"Acustico" è una canzone sull'autismo, o meglio sulla storia di Desio. Parla la cantante: "Racconto la sua prospettiva sul mondo"
Una canzone per raccontare l’autismo, o meglio una storia di un ragazzo autistico. Veronica Di Nocera, in arte Veronica, ci svela l’iniziativa dietro “Acustico“, il suo ultimo singolo: “È un’esperienza sensoriale più che un enciclopedia sulla patologia, anche perché sarebbe sbagliato dire che voglia spiegare questa condizione, in quanto esistono centinaia di forme”.
“Mio cugino Desio ha l’autismo e la scorsa estate mi sono trovata a parlare al telefono con la madre. Siccome l’ho sempre vissuto a distanza e non ho potuto conoscere la crescita e lo sviluppo del suo autismo, mi si è aperto un mondo: la mamma mi ha spiegato tutto ciò che riguarda la sua patologia, e abbiamo così deciso di trasformare quelle parole e quel racconto in un brano.
È nato tutto in maniera molto spontanea: il messaggio del mio progetto è dare voce a chi non è ha, quindi è stata l’occasione per parlare di questa tematica. Questo singolo è stato presentato anche a Sanremo Giovani, e può definirsi la storia di Desio e del suo autismo, la sua prospettiva sul mondo.”
“In realtà mio cugino non parla. Queste sono le parole della madre che vive questa situazione dalla nascita del figlio, oltre a quella di altre persone, visto che fa parte di tantissime associazioni a livello nazionale.
È stato davvero interessante comprendere e cercare di far capire a chi ascolta come Desio vive tutti i giorni, come percepisce un rumore e quanto sia semplice per lui aprire la bocca e cantare anche se non parla – una cosa spettacolare. Ci sono tante sfaccettature di lui che ho voluto raccontare in questa canzone.”
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“Il film non l’ho visto, però sono iscritta a un’associazione di autistici di Lucca che hanno apprezzato la mia canzone. Ho letto una loro recensione in cui spiegavano che il modo in cui è stato descritto l’autismo da Sia è del tutto sbagliato, ed è quello che ho voluto evitare con ‘Acustico’.
Prendersi la responsabilità di voler far capire l’autismo attraverso un film o una canzone per me è sbagliato, perché dovrebbe esserci molto più studio. Poi c’è bisogno di porre al centro dell’attenzione dello spettatore la questione che l’autismo ha varie forme: nel film di Sia è stato sbagliato il riassumere solo quella forma di autismo.”
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“Prima di conoscere la questione di Desio ero iper-disinformata, tant’è vero che stavo cadendo anche io nell’errore di Sia. Diciamo che la problematica principale è la disinformazione, soprattutto nelle scuole. Parlarne è importante perché posso suscitare maggiore interesse in favore di queste tematiche.”
“Provengo da una situazione difficile perché sono stata vittima di bullismo durante il periodo dell’infanzia e dell’adolescenza. La musica è sempre stato un fattore fondamentale che mi ha dato la spinta a uscire da situazioni difficili della mia vita. Nel momento in cui mi sono approcciata alla musica, è stato del tutto naturale prendere carta e penna e parlare della mia esperienza.
Parlando del bullismo, poi, mi sono resa conto che mi è davvero piaciuto, così ho deciso di limitarmi alla mia esperienza personale ma di sfruttare la musica per parlare di altre questioni importanti. Mi sono sempre sentita diversa dagli altri, e quindi ho deciso di sfruttare questa qualità, se così la vogliamo chiamare, per aiutare chi si trova in situazioni simili alla mia o per parlare in questo caso di autismo. Mi riesce in modo naturale, mi sento più utile.”
Ultima modifica: 01/03/2021