Atonia muscolare significa perdita di tono a livello del muscolo. Può essere una patologia benigna ma anche associata a malattie neurologiche
Per atonia muscolare (o amiotonia o ipotonia muscolare) si intende una perdita di tono muscolare. I muscoli appaiono flaccidi e poco reattivi. Atonia deriva dal latino a+tonos, che significa assenza di tono. In medicina il termine atonia è utilizzato come sinonimo di ipotonia (che letteralmente significa perdita di tono).
Non esiste un solo tipo di atonia: oltre a quella muscolare, c’è quella esistenziale, quella della pelle (tipica delle persona avanti con l’età), quella post parto (che coinvolge i muscoli addominali), quella vescicale (che può causare incontinenza), quella gastrica, quella cutanea, quella digestiva e quella gastrointestinale.
In medicina, per atonia muscolare si intende una perdita o una riduzione significativa del tono dei muscoli scheletrici e in generale della muscolatura liscia degli organi interni. Le motivazioni per cui un muscolo può perdere tono sono molteplici: paralisi dovuta a patologie (ictus, poliomielite anteriore acuta), malattie debilitanti come la siringomielia o altre malattie del cervello e stile di vita sedentario (che si può connettere anche a un periodo di immobilità legato a un arto ingessato). Non esiste quindi una sola forma di atonia muscolare e, a seconda del fattore scatenante, esistono cure e rimedi differenti.
Spesso di tende a confondere ipotonia e ipostenia. L’ipotonia è la semplice perdita di tono muscolare mentre l’ipostenia è la l’incapacità dei muscoli di contrarsi e di funzionare nel modo corretta (che in alcuni casi viene seguita dall’atrofia muscolare e dall’ipotrofia). I due fenomeni vanno considerati sempre in modo distinto, anche se non è escluso che una particolare condizione di ipotonia possa portare (col passare del tempo) a sviluppare forme di ipostenia.
Leggi anche: Distrofina: di cosa si tratta
L’ipotonia (o atonia muscolare) non è una condizione legata a un unico fattore. Potrebbe coinvolgere i motoneuroni superiori (o primo motoneurone) o i motoneuroni inferiori (o secondo motoneurone), potrebbe riguardare la placca motrice, gli assoni oppure il vero e proprio muscolo. Una ulteriore distinzione può essere quella legata alla zona di riferimento: in questo caso si parla di ipotonia periferica e di ipotonia centrale.
Non esiste dunque un’unica forma di ipotonia, che a seconda delle cause e della presenza in determinate parti nel corpo dà vita a diagnosi differenti. L’ipotonia muscolare (o atonia muscolare) generalizzata è una condizione psicofisica che consiste nella perdita generale di tono dei muscoli. Questa è una condizione che di per sé non è preoccupante, perché le cause in età avanzata potrebbero anche naturali (come nel caso della sarcopenia, ossia il declino naturale della forza muscolare causato dall’invecchiamento).
Esistono però forme di ipotonia muscolare che coinvolgono il motoneurone e che, con l’avanzare dell’età, possono espandersi a diversi gruppi muscolari. La perdita di tono muscolare infatti può essere causata da patologie croniche e incurabili come:
Esiste anche una forma di ipotonia legata alla predisposizione genetica si chiama ipotonia congenita benigna: è una forma molto leggera che può colpire già in età infantile e che non provoca alcuna disfunzione a livello deambulatorio (anche se può avere ripercussioni sui muscoli della colonna vertebrale).
Il primo sintomo connesso all’atonia (o ipotonia) muscolare è la difficoltà nell’uso degli arti superiori o inferiori. Le cadute possono essere frequenti, come la perdita dei riflessi e una difficoltà a camminare a causa di una generale debolezza muscolare (che può essere causata da atrofia o da una contrazione spasmodica). In molti casi, i sintomi dell’ipotonia si mescolano con quelli della malattia che l’ha causata.
Non esiste dunque una sintomatologia propria dell’ipotonia. Per diagnosticarla diventa necessario effettuare diversi esami:
Leggi anche: Metodo Adeli – che cos’è e come funziona
L’ipotonia è spesso chiamata la sindrome del bambino floscio. I medici infatti possono diagnosticare questa condizione già nei primi minuti di vita e se il bambino è predisposto, comparirà entro i 6 mesi dalla nascita. L’ipotonia infantile è la spia che segnala un problema con il cervello, il midollo spinale, i nervi e i muscoli. I segni di ipotonia nei neonati e nei bambini includono:
Un bambino ipotonico potrebbe zoppicare e non riuscire a tenere ginocchia e gomiti piegati. Attraverso alcuni esami, il medico può determinare la causa e scoprire se ci si trovi di fronte a una forma di ipotonia congenita benigna. Questa è la migliore delle ipotesi, perché esclude malattia più gravi e può essere curata attraverso terapie fisiche, occupazionali e logopediche che aiutano il bambino ad acquisire tono muscolare e a migliorare l’apprendimento (un bambino ipotonico potrebbe anche sviluppare dei ritardi a livello cerebrale).
Ci sono casi in cui per il medico è impossibile scoprire se un neonato è affetto o no da ipotonia (risponde bene agli stimoli e sviluppa una patologia senza sintomi gravi con il passare dei giorni). In questo caso, diventa fondamentale condividere con il pediatra i traguardi di sviluppo (motori, linguistici, comportamentali). Il mancato raggiungimento di uno o più traguardi potrebbe essere un segnale importante.
Non esiste una cura predefinita per l’ipotonia e varia a seconda della sintomatologia e del quadro clinico del bambino colpito. I casi più gravi, almeno all’inizio, potrebbero aver bisogno di una sedia a rotelle per spostarsi perché il tono muscolare non consente di camminare con equilibrio. Per migliorare la postura del bambino esistono terapie più o meno invasive come l’ergoterapia (chiamata anche terapia occupazionale), la fitoterapia (che aiuta a correggere la postura, la coordinazione dei movimenti e la stabilità) e la logoterapia (che aiuta l’articolazione delle parole e la respirazione).
Leggi: A cosa serve lo Screening Neonatale? Quando si fa e quando bisogna ripeterlo? Come si esegue?
Ultima modifica: 26/10/2020