Il bonus bancomat 2022 è uno dei tanti bonus per incentivare i pagamenti digitali, obbligatori per legge dal 1 luglio 2022
La pandemia è diventata foriera di bonus (qui l’elenco completo) e il 2022 è stato anche l’anno della conferma del bonus bancomat, dopo che quest’anno abbiamo visto l’addio solo del cashback, che non è stato confermato. Andiamo a vedere come funziona il bonus bancomat, inserito nel decreto Lavoro, che ha lo scopo di incentivare l’utilizzo dei pagamenti elettronici al posto del contante.
Il bonus bancomat consiste in un credito di imposta per l’acquisto, il noleggio e l’utilizzo di pos collegati ai registratori di cassa e in un totale congelamento delle commissioni sulle transizioni. Questo è uno dei tasti dolenti dei pagamenti elettronici: nell’immaginario collettivo, sono molti i lavori in cui si è ancora reticenti all’utilizzo del pos (si veda la vicenda taxisti e la diatriba con Selvaggia Lucarelli).
Il rimborso previsto dalla legge si compone di due cifre: 160 euro per le spese sostenute per l’acquisto (o noleggio) del pos e altri 320 euro per la dotazione della strumentazione elettronica in grado di agevolare i pagamenti per i possessori di partite Iva.
Il credito d’imposta sui 160 euro spetta:
Per quanti riguarda invece il bonus bancomat di 320 euro spetta:
Il bonus spetta a tutti gli esercenti e professionisti che cedono beni e/o erogano servizi che si possono pagare tramite pagamento elettronico e va presentato assieme alla Dichiarazione dei Redditi.
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Come ciliegina sulla torta del bonus bancomat, dal 1 luglio 2022 è scattato l’obbligo per per imprese, commercianti e professionisti di accettare i pagamenti elettronici con carte di credito, prepagate e bancomat per qualsiasi tipo di importo. Il pos obbligatorio è la naturale prosecuzione di un percorso fatto di incentivi: credito di imposta sulle commissioni, credito di imposta per il noleggio dei pos e credito di imposta per l’acquisto di sistemi più evoluti di pagamento.
Il pos obbligatorio prevede sanzioni per tutti gli esercenti che si rifiutano di accettare pagamenti con bancomat, carte di credito e altri strumenti digitali. La norma del governo Draghi prevede una sanzione di 30 euro più il 4% del valore della transazione. L’obbligo non riguarda solo i commercianti ma tutti coloro che offrono servizi al pubblico (es. tassisti, medici e dentisti). Non c’è una soglia minima di pagamento: anche un gelato o un caffè si possono pagare con il bancomat.
Oltre a bancomat, carte di credito e sistemi evoluti di pagamento i commercianti e i professionisti devono accettare anche le carte prepagate. In Senato infatti si è approvato un emendamento al PNRR2 che inserisce nella normativa le carte prepagate (articolo 15, comma 4, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221). Le sanzioni non si possono applicare solo per evidenza tecnica (assenza di connessione).
Il pos obbligatorio vede la luce a 8 anni di distanza dalla prima legiferazione e dopo diversi tentativi che non erano andati a buon fine. L’ultimo era stato con la Legge di Bilancio che prevedeva l’introduzione della stessa disciplina sanzionatoria prevista dalla legge entrata in vigore il 1 luglio 2022.
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Ultima modifica: 11/08/2022