Antonio Maglio, chi era il medico e il padre delle Paralimpiadi

Redazione:

Antonio Maglio è una figura imprescindibile nella storia del movimento paralimpico. Medico e chirurgo, la sua carriera è stata interamente dedicata al miglioramento delle possibilità di vita delle persone con disabilità, poi sfociata nella realizzazione delle Paralimpiadi.

Maglio è conosciuto (e riconosciuto) come il “padre delle Paralimpiadi” grazie al suo ruolo fondamentale nell’ideazione dei primi Giochi paralimpici moderni, che si svolsero nel 1960 a Roma. La sua intuizione, unita a una straordinaria visione umana e sociale, gli permise di realizzare un evento sportivo che avrebbe cambiato per sempre il panorama delle competizioni internazionali, dando dignità e visibilità agli atleti con disabilità.

Nel corso dell’articolo, ripercorreremo la storia del celebre medico, dalla sua vita privata alle motivazioni che lo hanno portato a essere ricordato nella storia italiana, fino alle produzioni artistiche create in sua memoria. Inoltre verranno citate alcune parole della moglie di Antonio Maglio, Maria Stella Calà, che contribuiranno a illuminare il lato più intimo della sua personalità.

Chi era Antonio Maglio e l’ispirazione di Ludwig Guttmann

Antonio Maglio è nato l’8 luglio 1912 a Il Cairo (Egitto) e morto il 7 gennaio 1988 a Roma. Medico, specializzato in neuropsichiatria, e consulente e dirigente Inail, Maglio conseguì la laurea in Medicina e Chirurgia nel 1935 presso l’Università degli Studi di Bari e dedicò parte della sua vita ad approfondire la relazione tra terapia, sport e disabilità.

Le sue intuizioni hanno portato alla nascita del movimento paralimpico in Italia, soprattutto grazie al suo interesse per gli studi del neurologo Ludwing Guttmann, colui che per primo applicò lo sport come forma di terapia per i reduci di guerra.

Il collega anglo-tedesco Ludwing Guttmann era celebre non solo come ideatore della sporterapia, ma anche per aver dato vita alle prime forme di pratiche sportive per le persone con disabilità. Inizialmente Guttmann inserì lo sport come parte della riabilitazione dei suoi pazienti nell’Unità Spinale di Stoke Mandeville, dove ricopriva il ruolo di direttore e che ospitava reduci della Seconda Guerra Mondiale con lesioni spinali.

In questo contesto nacquero i Giochi di Stoke Mandeville del 1948, organizzati in estate nell’omonimo paesino inglese non lontano da Londra: a questa rassegna parteciparono 16 atleti, 14 uomini e 2 donne, all’interno del cortile del centro in vari sport, come il tiro con l’arco. La spinta internazionale arrivò poi con i Giochi del 1952, a cui presero parte anche i veterani di guerra olandesi.

Antonio Maglio e la nascita delle Paralimpiadi

Venendo a conoscenza di questa iniziativa, Maglio contattò Guttmann e lo convinse a portare quei Giochi a Roma, coinvolgendo anche nazioni da diverse parti del mondo: circa 23, per un totale di 400 atleti paralimpici. L’evento si tenne nel 1960, una settimana dopo le XVII Olimpiadi estive, al centro sportivo “Tre Fontane”. Qui nacquero tante leggende sportive italiane, una su tutte quella di Roberto Marson, che lo stesso Maglio definiva un atleta completo.

In base al racconto della moglie Maria Stella Calà Maglio ad Ability Channel, tra i due c’era una “profonda amicizia. Guttmann mi disse: ‘Signora, lei ha sposato il miglior riabilitatore d’Europa’. Testuali parole”.

Bisogna comunque sottolineare che la prima Paralimpiade non fu solo frutto di un incontro tra Maglio e Guttmann. Qualche anno prima, precisamente il 1° giugno 1957, fu inaugurato a Ostia il Centro Paraplegici “Villa Marina” (con 38 pazienti e 100 posti letto), il cui ruolo di direttore sanitario fu affidato proprio a Maglio. Sarà qui che il medico metterà in contatto le persone con lesioni spinali e la pratica sportiva, in particolare nuoto, pallacanestro, scherma, atletica leggera, tiro con l’arco e tennistavolo.

Questa incredibile connessione di momenti portò il 18 settembre 1960 alla nascita delle Paralimpiadi di Roma 1960, due settimane dopo la chiusura dei Giochi Olimpici. Tuttavia solo recentemente questo evento fu riconosciuto come la prima paralimpiade, in quanto all’epoca venne considerato la nona edizione dei Giochi internazionali di Stoke Mandeville. Fu nel 1984 che il Comitato Olimpico Internazionale approvò la denominazione in Giochi Paralimpici, riconoscendo a Roma e ad Antonio Maglio la prima storica edizione.

Gli episodi cruciali nella vita di Antonio Maglio

In base al racconto della moglie rilasciato in un video del Comitato Italiano Paralimpico, la decisione di Antonio Maglio di dedicarsi a questo settore fu segnato particolarmente da due episodi. Il primo ebbe luogo a Palestrina, dove il medico fece visita a dei ragazzi paralizzati: questo incontro mosse in lui il desiderio di creare qualcosa, un’alternativa che non lasciasse bloccati queste persone. Ciò porterà allo studio del lavoro di Guttmann, diventandone in pratica l’allievo.

Il secondo episodio invece è più intimo, e riguarda il dolore di Maglio per la morte del figlio avuto da una precedente unione, un bambino che morì a sei anni per colpa della meningite. “Questo lui non me l’ha mai detto – ammette Calà -, però io ne sono profondamente convinta anche perché, a pochi giorni della morte di mio marito, io l’ho visto qui vicino alla scrivania, con questa fotografia: la stava guardando e stava piangendo. Io non l’ho guardato, però ho capito che il suo animo era proiettato lì, quindi voleva soltanto riuscire a fare del bene per distrarsi pure da un dolore troppo forte”.

Antonio Maglio, l’uomo dietro al padre delle Paralimpiadi

Finora abbiamo raccontato la storia di Antonio Maglio attraverso i cenni biografici più noti, ma dietro la figura storica che uomo si celava? È sempre la moglie Maria Stella Calà, nella nostra intervista, a svelarci alcuni tratti essenziali della persona.

Primo su tutti, l’umiltà. “Umiltà e bontà sono state le sue caratteristiche – ci ha detto -, non ha mai cercato la gloria, non ha fatto ciò che ha fatto per la gloria, ma lo ha realizzato per le persone, affinché potessero tornare alla vita così come tutte le altre. È stata veramente una missione illuminante e lungimirante”.

Una gloria mai desiderata, anche perché Maglio non era disposto a lucrare sopra la pelle delle altre persone: “Lui non ha mai cercato la gloria, non ha mai detto ‘Io ho fatto questo’. L’ho anche rimproverato per questo, gli dicevo che non si era fatto brevettare nulla. La sua risposta: ‘Sarebbero costate di più alle persone disabili‘. E se io gli dicevo che qualcun altro l’aveva fatto, lui rispondeva: ‘Ma non sono stato io’. Che persona era Antonio Maglio”.

La speranza di Calà è che il ricordo di Antonio Maglio non vada perduto: “Vorrei che le istituzioni prendano atto di quello che occorre a una persona che fa parte della nostra società per essere considerata una persona a tutti gli effetti, con parità di diritti. Auspico che il lavoro di Antonio Maglio non vada dimenticato, come lo è stato per parecchio tempo, perché se non fosse uscito questo film (A muso duro, ndr)… Tutto ciò serve per le persone e per il bene della comunità, c’è bisogno di fare promozione anche nelle scuole. Lui ha realizzato tutto l’iter per far sì che la persona potesse vivere una vita autonoma. Tutto questo deve avere un senso, perché se non ha senso…”.

“A muso duro”, il film su Antonio Maglio

Il film citato poco prima da Maria Stella Calà Maglio è A muso duro, pellicola televisiva andata in onda il 16 maggio 2022 su Rai 1 in prima serata e che racconta, appunto, la storia di Antonio Maglio, focalizzata principalmente sulla realizzazione dei primi Giochi paralimpici.

Il film, diretto da Marco Pontecorvo, ha visto Flavio Insinna vestire i panni del medico INAIL, su soggetto di Paolo Bianchini, Stefano Busa e Valeria Doddi e su sceneggiatura di Grazia Giardiello, Roberto Jannone e Marco Pontecorvo. Attualmente il film è disponibile su RaiPlay.

La realizzazione di questa pellicola ha mosso una macchina della sensibilizzazione molto importante, creando momenti istituzionali dedicati proprio al ricordo del medico. Ad esempio, il 6 giugno 2022 Fiorano modenese, in provincia di Modena, ha inaugurato un palazzetto dello sport ad Antonio Maglio, con lo scopo di ricordare l’importante eredità tramandata dal medico.

Invece il 24 giugno 2022 il Centro Paraplegici “Gennaro di Rosa” di Ostia, l’ex Villa Marina di Antonio Maglio, ha festeggiato i 65 anni di attività in ricordo proprio dell’ex direttore sanitario, alla presenza di Maria Stella Calà Maglio e Flavio Insinna.

Inoltre il 3 dicembre 2024, in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, INAIL ha voluto omaggiare il medico intitolandogli l’Auditorium presente nella sede di Roma. In quell’occasione, come abbiamo documentato in un video, Calà ha ribadito che l’anima, l’essere e il fare del defunto marito sono ancora con noi.

Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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