Va ad un team italo-scozzese, coordinato da ricercatori italiani, il merito di aver individuato una molecola che fungerebbe da “interruttore chiave” nell’artrite reumatoide, una patologia autoimmune a carico delle articolazioni corporee che solo in Italia colpisce circa 300mila persone con particolare incidenza nel sesso femminile.
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Artrite reumatoide, ecco la molecola di RNA non codificante MiR34a
Uno studio pubblicato sulla rivista “Nature Communications” e condotto da un team di ricercatori italo-scozzesi dell’Università Cattolica-Fondazione Policlinico Gemelli di Roma, in collaborazione con l’Università scozzese di Glasgow, potrebbe aprire la strada allo sviluppo di una terapia mirata ed efficace contro una patologia autoimmune invalidante come l’artrite reumatoide.
Protagonista della ricerca la molecola di RNA non codificante MiR34a, che nei malati di artrite reumatoide viene prodotta in quantità nettamente superiori alla norma già nelle fasi iniziali della malattia. Tale molecola sarebbe responsabile dell’attivazione di un tipo particolare di cellule (dette dendritiche), a loro volta responsabili dell’attivazione della risposta autoimmune tipica della patologia nei confronti della membrana sinoviale, una forma particolare di tessuto connettivo necessaria per la lubrificazione delle articolazioni stesse.
Come accennato, la scoperta potrebbe aprire la strada allo sviluppo di nuove terapie (alcune delle quali già in fase sperimentale) che, disattivando la “molecola interruttore”, potrebbero portare ad ottenere risultati finora mai raggiunti permettendo un controllo della malattia e dei sintomi ad essa associati senza precedenti.
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