L'assegno di accompagnamento potrebbe presto essere rilasciato in base al proprio reddito: ecco cosa ha detto l'INPS sulla possibile novità
Molto presto per accedere all’assegno di accompagnamento potrebbe essere richiesto di indicare anche il proprio reddito. La novità (che desta preoccupazione) è stata presentata nella XX Relazione Annuale dell’INPS, che non ha solo tracciato un quadro attuale dell’Italia sotto vari aspetti (come l’assegno unico), ma anche presentato delle informazioni su alcune novità, che riguarderanno anche l’indennità di accompagnamento e l’invalidità civile.
A oggi l’ordinamento italiano prevede che l’assegno di accompagnamento venga rilasciato indipendentemente dal reddito percepito e dall’età del richiedente. Tuttavia, come si legge nel XX Rapporto Annuale dell’INPS, questa regola potrebbe presto cambiare.
Nel documento infatti si auspica la possibilità di introdurre i limiti di reddito per la richiesta dell’indennità di accompagnamento: “Nel medio periodo, poi, sarebbe necessario rivedere l’assegno di accompagnamento, modulandolo sul reddito e affiancando al contributo economico dei servizi di cura e assistenza alla persona”.
A tal proposito, il testo specifica che “sul piano metodologico, appaia convincente fondare la distinzione tra previdenza e assistenza sull’analisi della natura delle prestazioni di welfare. In questa chiave di lettura, tutte le prestazioni il cui diritto è condizionato all’esistenza di situazioni di bisogno economico rientrerebbero nella componente assistenziale della spesa sociale“.
Dunque a rientrare nella fattispecie sarebbero “le prestazioni finalizzate a favorire obiettivi di inclusione sociale, rivolte all’intera popolazione italiana in età lavorativa, come ad esempio il RdC, o rivolte ai soli soggetti in condizioni di quiescenza, come ad esempio l’assegno sociale ai cittadini ultrasessantacinquenni sprovvisti di reddito e le integrazioni al trattamento minimo a favore dei pensionati”.
Perciò le prestazioni modulate sul reddito “va necessariamente ampliata per considerare non solo le prestazioni riconosciute sulla base delle condizioni economiche del beneficiario ma anche quelle il cui diritto scaturisce dall’accertamento della perdita o della riduzione della capacità lavorativa”.
In questi casi, il limite di reddito “va riferita ad un deficit afferente alle condizioni di salute, come nel caso delle pensioni e delle indennità di accompagnamento agli invalidi civili, nonché dei trattamenti pensionistici di guerra”.
Sostanzialmente, secondo quanto recita il report, i limiti del reddito andrebbero previsti anche per le prestazioni basate sull’accertamento della perdita o della riduzione della capacità lavorativa.
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Oltre all’assegno di accompagnamento, ci potrebbero essere novità anche per l’invalidità civile. In particolare per quanto riguarda l’accertamento, nel documento si legge che “nel breve periodo emerge l’esigenza post Covid di rivedere il processo di accertamento dell’invalidità, oggi frammentato e canalizzato su diversi attori istituzionali”.
La soluzione sarebbe “accentrare il processo di accertamento della malattia in INPS, evitando quello presso le ASL, semplificando le commissioni, per dare omogeneità di giudizio e tempi certi e brevi nelle decisioni”.
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Ultima modifica: 15/07/2021