

POSIZIONEPAESEOROARGENTOBRONZOTOTALE
1Germania21201556
2Stati Uniti19282067
3Gran Bretagna1712736
4Australia14151544
5Francia1461434
6Spagna13152149
7Paesi Bassi13101134
8Italia1213833
9Canada98926
10Austria79723
11Irlanda62311
12Polonia56213
13Repubblica Ceca53513
14Svizzera46717
15Belgio45716
16Cina36514
17Corea del Sud35513
18Slovacchia3328
19Giappone32611
20Sud Africa3227
21Ucraina3205
22Norvegia3137
23Bielorussia3104
24RPC2002
25Danimarca1001
26Svezia0224
27Cecoslovacchia0202
Finlandia0202
Romania0202
30Nuova Zelanda0145
31Germania Ovest0123
32Brasile0112
Portogallo0112
34Israele0101
35Colombia0022
Libano0022
37Argentina0011
Russia0011
Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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