Il caro affitti erode le risorse di studenti, fuorisede, famiglie e giovani precari. Ed è proprio da questi presupposti che negli ultimi giorni in diverse città italiane sono state montate delle tende per protestare contro un fenomeno in continuo aumento: parliamo dell’incremento del costo degli affitti, che sembra non conoscere sosta.
Da Nord a Sud, passando per il Centro Italia, sono numerosi i giovani accampati in giro o fuori gli Atenei per segnalare un problema che sembra non trovare soluzione: è impossibile crearsi un’autonomia se il prezzo degli affitti continua a salire. Un contesto che riguarda anche le persone con disabilità.
Caro affitti, quanto sono aumentati gli affitti nelle principali città italiane?
Secondo i dati diffusi da Idealista, ad aprile 2023 il costo degli affitti ha registrato un aumento spaventoso (+3,1%) che limita ancor di più le possibilità delle nuove generazioni (e non solo). Inoltre, anche il prezzo medio ha raggiunto livelli terrificanti: oggi parliamo di 12,5 euro al metro quadro, “il livello massimo toccato in Italia”, si legge sul sito.
Al momento gli aumenti maggiori sono stati registrati in Calabria (9,4%), Marche (7,4%), Liguria (5,1%), Valle d’Aosta (4,1%), Lazio (3,6%), Sardegna e Puglia (entrambe su del 3,3%). Sotto la media percentuale invece troviamo Toscana (2,4%) e Sicilia (0,5%). Le altre Regioni invece mostrano un trend inverso: Trentino-Alto Adige (-3%), Molise (-1,4%), Basilicata (-1,3%), Friuli-Venezia-Giulia (-0,9%) e Umbria (-0,1%).
Per quanto riguarda le città, i maggiori rialzi nel mese di aprile sono stati notati a Pesaro (16%), Massa (14,5%), Ragusa (9,4%), Ravenna (8,1%), Novara (3,2%), Bologna (5,8%), Bari (4,4%), Napoli (1,7%) Torino (1,2%), Milano e Roma (in salita dello 0,8%).
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La storia di Valentina: “Sono rarissime le case accessibili”
E proprio in alcune di queste città sono montate tende di protesta contro il caro affitti, che hanno fatto emergere la punta dell’iceberg di un problema immenso: la casa sta diventando un privilegio, mentre dovrebbe essere un diritto.
Un privilegio che, a conti fatti, pone dei limiti anche alle persone con disabilità. Nei giorni delle proteste andate in scena all’Università La Sapienza di Roma, abbiamo incontrato Valentina Capalbo, studentessa fuorisede della Calabria di 31 anni, con diparesi spastica, che da un mese si è laureata in Antropologia Culturale proprio in quest’Ateneo.
Ora però inizia il difficile. Finora Valentina ha avuto accesso alla Casa dello Studente, il cui affitto era ammortizzato da una borsa di studio (250 euro), ma adesso dovrà lasciare l’alloggio e cercare un’altra sistemazione.
Ma cosa significa per una persona con disabilità cercare una stanza o un appartamento nel 2023? Da una parte incorrere nelle consuete problematiche di settore, come ci spiega Valentina: “Non riesco a trovare un alloggio accessibile dove posso gestire la mia vita autonoma”. Dall’altra, dover fronteggiare i numerosi costi in aumento su vari fronti: “Se io ho una pensione di 800 euro mensili, non posso pretendere di dare tutto all’affittuario“.
Oltretutto il discorso sulla disabilità va allargato a vari ambiti: “Mille, 1200 euro se ne partono solo per l’assistenza, più l’affitto, più le bollette, più il cibo, uno pure lavorando non ce la farebbe a garantirsi tutto questo”. A complicare la situazione, poi, ci sono gli affittuari: “Un proprietario di casa mi ha detto pure che non poteva affittare in casa perché facendo le ristrutturazioni lui poi lo sfratto non lo riusciva a fare più”.
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Il progetto di co-housing contro il caro affitti
Al fine di contrastare questa devastante situazione, e garantire indipendenza e autonomia alle persone con disabilità, Valentina avanza una soluzione: “Noi alla Casa dello Studente stiamo proponendo un progetto di cohousing. Vogliamo fare questo progetto con la collaborazione di Porta Futuro Lazio e della Regione, per fare un orientamento lavorativo delle persone che hanno fatto un percorso di studi in Sapienza e che così si possono rendere autonomi e indipendenti”.
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