Chi è Valentina Petrillo, la prima atleta transgender alle Paralimpiadi

Le Paralimpiadi di Parigi 2024 (qui la guida completa) non sono ancora iniziate, ma da qualche giorno il nome di Valentina Petrillo risuona come fosse già scesa in pista. L’interesse però non è per le sue cronache sportive, bensì per la sua vita privata: di fatto, Petrillo sarà la prima atleta paralimpica alle Paralimpiadi.

Un debutto che inevitabilmente la vedrà sotto numerosi riflettori, volente o nolente. Lei, che della sua vita privata preferirebbe farne un messaggio da veicolare, e non un caso da criticare, si troverà ad affrontare la sua prima Paralimpiade sotto gli occhi di un forte interesse mediatico, come già accaduto in passato.

Biografia e carriera sportiva di Valentina Petrillo

Valentina Petrillo nasce a Napoli il 2 ottobre 1973 sotto il nome di Fabrizio e fin da bambina si appassiona all’atletica dopo aver visto alcune gare del suo mito Pietro Mennea. A 14 anni le viene diagnosticata la Sindrome di Stargardt, una malattia che la rende ipovedente.

Sceglie così di sposare il movimento paralimpico italiano, inizialmente praticando calcio a 5 per ciechi, per poi passare all’età di 41 anni all’atletica paralimpica, dove vince 11 titoli nazionali nella categoria maschile. Nel 2018 intraprende il percorso di affermazione di genere con il supporto del Gruppo Trans APS. Oggi Petrillo gareggia nella categoria T12 femminile (Visually Impaired) dell’atletica.

Il debutto ufficiale avvenne l’11 settembre 2020, con la sua prima gara di atletica sotto il nome di Valentina, diventando così ufficialmente la prima atleta transgender a gareggiare in una competizione nazionale per persone con disabilità.

A livello internazionale, Petrillo è già riuscita a levarsi qualche soddisfazione. Sebbene sfumò l’occasione di volare ai Giochi paralimpici di Tokyo 2020, l’atleta è già riuscita a conquistare 2 medaglie di bronzo, rispettivamente nei 200 e 400 metri ai Campionati Mondiali di Parigi 2023. Precedentemente però, nei 400 metri dei Campionati Europei di Bydgoszcz 2021 (Polonia) ottenne un quinto posto. Oggi fa parte dei 141 atleti che voleranno a Parigi per la nuova edizione estiva delle Paralimpiadi.

Critiche e controversie contro Valentina Petrillo

Il percorso privato di Valentina Petrillo ha raccolto critiche e controversie nel mondo sportivo. La maggior parte delle polemiche accusavano Petrillo di essere agevolata nelle gare per via della sua struttura fisica, affermando che si trattava di discriminazione nei confronti delle donne.

In particolare, in uno scritto di FeministPost del 17 marzo 2023, a seguito dei Campionati Italiani Master Indoor di Ancora nella categoria F50 che vide primeggiare Petrillo, sono riportate le seguenti parole di Cristina Sanulli rivolte alla collega: “Parlo anche a nome della maggior parte delle ragazze che corrono con me: non ci sentiamo alla pari, proprio perché la struttura fisica [di Petrillo] è maschile, e quindi è come correre non alla pari. […] Nonostante il percorso [personale] che ha fatto Valentina sia di tutto rispetto, atleticamente parlando non lo è, e in questo ci sentiamo molto discriminate“.

Sempre in occasione dei Campionati italiani, un comitato di 30 atlete inviò una diffida alla FIDAL contro l’ingresso di Petrillo negli spogliatoi femminili, “nonostante io abbia un documento al femminile e sia riconosciuta come donna dallo Stato”, dichiarò la stessa atleta al Corriere della Sera.

Ma non solo controversie e critiche, ma purtroppo anche minacce. Nel 2023 Petrillo dovette rinunciare ai Campionati del Mondo Master di atletica paralimpica in Polonia poiché, a fronte di insulti e minacce arrivate anche online, gli organizzatori della manifestazione sportiva avevano preallertato il servizio di sicurezza. Da qui, temendo per la sua incolumità, l’atleta decise di rinunciare a gareggiare.

Cos’ha detto Valentina Petrillo al nostro podcast

Nell’aprile 2024 Valentina Petrillo si è confessata in una lunga chiacchierata ai microfoni del podcast di Ability Channel, durante la quale ha parlato del suo percorso sportivo, dei suoi recenti risultati e del sogno dei Giochi paralimpici di Parigi: “Non ci credo ancora – aveva dichiarato in merito alla sua prossima partecipazione -. Ci crederò solo quando lo vedrò”.

Inevitabilmente la sua testimonianza si è conclusa proprio con l’argomento di punta di queste settimane: un tema che Petrillo non vuole addosso come fosse un’etichetta, ma al massimo come strumento per ispirare il prossimo.

“Quello che è importante – ha sottolineato – è pensare a tutto il sacrificio, a tutti questi anni in cui io inseguo questo sogno, e quindi quel momento lì [le Paralimpiadi, ndr] sarà un momento fondamentale per me, per la mia storia, per la mia storia di persona e per tutti i messaggi che posso veicolare attraverso questo risultato. Ed è importante perché comunque la storia delle persone fa poi la storia del mondo. E quindi io spero davvero che da quel momento in poi ci si possa vedere ai mondi che rappresento in una maniera diversa finalmente, e stavolta uso io la parola diversa”.

E sulla volontà di seguire questo percorso di affermazione di genere, Petrillo ci tiene a spendere alcune parole: “In realtà ci ho provato tutta la vita a combattere me stessa ad andare contro quello che era il mio istinto, contro quello che era la mia natura. Poi a un certo punto nel 2018 non ce l’ho fatta, lasciando comunque un mondo maschile dove comunque ero una vincente, perché non è che non vincessi da maschio. Quello è un momento che ho fatto per la mia sopravvivenza, perché poi quando ci sono dei momenti scatenanti nella vita, delle situazioni che poi arrivano, questa cosa qui che hai dentro non ti lascia più vivere”.

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Perché Valentina Petrillo può gareggiare alle Paralimpiadi di Parigi 2024?

Come rivela la stessa Valentina Petrillo a Fanpage, nel 2015 le linee guida del Comitato Olimpico Internazionale includono le persone trans: studi scientifici hanno dimostrato che entro i 10 nanomoli dei valori del testosterone (la World Athletics ha recepito 5 nanomoli), le persone transgender sono equiparabili alle performance di una donna.

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Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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