Asperger way è un progetto digitale di Ilaria e Simone, una coppia che, com’è scritto nella biografia della loro pagina Facebook, “si è conosciuta e riconosciuta grazie alla Sindrome di Asperger“. Già, perché il duo, che ora si trova a Novara, ha aperto anche un blog per parlare dell’Asperger e dell’Autismo. Facendo sì informazione, ma raccontando anche delle storie. In che modo? Lo abbiamo chiesto ai diretti interessati.
Che cos’è Asperger way?
Ilaria: “Asperger way è un progetto nel quale raccontiamo la nostra storia e facciamo informazione sull’Asperger e sull’Autismo ad alto funzionamento. In più, grazie al blog, cerchiamo di dare maggiore spazio a quelle che sono le nostre passioni e le nostre conoscenze: raccontiamo luoghi, storie, persone, fino ad arrivare alla sostenibilità e alla natura”.
A noi piace molto il vostro claim: due aspie in viaggio. Immaginiamo che, con la vostra storia, tendete a sfatare qualche mito riguardo l’Asperger. Ne smitizziamo qualcuno anche qui?
Ilaria: “Noi viaggiamo e incontriamo persone, anche questo è rompere con gli stereotipi. Perché, appunto, se con l’Asperger hai problemi sociali, noi andiamo oltre. Cerchiamo di andare a fondo delle persone, di guardare il mondo con un altro sguardo”.
Simone: “Non tutte, ma le persone che non conoscono bene l’Autismo e l’Asperger hanno un’estrema difficoltà a interagire. Invece noi vogliamo farlo. Certo, abbiamo delle difficoltà, ma andiamo oltre. Questo, nel tempo, ci fa anche essere persone migliori”.
Asperger way può rendervi un esempio. Il problema, però, è che potreste ottenere toni pietistici e/o eroici. Secondo voi, come si può rompere questo schema?
Simone: “Bisogna essere chiari. Noi cerchiamo di non essere didascalici, ma di andare un po’ più a fondo, facendo capire che non parliamo di tutte le persone con Asperger. Asperger way è la nostra storia. Molte persone, poi, vedono come la comunichiamo, e capiscono meglio l’Asperger”.
Ilaria: “Questo problema ce lo siamo posti inizialmente. Oltre a raccontare noi stessi, abbiamo messo insieme argomenti che vanno al di là dell’Asperger: raccontiamo le nostre capacità e quello che abbiamo studiato, ad esempio. E poi, con il sito, raccontiamo le storie di altre persone con Asperger”.
Secondo voi, quindi, oggi l’opinione pubblica come guarda alla disabilità?
Ilaria: “Oggi bisogna rompere questo schema di chi ti compatisce in quanto persona con disabilità e, dall’altra parte, di chi giudica la tua condizione come una scusa. C’è una via di mezzo in cui arrivare, è quello che cerchiamo di fare noi. Attraverso la conoscenza e l’informazione, le caratteristiche della nostra condizione si possono conoscere e integrare nel resto del mondo. Perché tutte le differenze vanno integrate“.
Simone: “Il trucco per far arrivare le cose è usare le favole e le parabole. Senza fare magheggi, le nostre storie e i nostri video possono intrattenere. E passa il messaggio che non siamo i classici Asperger che fanno la paternale e la morale. Noi facciamo vedere le cose senza auto-flagellarci, in modo che il messaggio sia efficace. Anche lì, però, stiamo cercando di migliorarci”.
Qual è la vostra definizione di Disabilità Positiva?
Ilaria: “Per noi significa non avere paura delle diversità. E anche raccontarle, farle comprendere a chi non le conosce. Prendere queste caratteristiche e utilizzarle per raccontare il mondo attraverso i nostri occhi”.
Simone: “Trasformare le particolarità in talenti. Puntare tantissimo sulle peculiarità che potrebbe essere punti di forza, e quindi ‘scemare’ le difficoltà”.