In occasione dei Grand Prix FISPES, è stata presentata la prima carrozzina sportiva versatile per disabili: ecco le interviste ai protagonisti
Una carrozzina sportiva versatile che apre nuovi scenari per le corse in carrozzina e lo sport paralimpico. In occasione del Grand Prix FISPES, nella mattinata di sabato 8 giugno 2019, allo Stadio Comunale Olimpico “Carlo Zecchini” di Grosseto, è stata presentata la prima storica carrozzina da corsa versatile.
Nato dalla sinergia tra FISPES, Università di Bergamo e Decathlon Grosseto, il nuovo ausilio racchiude in sé il concetto di adattamento: in soldoni, una stessa carrozzina può essere ‘indossata’ da diversi atleti.
Quali sono le caratteristiche che rendono versatile questa nuova tecnologia? A spiegarle è Mario Poletti, tecnico nazionale responsabile del settore corse in carrozzine FISPES.
Prima di tutto, c’è “l’allargamento e lo spostamento laterale delle due ruote” posteriori, oltre alla presenza di due barre interne vicino le stesse che “permettono di variare l’assetto dell’atleta sulla carrozzina”. Una peculiarità non di poco conto, viste le varie disabilità inerenti questa disciplina sportiva: da chi ha una tetraplegia fino a chi convive con una paraplegia.
I mancorrenti, poi, possono essere modificati “in maniera rapida”, mentre sarà possibile utilizzare contemporaneamente ruote “da 26 e 28 pollici”.
“Tanta gente non si può avvicinare alla corsa e riottenere sensazioni come il vento in faccia – ci racconta Poletti a margine della presentazione -. Sul mercato esistono carrozzine dai costi elevatissimi e fatte su misura. Ciò impedisce a una famiglia, un istituto scolastico e una società sportiva di acquistarle. La nostra idea vuole colmare quel vuoto, con un abito che si adatta alle diverse disabilità e ai diversi assetti che una persona deve assumere in carrozzina”.
Tuttavia, c’è da fare una precisazione. “Non è performante a livello internazionale. La carrozzina da corsa versatile può andar bene per competere in avvicinamento a campionati regionali e italiani. In aggiunta, serve a capire nei primi mesi di attività quale possa essere la posizione migliore dell’atleta sulla stessa, per poterne poi acquistare una performante. Una volta individuate le caratteristiche, con pochissimi minuti di resettaggio, la carrozzina può essere utilizzata da un altro atleta”.
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Dopo la storia dei sedili per gli aerei del team del Politecnico di Milano, il mondo accademico torna protagonista. Stavolta è l’Università di Bergamo, il cui Prorettore al trasferimento tecnologico, innovazione e valorizzazione della ricerca, Sergio Cavalieri, ci svela che “tutto è partito dalla felice intuizione di Poletti. È venuta fuori l’esigenza di un bisogno, tradotto poi in uno studio che ha coinvolto diversi dipartimenti dell’ateneo: Ingegneria, Economia Aziendale e Scienze Umane e Sociali”.
Tale strategia, dunque, ha interessato numerose figure professionali. Ad esempio, “gli psicologi ci hanno aiutato a capire l’impatto che poteva avere un prodotto di questo tipo. Con i colleghi di economia aziendale, abbiamo capito la fattibilità economica e cosa il mercato proponesse. Infine, gli ingegneri hanno realizzato il tutto”.
In un contesto, quello universitario, dove “noi siamo menti libere, guardiamo al futuro senza dover ragionare al prossimo trimestre. Questa creatività è fondamentale” al fine di creare un qualcosa che faccia “crescere un paese”.
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Spesso viene dimenticato, ma aprire il mercato alle persone con disabilità ha anche un valore economico. Di fatto, se il target è ampio, il fatturato di un’azienda può aumentare.
“In Italia – ci puntualizza Alessia Federici, responsabile Decathlon Grosseto -, il popolo disabile è stato stimato essere di circa 3 milioni. Di questi, solo 50 mila fanno sport, un numero irrisorio. Oltretutto, solo 13 mila sono atleti, gli altri sono praticanti occasionali. Il resto pensa di non poter far più sport” per vari motivi.
“Ci rivolgiamo a loro perché lo sport non è un privilegio, noi vogliamo renderlo accessibile a tutti”. La carrozzina da corsa versatile, quindi, porta con sé vantaggi notevoli, anche su altri livelli, in quanto è indirizzata a una produzione in larga scala e abbassa i costi di una normale carrozzina da corsa (“5 o 6 mila euro”).
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Ultima modifica: 26/10/2020