Dietro alle ondate di calore e al caldo estremo registrato in Nord America, in Europa e in Cina durante il mese di luglio 2023 c’è il cambiamento climatico. O meglio, “è stato reso molto più probabile dal cambiamento climatico”. Ad affermarlo è un’analisi della ONG World Weather Attribution che, appunto, studia le cause all’origine degli eventi attribuibili alla crisi climatica.
Lo studio ha basato la propria analisi sulle temperature record registrate in tutto il mondo, ma anche alle conseguenze che il troppo caldo ha causato, come le morti per calore negli Stati Uniti, in Messico (“oltre 200 persone sono morte a causa del caldo), in Spagna, in Italia, in Grecia, in Cipro, in Algeria e in Cina, a cui si sono aggiunti anche “un forte aumento dei ricoveri ospedalieri”. Come se non bastasse, sono aumentante le domande di energia e una serie di colture importanti hanno registrato impatti negativi.
In particolare, gli studiosi hanno evidenziato che il cambiamento climatico indotto dall’uomo ha alterato la probabilità e l’intensità:
- delle temperature medie di 18 giorni nelle regioni più colpite negli Stati Uniti occidentali, Texas e Messico settentrionale ;
- delle temperature massime medie di 7 giorni sulla terraferma nel riquadro rettangolare (5W-25E, 36-45N) che copre la regione più colpita;
- delle Temperature massime medie di 14 giorni sulle pianure della Cina, che coprono ancora una volta la regione più colpita.
Perché c’è il cambiamento climatico dietro le ondate di calore?
Le conclusioni a cui sono arrivati gli studiosi sono alquanto disarmanti. Innanzitutto, non possiamo più parlare di eventi rari: “Nord America, Europa e Cina hanno vissuto ondate di caldo sempre più frequenti negli ultimi anni a causa del riscaldamento causato dalle attività umane, quindi le attuali ondate di caldo non sono rare nel clima odierno con un evento come quello attualmente previsto circa una volta ogni 15 anni nella regione degli Stati Uniti/Messico, una volta ogni 10 anni nell’Europa meridionale e una volta ogni 5 anni per la Cina”.
Per cui, “senza il cambiamento climatico indotto dall’uomo, questi eventi termici sarebbero stati estremamente rari“. Analogalmente, “in tutte le regioni un’ondata di caldo della stessa probabilità di quella osservata oggi sarebbe stata significativamente più fredda in un mondo senza cambiamenti climatici”.
Il problema però resta nell’uso che stiamo facendo dei combustibili fossili: “A meno che il mondo non smetta rapidamente di bruciare combustibili fossili, questi eventi diventeranno ancora più comuni e il mondo sperimenterà ondate di calore ancora più calde e di lunga durata”.
Quali sono le cause del cambiamento climatico?
La ricerca internazionale promossa da questa ONG non fa altro che evidenziare ancora una volta i danni e le conseguenze della crisi climatica che ormai sono diventati una triste realtà. Da diversi anni ormai il cambiamento climatico è un argomento che tenta di trovare una sua collocazione, ma molto spesso viene sottovalutato.
Oggi però dobbiamo scendere a patto con noi stessi, e ammettere che la crisi climatica è una conseguenza di come l’uomo utilizza i combustibili fossili. Il mondo della scienza ha più volte spiegato che l’utilizzo eccessivo dei combustibili fossi ha determinato un aumento dei gas serra i quali, nell’atmosfera, hanno creato una cappa che porta le temperature a innalzarsi sempre più.
I sintomi sono sotto gli occhi di tutti: violenti temporali, dissesti idrogeologici, grandinate giganti e caldo estremo. Anche in Italia abbiamo appurato l’esistenza di questo fenomeno: basti pensare all’alluvione in Emilia-Romagna della primavera 2023 oppure alle temperature record registrate durante l’estate 2023.
Leggi anche: Ultima Generazione, la crisi climatica riguarda anche la disabilità: “Gli altri modi non portano molti risultati”