Aerodinamica e ciclismo paralimpico sono stati oggetto di una ricerca scientifica che ha dato risultati importanti per molti atleti
Ciclismo paralimpico e aerodinamica sullo stesso piano grazie alla scienza. Nell’aprile 2019, infatti, è stata realizzata una ricerca scientifica per il mondo del paraciclismo, con lo scopo di testare l’efficienza aerodinamica delle soluzioni adattate durante le gare. Cioè, tutte quelle misure, come la postura dei ciclisti o l’assetto delle bici, che possono migliorare le prestazioni sportive.
Lo studio scientifico che ha unito aerodinamica e ciclismo paralimpico ha visto la partecipazione di ben 3 università europee e un 4 volte campione del mondo della disciplina. Il progetto, sponsorizzato dalla società di simulazioni ingegneristiche Ansys, ha coinvolto l’Università di Galway (Irlanda), Eindhoven (Olanda) e Lovanio (Belgio).
Tra i vari, in particolare, spicca il nome del Dott. Eoghan Clifford dall’ateneo irlandese, quattro volte campione mondiale del paraciclismo, che assieme al Prof. Bert Blocken dall’università olandese ha portato avanti l’iniziativa. Le specifiche tecniche dello studio sono state eseguite all’interno delle gallerie del vento di Eindhoven e Liegi e sono state prese in esame i tandem e le handbike H1-H4 utilizzate durante le Paralimpiadi di Rio 2016.
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Quali sono stati i dati raccolti dalla ricerca in questione? Bicitech.it li ha elencati:
Risultati, dunque, che permettono di avvicinarsi a Tokyo 2020 con una maggiore consapevolezza e falsi miti risolti. Oltre al fatto che, da adesso, gli allenamenti degli atleti potrebbero essere modificati in funzione di quanto appena scoperto dal team di esperti.
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“Il lavoro avrà un impatto fondamentale sul ciclismo paralimpico e costringerà team e ingegneri a ripensare l’approccio all’aerodinamica”, afferma il Dott. Clifford, secondo quanto riportato da Itismagazine.it.
“Inoltre – continua -, il nostro lavoro permetterà ai migliori atleti paralimpici di beneficiare delle stesse esperienze e dei materiali disponibili agli altri atleti professionisti. In competizioni come i mondiali e le paralimpiadi, dove un decimo di secondo può decidere una medaglia, questo lavoro può significare moltissimo”. In linea generale, poi, si è trattato di “uno dei progetti più entusiasmanti e complessi su cui abbia mai lavorato”.
Questo studio scientifico sottolinea la possibilità di migliorare le prestazioni degli atleti con disabilità. “In molti ambiti dell’aerodinamica – spiega il professor Blocken – un’accuratezza del 5-10% è considerata sufficiente. Nello sport, invece, decimi o centesimi di punto percentuale possono essere decisivi”. Insomma, lavorare nell’aerodinamica sportiva risulta affascinante “perché è un ambito che realmente sposta i confini della simulazione al computer e dei test in galleria del vento”.
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Fonte foto: pagina Facebook Bart van Overbeek Photography
Ultima modifica: 26/10/2020