Ad Angela Procida non è bastata la vittoria ai Mondiali di Londra 2019. A cavallo tra novembre e dicembre di quest’anno, infatti, la campionessa di nuoto paralimpico ha stabilito due record del mondo e due record assoluti italiani. Successi che hanno permesso ad Angela Procida di stravincere le gare dei 50 stile a dorso, dei 100 stile libero, dei 50 rana e dei 100 dorso. Insomma, i Campionati Assoluti Italiani di Portici (Napoli) calano il sipario su un’annata da incorniciare per la campionessa italiana. Noi l’abbiamo contattata per farci spiegare come si raggiungo certi livelli in così poco tempo.
“Sicuramente credere di poter raggiungere un traguardo, in questo caso due record del mondo, è metterci non una volta, ma dieci volte te stessa. È essenziale per poter affrontare la gara in modo molto deciso, con la giusta tensione, ma soprattutto con la giusta energia e passione. Inoltre, la fiducia nelle tue capacità è importante, anche per poterti allenare con sempre più grinta e determinazione. Perché ogni allenamento deve essere fatto come se fosse la gara più importante della tua vita. È l’allenamento continuo, quotidiano, è la tua forza interiore di volontà, è la tua forza fisica che ti aiuta a migliorare te stesso. Ed io volevo assolutamente raggiungere quei record”.
“Da quando ho conquistato le due medaglie a Londra, sicuramente, ho iniziato a credere di più nelle mie capacità. Ho iniziato a credere di poter raggiungere un traguardo importante, che sembrava così impossibile: le Paralimpiadi di Tokyo 2020. Nel 2016 guardavo in televisione quelle di Rio, avevo 16 anni, mi sembrava tutto così irraggiungibile. Ero lì a guardare tutta la Nazionale, sperando un giorno di non dover essere lì a guardare, ma di permettere agli altri di guardarmi gareggiare nella manifestazione più grande ed importante di sempre. E ancora oggi, dopo 3 mesi, non riesco a realizzare che ho contribuito alla grande impresa: la nazionale italiana è Campione del Mondo per la prima volta in assoluto. Posso dire solo di essere fiera di tutto questo”.
“Ovviamente, dietro tutte le vittorie, in particolare la mia, non c’è solo grinta e passione, ma tanto lavoro tecnico da parte anche delle persone che ci seguono sempre, ogni giorno, come la mia allenatrice Francesca Allocco ed il mio allenatore Enzo Allocco. Non bisogna mai sottovalutare la parte tecnica, specialmente nel nuoto, dov’è una cosa fondamentale, perché in acqua ci vuole più forza fisica del normale. Bisogna anche valutare tante cose, come l’allenamento in vasca da 25 ,in vasca da 50, lo scarico, il carico, il costumone. Queste sono piccole cose che insieme costruiscono un grande atleta”.
“Finalmente e fortunatamente, le calciatrici sono state riconosciute sportive professioniste sotto il profilo contrattuale. Sono davvero molto felice per loro perché hanno ‘lottato’ per riuscire ad avere un qualcosa che, di fondo, è solo un loro diritto, ma si sa molte cose, anche se ti toccano, bisogna prenderle con la ‘forza’. Però, sono quasi certa che nel mondo del sport paralimpico sia quasi impossibile che ciò accada, molti non sono nemmeno a conoscenza dell’esistenza delle Paralimpiadi, credono che sia semplice riabilitazione.
Ma io posso affermare che nelle competizioni internazionali si respira aria di puro agonismo, e non c’è sensazione più bella. Spero davvero che un giorno mi facciano ricredere di ciò che ho detto. Secondo il mio parere, tutti noi dovremmo iniziare a prendere spunto dalle calciatrici, hanno iniziato una vera e propria lotta sui social. Quindi chiudo facendogli un grandissimo complimento, siete state fortissime e auguri per i vostri successi”.
Ultima modifica: 15/04/2020