Mi chiamo Andrea De Chiara e vivo in un paese in provincia di Milano. A causa di una mancanza respiratoria al momento del parto sono diventato disabile. Per farvi capire l’entità della mia disabilità, dirò che per muovermi nella mia quotidianità uso una carrozzina manuale. Ora a 34 anni sono qui (se vi fa piacere) a raccontarvi un po’ di me. Chissà, magari potreste trarne qualche insegnamento positivo. La cosa mi farebbe alquanto piacere.
Storia di Andrea De Chiara: ecco chi sono
Fin dalla tenera età mi sono reso conto che avrei dovuto affrontare e superare tante sfide lungo il percorso della mia vita: tutto è iniziato quando a soli 5 anni sono partito con la mia famiglia alla volta degli Stati Uniti per effettuare un intervento importante. Quest’ultimo mi ha dato la possibilità di compiere qualche passo con le stampelle. Questo è, direte voi, positivo.
Se però parliamo del periodo delle scuole medie, dove non solo sono stato bullizzato dai miei compagni per via della disabilità, ma anche i professori che mi tacciavano di essere un buono a nulla, sempre per lo stesso motivo, ecco, questo non è molto positivo. Vi lascio immaginare quanto fossi demotivato a continuare gli studi al termine della terza media.
Infatti, invece di iscrivermi al liceo classico per approfondire i miei reali interessi nell’ambito umanistico, ho optato per una scuola professionale che mi ha permesso di diplomarmi in ragioneria.
Dopo il bullismo, il riscatto
Terminata la scuola superiore, non so come spiegarlo, ma è nato in me un desiderio di riscatto e così ho deciso di iscrivermi all’università per studiare comunicazione. Intraprendere questo percorso ha segnato la svolta perché, esame dopo esame, cresceva la mia autostima. Con questa nuova ritrovata fiducia in me stesso e con tanta dedizione, ho conseguito la laurea.
In seguito, grazie alla mia tesi di laurea sperimentale sulla disabilità, in maniera del tutto inaspettata ho dato inizio alla mia carriera di relatore: ho analizzato i pregiudizi che emergono quando una persona con disabilità ed un’altra “normodotata” decidono di vivere una relazione amorosa.
Sono trascorsi 8 anni dal giorno in cui ho presentato davanti alla commissione di laurea il mio lavoro di ricerca, ma ricordo ancora come se fosse ieri il turbinio di emozioni che ho provato quel giorno. Non so se è consuetudine per qualsiasi laureando agitarsi nell’esporre i punti salienti della propria tesi in pubblico, ma sentivo la responsabilità di dover trattare un tema tanto delicato e controverso come quello dei rapporti di coppia nell’ambito della disabilità. Soprattutto perché mi toccava (e mi tocca) in prima persona.
Ho voluto approfondire questo argomento, perché intendevo far riflettere su delle questioni che sono ancora tabù ancora oggi. Non potevo di certo immaginare che la mia tesi di laurea avrebbe avuto così tanta cassa di risonanza in seguito, tant’è che in brevissimo tempo mi sono ritrovato a vestire i panni di relatore e blogger sulla disabilità.
Il lavoro di Andrea De Chiara, tra social e radio
Naturalmente, l’avvalermi dei social mi ha permesso di farmi conoscere a un pubblico sempre più vasto, infatti su Instagram ho un profilo che ha toccato la vetta di 6700 followers, non sono molti, ma l’idea che sempre più persone vogliano ascoltare ciò che ho da dire mi ripaga già di tutto. Attraverso questo social network tratto di disabilità ad ampio raggio in chiave positiva e propositiva.
Oltretutto, seguendo questa falsa riga, ho iniziato a collaborare per Rainbow- Diversamente Radio (si tratta di una radio web che tratta di sociale in tutta la sua interezza), dove ho l’opportunità di intervistare tutti martedì alle 18:00 persone con disabilità che hanno un messaggio forte da trasmettere.
La mia disabilità positiva: vorrei ispirare altre persone
Benché siano trascorsi molti anni da quando ho deciso di occuparmi professionalmente di disabilità, molte persone mi rivolgono sempre la stessa domanda: “Cosa ti spinge a fare ciò che fai?”, e io rispondo semplicemente: “Vorrei che la mia testimonianza possa ispirare le altre persone a non mollare mai nonostante le avversità della vita. Senza contare che il mio più grande sogno è quello di poter contribuire a ad abbattere qualsiasi pregiudizio sulla disabilità diffondendo il mio punto di vista positivo.