Assegno di Inclusione: come funziona, importi, requisiti e domanda

Redazione:

Il 2023 sarà l’ultimo anno del Reddito di Cittadinanza, che farà posto all’Assegno di Inclusione, una misura che sarà destinata principalmente a persone con disabilità, persone anziane over 60, minori e componenti svantaggiati inseriti nei programmi di cura e assistenza certificati dalla Pubblica Amministrazione. La misura è stata introdotta dal Decreto Lavoro 2023.

Che cos’è l’Assegno di Inclusione e quali sono gli importi?

Dal 1° gennaio 2023 l’Assegno di Inclusione (inizialmente doveva chiamarsi MiA) sostituirà il Reddito di Cittadinanza (che scomparirà definitivamente il 1° maggio 2024). L’importo della misura sarà di massimo 6mila euro l’anno (500 euro al mese) insieme a un contributo per pagare l’affitto di 3.360 euro all’anno (280 euro al mese).

Il contributo può variare a seconda di alcune condizioni: ad esempio, nel caso in cui nel nucleo familiare sono presenti persone con gravi disabilità oppure con almeno 67 anni, l’importo annuale si attesta a 7.650 euro l’anno (630 euro al mese), più 1.800 euro l’anno per l’affitto (150 euro al mese).

Ci sono comunque dei limiti previsti su com’è possibile utilizzare la somma erogata dall’Assegno di Inclusione. Ad esempio, il contributo non può essere utilizzato per giochi che prevedono vincite di denaro e per l’acquisto di sigarette o prodotti alcolici (considerate spese non essenziali). Il tempo massimo entro il quale la misura viene erogata è di 18 mesi; dopo un mese di stop, può essere prorogata per altri 12 mesi.

Chi potrà richiedere l’Assegno di Inclusione?

I beneficiari dell’Assegno di Inclusione devono avere un’ISEE inferiore a 9.360 euro all’anno, devono essere residenti in Italia da almeno cinque anni e un reddito familiare inferiore ai 6mila euro annui moltiplicati per la scala di equivalenza (la persona con disabilità o non autosufficiente vale 0,5 punti). Il limite del reddito familiare può crescere fino a 7.650 euro all’anno nel caso in cui nel nucleo familiare siano presenti persone over 67 o individui con disabilità grave.

Inoltre, devono avere un patrimonio immobiliare diverso dalla casa di abitazione di valore ai fini Imu non superiore a 150mila euro – non può superare i 30mila euro. In aggiunta, non si devono possedere navi, imbarcazioni, autoveicoli di cilindrata superiore a 1600cc o motoveicoli superiori a 250cc. Anche le donne vittime di violenza potranno richiedere la misura costituendo nucleo familiare indipendente da quello del marito ai fini ISEE.

Come fare domanda per l’Assegno di Inclusione?

Una volta che la misura sarà attivata, potrà essere richiesta online sul sito dell’Inps. Per ricevere poi la Carta dell’Assegno di Inclusione bisognerà sottoscrivere il patto di attivazione digitale, cioè iscriversi al SIISL (Sistema Informativo per l’inclusione sociale e lavorativa). Sarà anche necessario firmare il patto di sorveglianza personalizzato.

Assegno di Inclusione, cosa succede per gli occupabili?

Gli occupabili compresi tra i 18 e i 59 anni d’età che riceveranno l’assegno di inclusione dovranno intraprendere un percorso di avviamento per il Centro per l’Impiego. Nel caso in cui il beneficiario dovesse rifiutare contratti di almeno un mese, perderà il beneficio, mentre la sospensione scatterà per il rifiuto di contratti fino a 6 mesi.

Inoltre, il beneficiario è costretto ad accettare contratti di lavoro a tempo indeterminato e determinato della durata superiore ai 12 mesi a prescindere dalla distanza di casa. L’obbligo di accettazione si applica anche a contratti di 12 mesi o più brevi, solo però per le sedi non più distanti di 80 chilometri e raggiungibili entro 120 con i mezzi di trasporto. In caso di nuclei familiari con figli under 14, l’obbligo scatta per una distanza lavoro-domicilio di 80 chilometri o entro il limite di 120 minuti con i mezzi di trasporto.

Leggi anche: Lavoratori fragili e smart working, l’odissea continua (col decreto Lavoro)


Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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