La storia di Antonio Maglio arriva (di nuovo) in televisione, ma stavolta sotto un’altra veste. Il 18 settembre 2022, alle ore 19:00, sarà trasmesso su Rai Scuola (canale 57 del Digitale Terrestre) il corto-documentario INAIL “La figura di Antonio Maglio, un approccio innovativo alla disabilità” – già proiettato lo scorso 9 giugno durante un evento dell’Istituto.
Un’occasione fondamentale e imperdibile per tutti gli spettatori, al fine di conoscere e approfondire la figura e il ruolo del medico INAIL in relazione alla nascita delle Paralimpiadi e all’impatto avuto nell’evoluzione della concezione socio-culturale della disabilità in Italia.
“Siamo spesso gli ultimi della classe – sottolineò Maria Stella Calà Maglio, vedova del medico INAIL, in un’intervista ad Ability Channel -, ma Maglio è stato visionario, riconosciuto dallo stesso Guttmann: ho delle lettere dove Guttmann afferma che le Paralimpiadi in Italia sono state fatte da Maglio, le ha cominciate lui. Tutta la comunità deve far tesoro di ciò che lui ha detto. Lui è stato uno che ha anticipato i tempi, era 40 anni avanti. Noi parliamo di cura e reinserimento sul lavoro e sociale, ma nel 1967 c’era uno schema da lui prodotto sulla rieducazione professionale degli infortunati”.
Chi era Antonio Maglio?
Antonio Maglio nacque l’8 luglio 1912 a Il Cairo (Egitto) e morì il 7 gennaio 1998 a Roma. A lui si deve la nascita delle Paralimpiadi, la cui prima edizione venne organizzata a Roma nel 1960.
Il medico INAIL fu fondamentale anche per il territorio di Ostia, in quanto riqualificò il Centro Paraplegici locale in modo da garantire ai pazienti con lesione al midollo spinale la possibilità di praticare un’attività sportiva e dare loro la possibilità di tornare a essere parte integrante della società.
Qualche mese fa sempre la Rai mandò in onda “A muso duro“, una pellicola televisiva che approfondisce la caratura, le opere, le idee e il lato umano di Antonio Maglio (interpretato da Flavio Insinna), capace di mettere in piedi un’opera mastodontica come i Giochi paralimpici, avvalendosi anche dell’aiuto e del lavoro del collega Ludwig Guttmann.
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