In seguito all’appello sulla cannabis terapeutica di Walter De Benedetto, il tema è stato nuovamente messo al centro della vita politica italiana. Nei mesi precedenti, comunque, qualcosa si è mosso e ha portato alla presentazione di alcune proposte per aggiornare la legislazione in materia.
Cannabis Terapeutica, la proposta della Lega e dei Radicali
Da quand’è nato il Governo Conte II, la discussione politica sulla cannabis terapeutica è entrata più che mai nel vivo – prima di rallentare a causa della pandemia da Coronavirus. In particolare, dalla fine del 2019 all’inizio del 2020, sono state avanzate due proposte (contrapposte) per ridefinire la normativa vigente in materia.
La proposta della Lega, di cui primo firmatario è Riccardo Molinari, è stata depositata il 9 ottobre 2019 e, come riporta l’Associazione Luca Coscioni, è composta da due articoli:
l’immediato arresto di chiunque coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre o mette in vendita, cede, distribuisce, commercia, trasporta, procura ad altri, invia, passa o spedisce in transito o consegna per qualunque scopo cannabis;
l’incarcerazione (dai 3 ai 6 anni di carcere e sanzione dai 5 mila ai 20 mila euro);
eliminare le pene alternative al carcere;
Se invece la persona coltiva o detiene cannabis e il giudice non riscontra la “lieve entità”, la pena aumenta (dai 6 ai 20 anni di carcere e dai 26mila ai 260mila euro).
La proposta dei Radicali sulla cannabis terapeutica
I Radicali invece, con una proposta a prima firma di Riccardo Magi, sono diametralmente opposti alla Lega, e appoggiati da +Europa, M5S, Pd e Gruppo Misto. Anche qui troviamo solo due articoli che possiamo sintetizzare in questo modo:
non è punibile (né con il carcere né con sanzioni amministrative) chi “anche senza autorizzazione coltiva un numero limitato di piante di cannabis, idonee e finalizzate alla produzione di sostanze stupefacenti o psicotrope destinate a un uso esclusivamente personale”.
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.