Nel 2017 Caparezza dichiarò di soffrire di acufene, una condizione debilitante caratterizzata da un continuo ronzio nelle orecchie
Caparezza ha l’acufene. Fu lo stesso artista pugliese nel settembre 2017 a dichiararlo, anche attraverso il suo settimo album in studio, “Prisoner 709“, all’interno del quale troviamo numerose tracce in cui il rapper Michele Salvemini delinea, indica e racconta una condizione poco conosciuta e caratterizzata da un fischio continuo nelle orecchie.
In un’intervista a Repubblica, l’artista ha spiegato come la sua vita sia nettamente cambiata con l’acufene. Nel giugno 2015 ricevette la diagnosi, anche se, come lui stesso rivelò, da anni soffriva di un fastidioso ronzio nelle orecchie, sebbene fosse “sopportabile”. Poi, però, “è diventato una tortura” e la colpa sembrerebbe essere data dall’abuso dei volumi.
Sulla questione delle cure dell’acufene, Caparezza ha raccontato che non ce ne sono: “Tanti dicono di poterla battere, ma non ci riesce nessuno. Ho provato di tutto, pillole, iniezioni, psicoterapia, e alla fin fine ho capito che dovrà tenermelo e, semplicemente, pensare ad altro, distrarmi”. Anche al Corriere della Sera Caparezza ha sottolineato di soffrire di un’acufene che non gli permette di ascoltare nemmeno della musica in cuffia: “Sono andato in crisi: il mio corpo era la mia prigione”.
Un vero e proprio deficit uditivo invalidante, che nel 2022 ha costretto il 48enne di Molfetta a compiere un pesante e temporaneo passo indietro nei confronti dei concerti dal vivo: “Faccio queste venti date e mi fermo, perché i concerti dal vivo rappresentano una sollecitazione straordinario del mio udito e non posso rischiare troppo” (Il Quotidiano Nazionale). Attenzione, però: ciò non significa che l’artista si ritirerà definitivamente dalle scene, come lo stesso artista ha dichiarato nelle sue Stories di Instagram.
Come dicevamo poc’anzi, in “Prisoner 709” Caparezza canta la sua acufene: in particolare, alcuni riferimenti li possiamo trovare in “Forever Jung”, “Prisoner 709”, “Prosopagnosia”, “Prosopagno Sia” e “Larsen“. In quest’ultima canzone, il rapper descrive la malattia come un uccello dalle fattezze umane che lo accompagna in ogni situazione, anche se gli altri non possono vederlo. Abbastanza iconico alcuni versi del brano: “Fischia l’orecchio, infuria l’acufene | Nella testa vuvuzela mica l’ukulele | La mia resistenza è quella zulu, cede | Se arriva Larsen te lo devi tenere”.
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L’acufene è una condizione riscontrabile come un ronzio perpetuo nelle orecchie. Tale patologia può minare la qualità della vita di chi ne soffre. Sulla sua definizione, però, aleggia un dibattito ancora aperto: alcuni la definiscono come un disturbo uditivo caratterizzato da rumori; altri, invece, parlano di una vera e propria malattia.
Queste argomentazioni hanno fatto sì che l’acufene non abbiamo ancora una definizione univoca, con tutte le conseguenze del caso. Per esempio, agli individui con acufene è riconosciuta un’invalidità civile al 2%, ma il problema più grave è provare di averla.
La documentazione medica che aiuta ad attestarla, infatti, deve tener conto anche di altre malattie associate, principalmente riguardanti la sfera psichica. Già da qui capiamo come sia difficile diagnosticare con certezza tale condizione. A oggi, inoltre, sono riconosciute due tipologie di acufene:
A oggi non è stata ancora stabilita con certezza la causa dell’acufene, ma si concorda sul fatto che le più frequenti forme della patologia sono originate da altre malattie, lesioni o cambiamenti anatomici. Possiamo dunque annoverare nella lista le seguenti voci:
Ultima modifica: 27/06/2022