La nuova variante del Covid che sta allarmando gli esperti si chiama Centaurus – o meglio, il suo nome è BA 2.75 – ed è arrivata anche in Italia: nel monitoraggio di metà luglio 2022, l’Istituto Superiore di Sanità ha registrato un singolo caso. Ma quanto ne sappiamo al riguardo?
Che cos’è una variante del Covid?
Prima di parlare di Centaurus, bisogna rammentare che una variante del Covid (e più in generale le varianti virali) nasce quando, durante la moltiplicazione di un virus, hanno origine copie genetiche “sbagliate”, errori che creano nuovi processi di replicazione, che generano appunto varianti virali. Non sono nuovi ceppi di virus, ma hanno il patrimonio genetico mutato rispetto all’originale Sars-CoV-2.
Nel corso della pandemia abbiamo assistito alla nascita di numerose varianti, e ora sotto la lente d’ingrandimento abbiamo quella indiana: Centaurus infatti è stata registrata per la prima volta nel maggio 2022 in India, ed è stata classificata come una delle sottovarianti di Omicron (la BA.2).
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Cosa sappiamo sulla subvariante Centaurus?
Dopo l’India, Centaurus ha colpito anche Regno Unito, Giappone, USA, Australia, Germania, Canada, Nuova Zelanda, Nepal, Indonesia e Italia. Ma dobbiamo veramente preoccuparci riguardo questa sottovariante?
C’è da dire che, al 12 agosto 2022, non risultano esserci pubblicazioni scientifiche certe che descrivano tutte le caratteristiche di Centaurus. Ciò che sappiamo invece è che diverse organizzazioni internazionali la stanno tenendo d’occhio, a cominciare dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), che il 7 luglio scorso ha marcato Centaurus come “variante sotto monitoraggio“: tradotto, potrebbe essere un problema, ma al momento non lo è.
Come per ogni variante che viene messa sotto monitoraggio infatti, le caratteristiche che vengono osservate sono la capacità di trasmissibilità e il livello di gravità della malattia causata. Al momento, le preoccupazioni principali riguardano la velocità con cui Centaurus si sta diffondendo in giro per il mondo. Ma non è l’unico dato a impensierire.
In un recente approfondimento sul tema, il The Guardian ha parlato di un numero di mutazioni extra contenute in BA.2.75, un dettaglio che gli esperti non stanno sottovalutando. “Ciò potrebbe significare che ha avuto la possibilità di evolvere un vantaggio rispetto a una PRECEDENTE stirpe virale di successo”, ha ipotizzato il dottor Stephen Griffin, virologo dell’Università di Leeds.
Invece il dottor Tom Peacock, virologo dell’Imperial College London, ha focalizzato l’attenzione sul “numero/combinazione”: “È difficile prevedere l’effetto di tante mutazioni che appaiono insieme: conferisce al virus una proprietà ‘jolly’ in cui la somma delle parti potrebbe essere peggiore delle parti individualmente”. Si potrebbe addirittura arrivare a parlare di una “variante di una variante“.
Secondo Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene dell’Università Statale di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi, Centaurus potrebbe essere “una sottovariante candidata ad alimentare la prossima onda di contagi fra 2-3 mesi” (lo ha dichiarato ad Adnkronos Salute).
L’opinione del virologo è che le mutazioni di Centaurus abbiano una certa affinità con i recettori Ace2, quindi “una maggiore capacità di trasmissione, superiore a quella della Omicron attualmente dominante”, oltre a “una possibilità di sfuggire alla risposta immunitaria pregressa. Una potenzialità che, se confermata, può appunto garantire a questa sottovariante di diventare protagonista”.
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Quali sono i sintomi di Centaurus?
Come detto precedentemente, al momento non abbiamo evidenze scientifiche che illustrino le specifiche tecniche di Centaurus, bisognerà attendere ancora un po’ di tempo. Per cui, possiamo ipotizzare che i segni basi della nuova variante del Covid siano simili a quelli riscontrati finora, come tosse, febbre, raffreddore, debolezza, dolore muscolare, mal di testa, affaticamento.
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