Il catcalling è una molestia verbale e di strada che si basa su atteggiamenti con intenzioni sessuali implici o meno non consensuali
Il significato di catcalling è “richiamo del gatto” e oggi è un termine che descrive un comportamento inappropriato, spesso sessualmente esplicito o implicito, rivolto alle donne in luoghi pubblici. Questo comportamento è utilizzato in larga maggioranza dagli uomini nei confronti delle donne.
Il catcalling è una molestia verbale che rientra nella categoria delle molestie di strada (street harassment), in quanto il comportamento molesto e intimidatorio espressa attraverso fischi, gridolini o altre forme di attenzione non richiesta avviene in luoghi pubblici e per strada.
Come abbiamo visto precedentemente, il significato letterale di catcalling di per sé non si riferisce a una violenza. Come spiega Just the woman I am, fin dagli anni Ottanta del Settecento questo termine indicava un grido o un lamento che i gatti fanno di notte oppure il verso per richiamare i gatti.
Oggi invece, come sottolinea l’Accademia della Crusca, l’accezione della parola è ben diversa, in quanto indica commenti e complimenti non richiesti e volgari diretti esclusivamente al corpo della vittima o al suo atteggiamento. In tal senso, possiamo affermare che il catcalling è una conseguenza del patriarcato e di un atteggiamento sessista radicato nella società.
In Italia i media hanno spesso utilizzato il termine pappagallismo, invece di catcalling, con il chiaro riferimento ai pappagalli di strada che importunano le persone che incontrano. L’esistenza di questo fenomeno comunque è radicato in diversi fattori:
Le molestie verbali sono abusi che si possono manifestare in modi diversi, come:
Anche le molestie di strada hanno varie forme, spesso simili a quelle verbali, come:
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Il catcalling è una molestia verbale caratterizzata dal classico commento non richiesto e/o fischio diretti al corpo e all’atteggiamento della vittima da parti degli uomini nei confronti delle donne.
Si identifica come molestia verbale in quanto dall’altra parte non vi è consenso, dunque la donna è in veste di oggetto passivo sessualizzato e parte lesa. L’intenzione di chi pratica catcalling non è finalizzata alla conoscenza della persona, ma al soddisfacimento del proprio ego e gioco di potere.
Tale molestia fa sì che l’uomo enfatizzi degli “apprezzamenti” e utilizzi degli approcci con intenti meramente sessuali, imponendo la propria presenza in maniera dominante rispetto all’altra persona, costretta ad accusare parole e commenti che non hanno né cercato e né hanno richiesto.
È opportuno sottolineare che un complimento sincero e rispettoso può essere accettabile in determinati contesti, ma il catcalling è un fenomeno diverso, in quanto caratterizzato dalla sua natura intimidatoria, sessualmente esplicita o degradante, basato su aspetti non consensuali. Tra gli esempi di catcalling troviamo:
In certi casi è opportuno sottolineare che la differenza sostanziale è deputata al consenso della persona. Insomma, per capire quando siamo in una situazione di catcalling, dobbiamo considerare anche:
Il catcalling che quotidianamente le donne subiscono ha delle conseguenze e delle ripercussioni importanti, soprattutto sul piano psicologico. Entrano in gioco diverse emozioni negative, come rabbia, frustrazione, paura, ansia di uscire di casa, di rincasare tardi, insicurezza e tensione nel rapportarsi con gli uomini.
Inoltre subentra il senso di colpa e un certo senso di inadeguatezza nell’indossare una gonna corta o una maglia scollata, proprio perché sempre più spesso sentiamo come un disco rotto il classico slogan “Se l’è cercata!“, quando in realtà la colpevolizzazione della vittima (victim blaming) fa parte della cultura patriarcale dello stupro insita in un sistema marcio, che vuole il dominio dell’uomo sulla donna.
Dunque le conseguenze psicologiche possono essere profonde e durature, influenzando il benessere e la salute mentale delle vittime. Chi lo subisce può riscontrare:
Il un gruppo statunitense anti-molestie Hollaback!, in collaborazione con la Cornell University, ha realizzato una ricerca enfatizzando un dato abbastanza agghiacciante: su 22 Paesi coinvolti (Argentina, Australia, Bahamas, Belgio, Bosnia-Erzegovina, Canada, Colombia, Croazia, Francia, Repubblica Ceca, Germania, India, Irlanda, Italia, Corea del Sud, Messico, Nepal, Nuova Zelanda, Polonia, SudAfrica, Regno Unito, Stati Uniti d’America), in media l’84% delle donne intervistate (complessivamente 16.600) ha dichiarato di aver subìto molestie da strada prima dei 17 anni.
Soffermandoci sul caso italiano, ci sono diverse statistiche che creano apprensione. Ad esempio, il 79% delle donne italiane ha detto di esser stata vittima di molestie per strada già prima dei 17 anni, il 57% prima dei 15 anni e, addirittura, il 9% attorno ai 10 anni d’età. Oltretutto, il 69% delle donne ha dichiarato di non essersi sentita sicura per strada perché seguita da un uomo o da un gruppo di essi.
Alcuni Paesi del mondo hanno preso il toro per le corna, e hanno deciso di contrastare apertamente la situazione. Uno dei casi più ammirevoli è quello della Francia: nel 2018, infatti, il presidente Emmanuel Macron varò un disegno di legge che rese illegali le molestie sessuali di strada, con multe fino a 750 euro, aggravate da mora in caso di comportamenti aggressivi e fisici.
Nelle Filippine, invece, dal 2019 è attivo il Safe Spaces Act, che equipara il catcalling allo stalking, con multe e reclusioni. Infine, negli Stati Uniti d’America non esiste una normativa nazionale, ma alcuni stati interni stanno adottando determinate misure per arginare il fenomeno.
Purtroppo in Italia il catcalling non è considerato reato, e non esiste una normativa per questi casi specifici, ma abbiamo degli strumenti che possono essere declinati nei contesti di violenze sessuali verbali:
Il catcalling un problema culturale e sistemico. Nel nostro Paese, infatti, esiste chi pensa che certi comportamenti non siano molestie da strada, ma semplici corteggiamenti. Il colpevole quindi diventa un corteggiatore respinto che non ha fatto niente di male, ottenendo in certi casi lo status di “vittima incompresa“.
A causa di questa legittimazione culturale, ancora oggi il catcalling è difficilmente inquadrabile in ambito giuridico, in quanto spesso si arriva a mettere sul tavolo il concetto della libertà di espressione del molestatore. In base a quanto abbiamo visto, però, capiamo bene che è necessaria una normativa specifica.
Tra i consigli per difendersi da un catcaller abbiamo ignorare il molestatore, rispondere in maniera secca e decisa e telefonare a qualcuno facendo finta che il tuo interlocutore stia per raggiungerti. Tuttavia così non si va alla radice del problema, e non si sradica completamente la molestia.
Oggi infatti il catcalling va combattuto con aspetti multidisciplinari e multicontestuali, una battaglia che deve necessariamente tenere in considerazione questi aspetti:
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Ultima modifica: 21/11/2023