Vent’anni di carriera per Antonella Ferrari coronati dall’incredibile ed emozionante monologo andato in scena ieri sera al 71esimo Festival di Sanremo: “Io non sono la sclerosi multipla, io sono Antonella Ferrari” afferma con la forza della propria voce, portando all’Ariston un pezzo della sua opera teatrale “Più forte del destino“, tratta dall’omonima autobiografia, in cui urla il racconto del calvario della diagnosi: “Io voglio sapere che cos’ho”.
Antonella Ferrari a Sanremo: “La malattia non deve essere protagonista”
Dopo la toccante performance, Antonella Ferrari ha scambiato quattro chiacchiere con Amadeus: “Io sognavo fin da piccola di salire sul palco di Sanremo e, soprattutto per un’attrice che è da più di un anno ferma senza lavorare, questo è ossigeno puro”.
Parlando della sua opera teatrale, invece, l’artista ha ringraziato il regista Antonio Di Tullio che “mi ha permesso di portare in scena la mia vita ma senza rendere la malattia protagonista. Voi avete visto un pezzo drammatico dello spettacolo, ma si ride anche molto. Io non sono la sclerosi multipla, io sono Antonella Ferrari e voglio essere un’attrice che continua a lavorare”. L’intervento integrale è disponibile su RaiPlay.
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Chi è Antonella Ferrari?
Antonella Ferrari è nata a Milano il 2 settembre 1970 e si è fatta conoscere da subito come ballerina. A causa della sclerosi multipla però è costretta a cambiare obiettivo, dedicandosi così allo studio di recitazione e diventando un’attrice affermata nel panorama televisivo e teatrale italiano.
Nel 2012 ha pubblicato l’autobiografia “Più forte del destino – Tra camici e paillettes. La mia lotta alla sclerosi multipla“, il racconto della sua vita con la malattia che trasformerà poi in un’opera teatrale. Parti dei proventi delle vendite li devolverà all’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, di cui è testimonial dal 2001.
In un’intervista del 2016 su FinestrAperta, la stessa attrice commentava l’idea che ogni persona viene purtroppo categorizzata in base alla propria patologia: “Io non sono la mia malattia, io ho tantissime caratteristiche nella mia vita, la mia malattia è una parte di essa. Si può essere anche molto antipatici pur essendo disabili. Non è che tutti i disabili sono sempre buoni. Io ho conosciuto tante persone con disabilità di un’antipatia mostruosa: se sei stronzo, lo sei anche in carrozzina; se sei simpatico, lo sei anche in carrozzina”.